Edward Estlin Cummings

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Frida07
00venerdì 21 marzo 2008 17:55

Edward Estlin Cummings (abbreviato in e.e. cummings, Cambridge USA, 14 ottobre 1894 - North Conway, 3 settembre 1962) fu un poeta, pittore, saggista e drammaturgo americano.

Compiuti gli studi ad Harvard, prestò servizio d'ambulanza sul fronte francese durante la prima guerra mondiale. Accusato ingiustamente di spionaggio, venne internato a La Ferté-Macé; da questa esperienza egli trasse ispirazione per Lo stanzone (in inglese Enormous Room, 1922), libro polemico e allo stesso tempo patetico e divertente.

Cummings è celebre per il suo uso poco ortodosso delle maiuscole e delle regole della punteggiatura, e il suo uso avanguardista ed innovativo delle convenzioni sintattiche. Nei suoi scritti si trovano segni di punteggiatura inaspettati ed apparentemente fuori posto che interrompono frasi intere o perfino singole parole. Molte delle sue poesie, per via dell'accurata disposizione grafica dei versi, sono più facilmente comprensibili sulla pagina scritta, rispetto alla lettura ad alta voce.

Tra le sue opere principali: Tulipani e camini (1923), XLI Poesie (1925), Poesie 1923-1954 (1954).
Frida07
00venerdì 21 marzo 2008 17:59



il tuo ritorno sarà il mio ritorno-
i me stesso ti seguono, io solo resto;
un'effige d'ombra o che pare
(un quasi qualcuno ch'è sempre nessuno)
un nessuno, che, fino al loro e tuo ritorno,
passa perenne la sua solitudine
a sognare i loro sguardi aprirsi al tuo mattino
a sentire le stelle levarsi nei tuoi cieli:
quindi, nel nome misericordioso dell'amore,
non tardare più di quanto io privo di me
sopporti l'assenza dell'attimo in cui un altro
stringa fra le braccia la mia stessa vita che è tua
-quando paure, speranze, credi, dubbi, spariranno.
Ovunque e della gioia perfetta integrità siamo



Frida07
00venerdì 21 marzo 2008 18:00

Così piccole mani

Il tuo più tenue sguardo
facilmente mi aprirà
benché abbia chiuso me stessa
come dita
sempre mi apri petalo per petalo
come la primavera fa
toccando accortamente
misteriosamente la sua
prima rosa
e io non so quello che c’è
in te che chiude e apre
solo qualcosa in me
comprende che è più
profonda la luce dei tuoi
occhi di tutte le rose.
Nessuno… neanche
la pioggia ha…
Così piccole mani.



Frida07
00venerdì 21 marzo 2008 18:01

Mi piace il mio corpo quand'è col tuo

Mi piace il mio corpo quand'è col tuo
corpo. È una cosa tanto nuova.
Muscoli meglio e nervi di più.
mi piace il tuo corpo. mi piace quel che fa,
e il come. mi piace sentir la sua spina
dorsale, le sue ossa e il tremolante
-liscio-sodo che bacerò
ancora ancora e ancora
di te mi piace baciare questo e quello,
mi piace, lentamente accarezzare, il folto
elettrico pelo, e quel che viene a carne
che si separa... E occhi grandi briciole d'amore,
e forse mi piace il brivido
di sotto me te così nuova




Frida07
00venerdì 21 marzo 2008 18:02


Quando ho pensato a te un po'

Quando ho pensato a te un po'
troppo e preso da perfetta e
pura Lussuria... sento a poco
muoversi muscoli, e quel che
mi accadrà prima di chiudere... ti
amo capisci... sento il tuo corpo
lesto afferrarmi come bianchi frizzi
(il mero attimo di perfetta fame
Sì)
stupendo nuota
il mondo burlone nel mio sangue immane,
scoppietta il cervello Al rapido abbaglìo
- e furioso menando, prismatico, per voglie,
il ciancèro io scorge con paura isterica
un buffo girino dimenarsi in piacevole mota


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