Dilbert, il camera cafè formato fumetto

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totalwar
00martedì 29 novembre 2005 16:43
Dilbert, la satira
dalla parte dei computer



Il miglior interprete dell'Era del Computer non è un sociologo né un tecnologo. E' un buffo omino con la testa allungata, gli occhiali ed una cravatta a strisce rosse e nere con la punta immancabilmente piegata verso l'alto. Si chiama Dilbert, e esce dalla penna di Scott Adams, un disegnatore di fumetti che è riuscito a concentrare nel suo personaggio speranze, idiosincrasie e trepidazioni dei "techies", i milioni di ingegneri, tecnici e impiegati qualunque che lavorano nelle grandi aziende di ogni parte del mondo. Dilbert vive in un "cubicolo aziendale", ama e capisce i computer molto meglio delle persone e combatte via email una vana battaglia contro l'insipienza dei suoi capi, la cui complessiva stupidità è superata solo dalla più completa ignoranza tecnologica.
Da un certo punto di vista, Dilbert è l'erede anni Novanta di storiche "strisce impiegatizie" come il britannico Bristow, reso famoso in Italia dalla rivista "Linus" ormai trent'anni fa. Ma nei fumetti di Dilbert non c'è solo la satira dei meccanismi perversi delle aziende, opportunamente aggiornata per tener conto delle nuove tendenze introdotte dai computer. La ragione del suo enorme successo (negli Stati Uniti lo pubblicano più di 800 quotidiani), è soprattutto l'ironia, affettuosa, ma implacabile, con cui descrive vizi e manie dell' "homo tecnologicus" di oggi. Dilbert è un "nerd" senza dubbi o pentimenti, appartiene a una specie a parte, quella degli "ingegneri, scienziati, programmatori e altra gente strana". Di questa bizzarra tribù, Adams racconta mode e passioni con la cura di un etologo alle prese con un branco di gorilla di montagna (e infatti una delle sue strisce più felici ci mostra appunto "Ingegneri nella Nebbia").

Il bersaglio preferito è il rapporto privilegiato tra Dilbert e le macchine. Insieme a un calcolatore, Dilbert, come molti dei suoi fan, si trova assai più a suo agio che con la gente. "Oooh! Non vedo l'ora di collegare al mio computer questo nuovo processo romostatico di compressione dati in tempo reale!", esulta di ritorno da un'incursione nel suo negozio preferito di hardware. Oppure, contemplando estasiato il suo nuovo, superpotente, calcolatore, intona l'Inno del Nerd: "La gente che non ha bisogno della gente è più fee-e-eeliceee!"

Amatissimo dagli utenti Internet, che si riconoscono in massa nei suoi personaggi, Scott Adams dichiara di realizzare le sue storie soprattutto grazie ai suggerimenti e agli aneddoti che gli arrivano ogni giorno a centinaia attraverso la posta elettronica. Le strisce di Dilbert escono in rete quotidianamente, a 24 ore di distanza dall'edizione cartacea, e per molti cybernauti la prima pagina Web che si consulta al mattino è quella della "Dilbert Zone", il sito dove Adams pubblica le sue storie e dove una serie di mailing list, fotografie, animazioni, concorsi digitali e gadget di ogni genere e natura permettono al disegnatore e ai suoi fan di esplorare in chiave satirica ogni ambito della comunicazione elettronica.

I libri di Dilbert sono dei best seller internazionali da milioni di copie, e hanno titoli come "Still Pumped From Using the Mouse" ("Pompato dall'uso del mouse", edito in Italia da Comix), "Fugitive From the Cubicle Police" o "The Dilbert Principle", "Il principio di Dilbert", edizioni Garzanti). A fare la fortuna di Scott Adams, che grazie al successo dei suoi fumetti ha potuto finalmente smettere di fare l'impiegato alla Pacific Bell, è la felice identificazione tra il suo personaggio e i suoi lettori. Perché Dilbert è diverso, timido, vessato dai suoi capi e incapace di portare a cena fuori una donna senza farla addormentare per la noia. Ma sa che le macchine saranno sempre dalla sua parte e tutto sommato si trova benissimo così. Esattamente come il suo pubblico.

