Jalal Aldin Rumi

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Hotepibre
00mercoledì 20 febbraio 2008 17:57
Più e più volte sono nato,
ed ho sperimentato settecento e settanta forme.
Morto alla mineralità divenni vegetale,
morto alla vegetalità divenni animale,
morto all'animalità divenni uomo.
Perché allora temere la dispersione nella morte?
La prossima volta morirò come uomo generando ali e piume d'angelo;
poi, quando anche da angelo morirò,
salirò ancor più in alto degli angeli,
e supererò quello che voi
non riuscite ad immaginare
.

...bella vero? molto moderna e, invece ha... quasi 800 anni.

Jalal Aldin Rumi nacque, infatti, in Persia nel 1207 e morì in Anatolia nel 1273. Poeta mistico, seguì il suo maestro Shams ad Din, un "derviscio" (dal persiano "darwish", ovvero "mendicante"). Alla sua morte, i suoi seguaci costituirono un'altra setta, quella dei "darwish mewlewi", ovvero i dervisci danzanti (avete presenti quelli vestiti di bianco che girano vorticosamente ?)

All'inizio della danza i "mewlewi" indossano una sopravveste nera, simbolo del mondo oscuro, che poi lasciano cadere e, vestiti di bianco come aironi cominiciano a girare cvorticosamente su un piede.

La mano destra, aperta verso il cielo, è la coppa del cuore che accoglie la grazia divina, mentre la sinistra, rivolta verso terra, è la sorgente di vita che trasmete l'influsso divino al mondo dei mortali.
Indossano, inoltre un alto copricapo conico, nero o marrone, che rappresenta la pietra tombale che l'Iniziato pone sulle sue passioni terrene.

Anche la gonna bianca che si allarga ha ovviamente il suo significato, è la sfera del cosmo che si avvolge all'infinito intorno al centro dell'universo.
Frida07
00lunedì 3 marzo 2008 12:23

Magnete Divino


Gioia non vidi in entrambi mondi,salvo te,
anima mia,molte meraviglie ho visto,
ma non vidi miracolo simile a te!
Dicono che sorte dei miscredenti è fuoco bruciante:ma privo del fuoco tuo ho visto solo
Abù Lahab!
Alla finestra del cuore spesso ho accostato
l'orecchio dell'anima,molte parole ho sentito,
ma non ho sentito le labbra.
D'improvviso effondesti il favore tuo
sipra questo tuo servo,ed io non ne vedo ragione
se non la tua grazia infinita.
O eletto coppiere,o gioia degli occhi miei,
a te simigliante nessuno apparve fra gli Arabi,
nè fra i Persiani l'ho visto!
Versami tanto vino ch'io scenda giù da me stesso
perchè nell'io,nell'essere,non ho trovato che pena.
O tu che sei zucchero e latte,o tu che sei
Sole e Luna,o tu che sei madre,sei padre,
non ho parenti che Te!
O indistruttibile amore,o menestrello divino,
sei tu appoggio,sei tu riparo,
non trovo nome a te pari!
Siamo frammenti d'acciaio e
l'amor tuo è calamita,
sei origine d'ogni attrazione,
chè in me attrazione non vedo!
Silenzio, fratello, abbandona scienza e finezza;
finchè tu non parlasti finezza alcuna non vidi!
Frida07
00lunedì 3 marzo 2008 12:24










Il Sole

Poi che son servo del Sole;
notte non sono,nè adoratore delle notti,non parlerò di sogni.
Come messaggero del Sole e suo interprete,segreti messaggi
prenderò da lui e
vi porterò la risposta.
E poi che vado come sole,
brillerò su rovinati deserti,
fuggirò dai luoghi abitati,
parlerò deserte parole.
Assomiglio alla vetta d'un albero
lontano dalla radice:
pur ristretto in secca corteccia,
parlerò di succoso midollo.
Se pur son mela secca
son più alto d'un albero;
anche se ebbro e sconvolto,
dico parole veraci!
Da quando il mio cuore ha
sentito il profumo della polvere
della sua soglia,
ho vergogna anche della
polvere sua,
non parlo che d'acqua purissima!
Togliti il velo dal volto,
chè il volto hai glorioso!
Non permettere ch'io debba
parlarti come sotto ad un velo!
Se hai il cuore di pietra,
io son pieno di fuoco qual ferro;
se assumi trasparenza di cristallo,
io parlo di calice e vino!
Poi che nato sono dal Sole
come il Re Qobàd antico,
non sorgerò nella notte,
non parlerò di chiaro di luna.
Frida07
00lunedì 3 marzo 2008 12:26
L'amante Perfetto


Ho bisogno d'un amante che,
ogni qual volta si levi,
produca finimondi di fuoco
da ogni parte del mondo!
Voglio un cuore come inferno
che soffochi il fuoco dell'inferno
sconvolga duecento mari
e non rifugga dall'onde!
Un Amante che avvolga i cieli
come lini attorno alla mano
e appenda,come lampadario,
il Cero dell'Eternità,entri in
lotta come un leone,
valente come Leviathan,
non lasci nulla che se stesso,
e con se stesso anche combatta,
e, strappati con la sua luce i
settecento veli del cuore,
dal suo trono eccelso scenda
il grido di richiamo sul mondo;
e,quando,dal settimo mare si volgerà
ai monti Qàf misteriosi da
quell'oceano lontano spanda
perle in seno alla polvere!


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