Ictus e infarti: gli animali rischiano meno dell’uomo

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!Serenella!
00venerdì 23 maggio 2008 16:21
Cani, gatti, conigli nani, furetti, insomma i cosiddetti animali d’affezione, in generale soffrono molto meno dell’uomo di malattie cardiovascolari, quali infarto miocardico o cerebrale, ictus, aneurismi ecc. Nell’uomo la prima causa di morte, a livello mondiale è ancora correlata appunto alle malattie cardiovascolari, seguite a ruota dai tumori, mentre nel cane le proporzioni si invertono decisamente, in quanto i problemi rapidamente mortali per cause circolatorie sono piuttosto rari.

Vero è che certe razze di cani mostrano disturbi cardiaci (soprattutto valvolari) congeniti o meno con una certa frequenza, ma siamo ben lontani, per ragioni anatomiche, fisiologiche e comportamentali da quelli che minacciano comunemente le persone. A parte l’obesità, spesso comune a uomini e animali, questi ultimi non fumano, non bevono, non si drogano e dormono il giusto. E questi sono fattori di non secondaria importanza.

Nel gatto esistono però alcune malattie sicuramente circolatorie, una delle quali relativamente comune. Si tratta del cosiddetto tromboembolismo della triforcazione aortica o semplicemente tromboembolismo aortico. Per motivi ancora non ben conosciuti, in certi soggetti si forma un trombo che va ad occludere la principale arteria che porta sangue nel distretto corporeo.

I sintomi sono piuttosto tipici e, quasi sempre, insorgono improvvisamente in modo drammatico. Il gatto improvvisamente si accascia sul pavimento o sul divano e miagola con grande intensità, tanto che, anche il proprietario più sprovveduto, non può ignorare l’elevato grado di sofferenza che sta provando. Questo, associato al fatto che si rende evidente una paralisi del posteriore, lo induce a portare immediatamente il micio dal veterinario che, in base alla sintomatologia, sospetterà subito di essere di fronte a una trombosi aortica.

Il problema si fa molto serio se non c’è nessuno in casa e il gatto rimane in questa situazione per mezza giornata o più. E’ già un problema molto grave, in quanto la malattia comporta un’ elevata mortalità e un alto tasso di recidive nel caso si riesca a tamponarla la prima volta, ma, in questo caso (come nell’infarto dell’uomo) il fattore tempo è essenziale per aumentare la percentuale di risoluzioni. Per quanto riguarda le cause della malattia, come già scritto, non abbiamo ancora certezze, anche se molti invocano una malattia cardiaca alla base, talvolta congenita talvolta acquisita. Fatto sta che sarebbe proprio dal cuore malato che si stacca questo piccolo coagulo di sangue in grado di occludere il torrente circolatorio e fare danni spesso devastanti.

La semplice auscultazione del cuore spesso non è sufficiente per le malattie cardiache del gatto, per cui sarebbe buona norma, nei soggetti di mezza età, fare una ecocardiografia, oggi alla portata di tutti anche come costi. Potrebbe fare la differenza tra la vita e una morte accompagnata da grandi sofferenze. Fonte
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