Il Pdl contro la Rai e Fazio«Schifani diffamato da Travaglio»

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silvercloud87
00domenica 11 maggio 2008 20:36
«Schifani diffamato da Travaglio»
Il Pdl contro la Rai e Fazio

Nel mirino del capo dei senatori Pdl «Che tempo che fa»
e il direttore generale: «Ricambio immediato dei vertici»


ROMA — Marco Travaglio attacca il presidente del Senato Renato Schifani durante la trasmissione «Che tempo che fa» condotta da Fabio Fazio e subito esplode la polemica. Maurizio Gasparri minaccia azioni politiche e penali e se la prende con il direttore generale della Rai Claudio Cappon. «Ancora una volta — tuona il presidente dei senatori Pdl — il cosiddetto servizio pubblico della Rai viene messo a disposizione, senza contraddittorio, dalla condotta diffamatoria di Travaglio. Le offese al presidente Schifani troveranno la giusta risposta nelle sedi giudiziarie». «Ma il problema — continua Gasparri — investe i vertici Rai e in particolare il dg, il cui mandato per fortuna scade, per legge, tra 20 giorni. La vergognosa utilizzazione diffamatoria della Rai non può proseguire. Devono rendersene conto anche i consiglieri in scadenza ma ci auguriamo non scaduti in termini morali».

Ma che è accaduto? Spiega Travaglio: «Ho solo citato un fatto scritto già nel mio libro e in quello di Lirio Abbate, giornalista dell'Ansa minacciato dalla mafia e cioè che Schifani aveva avuto rapporti con persone poi condannate per mafia. È agli atti societari della Sicula Brokers fondata da lui, Enrico La Loggia, Mino Mandalà, condannato come boss mafioso, e Benny D'Agostino, condannato per concorso esterno. O si chiede conto a Schifani di questo o non si celebra Abbate come giornalista antimafia». «E poi, — continua — a Fazio ho spiegato che se dopo De Nicola, Pertini e Fanfani, ci ritroviamo con Schifani sono terrorizzato dal dopo: le uniche forme residue di vita sono il lombrico e la muffa. Anzi, la muffa no perché è molto utile».

Gasparri rincara la dose: «Travaglio trae conclusioni arbitrarie. Schifani ha avuto a che fare con persone che 18 anni dopo sono state indagate. Di Fazio, megafono della calunnia, non vale la pena parlare ». L'ex ministro delle Comunicazioni insiste sulla necessità del «ricambio immediato in Rai»: «Gentiloni pensava di rinviare a settembre ma sarebbe una violazione. E Cappon non è stato garante di pluralismo e ha fatto tornare pessimi anche i conti». Paolo Ruffini, direttore di Rai Tre stigmatizza le dichiarazioni di Travaglio «gratuitamente offensive nei confronti della seconda carica dello Stato. Bene ha fatto Fazio a dissociarsi ». «Fazio non si è dissociato — corregge Travaglio —. E Ruffini pensi alle sue violazioni come la censura del programma di Sabina Guzzanti Raiot».

Virginia Piccolillo
11 maggio 2008
Corriere.it
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