Federalismo, Napolitano stoppa il dl "Irricevibile, prima informare le Camere"

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silvercloud87
00venerdì 4 febbraio 2011 15:03
Federalismo, Napolitano stoppa il dl
"Irricevibile, prima informare le Camere"

Il presidente della Repubblica rinvia al governo il controverso provvedimento. "Prima di approvarlo in difformità dagli orientamenti parlamentari doveva dare comunicazione alle Camere"

ROMA - "Irricevibile", così il presidente della Repubblica ha bocciato il decreto sul federalismo approvato ieri 1 in fretta e furia dal consiglio dei Ministri dopo la bocciatura nella commissione Bicamerale. "Non ci sono le condizioni per varare il decreto". Il Quirinale fa sapere di non poterlo emanare. Eppure ancora poche ore fa, sbarcando a Bruxelles per il Consiglio Europeo, Silvio Berlusconi aveva risposto a una domanda sui dubbi del Colle: "Spero di non aver problemi con Napolitano". La replica è arrivata in tarda mattinata, affidata a un comunicato: "Il presidente della Repubblica ha inviato una lettera al presidente del Consiglio in cui rileva che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione.

"Non sussistono - è scritto nella nota - le condizioni per procedere alla richiesta emanazione, non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l'esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall'art. 2 della legge n. 42 del 2009 che sanciscono l'obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari". Pertanto, riferisce ancora il Quirinale, "il capo dello Stato ha comunicato al presidente del Consiglio di non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal governo".

E'
questo il passaggio centrale della nota in cui il Quirinale spiega il motivo della irricevibilità del decreto sul federalismo municipale. Nota alla quale ha risposto, nel corso di "una lunga e cordiale telefonata", come l'ha definita il leader della Lega Umberto Bossi assicurando che si recherà in Parlamento insieme a Roberto Calderoli a dare comunicazioni sul decreto. Bossi, informa una nota, ha preso il duplice impegno di salire al Colle, la prossima settimana e, come preannunciato in conferenza stampa, di andare con il ministro Calderoli nelle aule parlamentari a dare comunicazioni sul decreto sul federalismo fiscale municipale.

Le reazioni. Per il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: "Dopo lo stop intimato dal Capo dello Stato e, soprattutto, dopo la bocciatura da parte del Parlamento al decreto sul federalismo, approvato ieri in fretta e furia dal Cdm, abbiamo la prova provata che il Paese si sta avviando verso un pericoloso regime. Se Berlusconi non viene fermato in tempo, e ci auguriamo che si dimetta, questo processo sarà irreversibile e peserà come un macigno sul futuro economico, politico, sociale e morale dell'Italia. Per il bene del Paese si restituisca subito la parola ai cittadini".

"Era evidente fin da ieri che sarebbe andata a finire così. Dopo la bocciatura della commissione bicamerale, tutti sapevano, anche quelli che nella maggioranza hanno fatto finta di niente, che il provvedimento sul federalismo non avrebbe potuto proseguire il suo iter". Ha affermato il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, che ha aggiunto: "Da Napolitano, garante come sempre assoluto delle nostre istituzioni, è venuto un atto ineccepibile che blocca una norma illegittima".

La decisione del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di considerare "irricevibile" il decreto sul federalismo municipale, senza che il governo abbia riferito alle camere, rappresenta "un atto dovuto", ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, lasciando Montecitorio. Per l'ex presidente della Camera "sarebbe stata una follia prendere una scorciatoia di questo tipo".

A nome di Futuro e libertà, Fabio Granata ha commentato: "Dopo lo stop di Napolitano, cosa aspetta la Lega a prendere atto che il berlusconismo è finito? Per riformare e modernizzare l'Italia occorre aprire una pagina nuova e costituente nella quale la Lega può essere, insieme a noi e alle altre forze politiche, protagonista. Ma Berlusconi deve fare un passo indietro e non paralizzzare l'Italia e la politica italiana".

(04 febbraio 2011)
Repubblica.it
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