Il bacio che aspettavo

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°°Jen Lindley°°
00sabato 25 agosto 2007 01:10


Una piccola gemma di cinema indipendente sceneggiato e diretto alla perfezione



Uno scrittore lasciato dal suo amore storico va a trovare la nonna nel Michigan e ritrova la vita e l'amore dopo aver conosciuto la sua vicina di casa.

Il ventiseienne Carter è appena stato lasciato da Sophia e, caduto in depressione, decide di allontanarsi momentaneamente da Los Angeles per andare dalla nonna in Michigan e prendersi cura di lei. Il dolore e il senso di perdita verranno alleviati dalla conoscenza di Sarah, la vicina di casa, e della figlia Lucy. Trascinato in un universo al femminile, Carter si troverà costretto ad analizzare i suoi sentimenti per Sophia e a fare un percorso di crescita sentimentale.
I personaggi creati dalla penna (e dalla regia) dell'esordiente Jon Kasdan sono sospesi in una leggera bolla di sapone pronta a rompersi al primo colpo di vento. Dietro le loro facciate si nascondono sogni e desideri inespressi, rivalità, delusioni, fragilità e paure.
Le donne del film rappresentano tre diverse generazioni che Carter osserva con lo sguardo attento di aspirante scrittore, pronto a cogliere le varie sfumature dei loro complessi caratteri (la nonna continua a ripetere che sta morendo nonostante l'ottima salute, Sarah è divisa tra il sentimento per le figlie e la necessità di ritrovare un'identità come donna, Lucy vive l'età dei primi amori ed è in contrasto con la madre). Allo stesso tempo il personaggio maschile diventa il perno sul quale si sollevano, come su un'altalena bilico, le sorti delle protagoniste femminili. Il suo ruolo è di ascoltatore e insieme narratore: offre una spalla sulla quale poggiarsi e trovare conforto (e labbra per baci attesi a lungo), ma contemporaneamente è attraverso il suo obiettivo - distaccato e insieme partecipe - che la trama fa il suo corso.
Adam Brody indossa gli abiti di Carter con estrema delicatezza e con la stessa delicatezza entra nelle vite di Olympia Dukakis (la nonna), Meg Ryan (Sarah) e Kristen Stewart (Lucy). Da parte sua Meg Ryan regala al suo personaggio una parvenza algida e occhi fieri pieni di sogni mai realizzati che riflettono la sua anima implosa. La bolla di sapone avvolgerà le vite dei protagonisti fino alla fine, quando ognuno andrà incontro al proprio destino.
Il ritratto femminile realizzato da Kasdan è nitido e verosimile. Colpisce come sia riuscito a essere trasparente e a trovare una forma narrativa dove il melodramma è temperato da personaggi secondari peculiari e divertenti, come la piccola Paige (Makenzie Vega), la figlia minore di Sarah, così saggia ed emancipata per la sua età infantile. A metà tra La mia vita a Garden State e Il calamaro e la balena - per via dell'atmosfera sospesa e del percorso di crescita - Il bacio che aspettavo è una piccola gemma di cinema indipendente sceneggiato e diretto alla perfezione.


Fonte

kiakkia
00mercoledì 17 ottobre 2007 19:59
non mi è piaciuto molto
°°Jen Lindley°°
00venerdì 19 ottobre 2007 20:56

Io non ho avuto la possibilità di vederlo...
Come mai non ti è piaciuto?
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