Finanziaria, alt di Fini al governo

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silvercloud87
00sabato 8 novembre 2008 11:04
Il pd: «Parlamento commissariato» .Vito: «Disponibili se i lavori procedono spediti»
Finanziaria, alt di Fini al governo:
«Deprecabile se mette la fiducia»

Berlusconi: «L'assalto alla diligenza è finito». La controreplica: «Tra assalto e discussione c'è differenza»


ROMA - La fiducia sulla finanziaria diventa terreno di scontro tra il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il premier Silvio Berlusconi, «alleati» di partito ma divisi dal tenore dei rapporti tra Parlamento e gverno. Sarebbe «politicamente deprecabile», ha detto il presidente della Camera, porre la fiducia sulla manovra fiscale, non consentendo ai parlamentari di correggere in Aula quando previsto dall'esecutivo. «Non si vuole capire che "l'assalto alla diligenza" è finito», è stata la replica del presidente del Consiglio. Mentre per il presidente del Senato, Renato Schifani, è «prematuro fare valutazioni».

ASSALTO E DISCUSSIONE - Alle parole di Berlusconi ha fatto eco la controreplica di Fini: «Tra l'assalto alla diligenza e far discutere il provvedimento alla Camera c'è una bella differenza».

FINI - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, aveva accolto a Montecitorio le proteste dell'opposizione, anche perché il testo non è stato nemmeno discusso in commissione Bilancio. «A prescindere dalle considerazioni sul merito, che non spettano alla presidenza della Camera, il fatto che la commissione Bilancio abbia approvato senza alcun emendamento il testo presentato dal governo rappresenta un'anomalia rispetto alla prassi. Un'anomalia che, come hanno rilevato gli esponenti dell'opposizione, non contrasta con i regolamenti, ma che deve essere oggetto di valutazione, soprattutto perché qualora il governo ponesse, legittimamente, la questione di fiducia, ci troveremmo in presenza di una situazione anomala e politicamente deprecabile, perché si toglie al Parlamento, in questo caso alla Camera, il diritto-dovere di discutere».

BERLUSCONI - Il premier Silvio Berlusconi è di parere opposto, e da Mosca risponde: «C'è molta difficoltà a capire che l'assalto alla diligenza è finito. Non è una cosa così facile un'innovazione di questo genere, perché taglia le gambe a molti, taglia le gambe a tutte le lobby».

IL PD - Nel suo intervento in aula, il vice presidente del gruppo Pd, Gianclaudio Bressa, aveva attaccato l'esecutivo: «Non c'è più neanche il 'continuum' auspicato da lei, signor presidente della Camera, fra maggioranza e governo. Siamo ormai al governo che espropria il Parlamento, compresa la sua maggioranza. Così non si può andare avanti». Quanto accaduto in commissione Bilancio, continua Bresa, «è solo l'ultimo esempio che dimostra come il governo stia stravolgendo la Costituzione per la parte che riguarda la formazione delle leggi». Più tardi, durante un'intervista a Youdem Tv, interviene anche Massimo D'Alema. L'ex ministro degli Esteri giudica «non tollerabili le continue forzature e manifestazioni di prepotenza da parte del governo, che calpesta le regole fondamentali del rapporto con il Parlamento».

IDV - «Da sei mesi - rincara la dose il capogruppo dell'Italia dei valori a Montecitorio, Massimo Donadi - denunciamo che questo governo calpesta ogni minima regola democratica. Se anche Fini è arrivato a denunciarlo, vuol dire che siamo arrivati oltre ogni livello di guardia». «Ormai - aggiunge - stanno cambiando il sistema costituzionale realizzando un presidenzialismo bislacco in cui un uomo solo al comando, al governo, decide per tutti».

LEGA - Anche dalla Lega arriva l'invito al governo a non porre la fiducia. A lanciare l'appello è il presidente della commissione Bilancio, Giancarlo Giorgetti, che ha chiesto all'esecutivo di «riflettere a fondo prima di porre la questione di fiducia e, a maggior ragione, prima di inserire argomenti nuovi». «Una simile decisione infatti - ha aggiunto - non potrebbe che apparire come un atto di arroganza nei confronti del Parlamento».

VITO - Poco dopo, è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, a spiegare che il governo è disposto a rinunciare al voto di fiducia, ma solo se si procederà a «un'approvazione ordinata della manovra di bilancio, tempestiva e coerente con le esigenze del Paese». A fronte dell'innovazione costituita dalla finanziaria 2009 - spiega Vito - appare del tutto coerente che l'esame in commissione, per il quale intendo ringraziare il presidente Giorgetti e il relatore Giudice che hanno garantito tempi adeguati e un notevole approfondimento, si concluda senza che al testo siano apportate grosse modifiche». «Il governo - aggiunge Vito in una nota - si augura che tale atteggiamento di serietà e rigore istituzionale, tanto più importante nell'attuale contingenza internazionale caratterizzata da una grave crisi economico-finanziaria, possa trovare conferma anche durante l'esame in assemblea. Sarebbe questo il modo migliore per consentire l'approvazione senza ricorso al voto di fiducia».


06 novembre 2008(ultima modifica: 07 novembre 2008)
corriere.it
-RunThePlanet-
00sabato 8 novembre 2008 13:42
bene, vedo che c'è ancora qualcuno che ragiona e che ha il coraggio di dire la sua tra le file della maggioranza (cosa rara di questi tempi)...
silvercloud87
00sabato 8 novembre 2008 15:56
dice la sua quando tanto non se ne fa più niente..bah..
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