totalwar
00martedì 29 novembre 2005 16:46
un pò di immagini:









fonte: Kiekati.com
totalwar
00martedì 29 novembre 2005 16:47
il boss


Il Boss (ovvero Il Capo): è il peggior incubo di ogni impiegato. Ha lavorato parecchio tempo per diventare ancora più mediocre e senza scrupoli di com'era. E ci è riuscito davvero benissimo.
Per quanto riguarda la stupidità, invece. No..quella è innata.
totalwar
00martedì 29 novembre 2005 16:47
Ratbert



Ratbert: non è facile far parte della destata, disgustosa famiglia dei roditori, Ratbert ce la mette tutta per farsi apprezzare. Inguaribile ottimista, viene continuamente frustrato nel suo desiderio di affetto
totalwar
00martedì 29 novembre 2005 16:48
catbert



Catbert (ovvero Gattbert): appartiene ovviamente alla razza felina, ma attualmente recita la parte del capo del personale.
È perfetto per l'impiego: ha un aspetto dolce e disarmante, ma non gli importa un fico secco se vivi o muori.
totalwar
00martedì 29 novembre 2005 16:49
dogbert



ogbert (abbiamo deciso di tradurlo Canbert per fedeltà allo spirito canino e anche per una certa assonanza con il Camembert): geneticamente potrebbe essere un cane, ma si guarda bene dall'essere il miglior amico dell'uomo. Tratta gli umani con disprezzo, in particolar modo il suo padrone (?) Dilbert. La sua (non tanto) segreta ambizione è conquistare il mondo e asservire il genere umano.
totalwar
00martedì 29 novembre 2005 16:50
e infine... il protagonista: Dilbert




Lavora nel cubicolo di un'azienda high-tech, ha una cravatta in poliestere che vive di vita propria ( è uno dei frequenti tocchi di surrealismo), e ama la tecnologia più del genere umano.
Si chiama Dilbert ed è il flemmatico protagonista di una striscia a fumetti che in pochissimi anni è letteralmente esplosa negli Stati Uniti: pubblicata su 800 giornali, viene letta da 60 milioni di persone, è il primo «syndicated cartoon» ad avere la sua «zona» in Internet e non c'è muro di ufficio o terminale di computer da cui non occhieggi una sua vignetta.
Il perché di questo successo in continua crescita sembra risiedere nel fatto che Dilbert è un tizio sottoposto ai capricci di gente che sta più in alto di lui nella catena aziendale. Quasi chiunque finisce col subire un processo di identificazione; chi non lo fa è solo perché si trova in vacanza a St. Moritz o alle Bahamas ignorando bellamente i fax dei dipendenti.
Scott Adams ha iniziato a schizzare il suo buffo personaggio senza bocca mentre era impiegato alla Pacific Bell, poi, dato l'imprevisto e irresistibile successo del suo fumetto, ha abbandonato senza troppi rimpianti la grande azienda. Non per questo gli sono venuti meno gli spunti comici del mondo del lavoro, anzi molti gli sono suggeriti dalle esperienze di vita vissuta contenute nei 3.500 messaggi che riceve settimanalmente «on-line».
Nel cinico mondo del lavoro aziendale, Dilbert è alle prese con vari tipi di inettitudini impiegatizie e di carognerie tecnologiche e si avvale della presenza dei suoi eccezionali comprimari



fonte di tutti i profili: www.linus.net
totalwar
00martedì 29 novembre 2005 19:36
il creatore: Scott Adams


Scott Adams, 46 anni, cresciuto tra le montagne del Catskill nello stato di New York e poi trasferitosi a fare il college a Berkeley in California, ha lavorato in banca dal 1979 al 1995, iniziando a disegnare le comic strip di Dilbert nel 1989. Le strisce sono il frutto delle sue esperienze lavorative in banca, dove le umiliazioni e il cinismo dei superiori erano all’ordine del giorno. Nel 1988 compra il libro Artist Markets e, seguendo le istruzioni di come entrare a fare parte di un Syndicate di cartoonist, invia alcune tavole alla società più importante degli Usa, la United Media. Dopo poche settimane viene contattato e messo sotto contratto. Nel 1989 avviene il suo debutto dopo mesi di prove e limatura dello stile, diventando così ufficialmente un cartoonist professionista. Il successo è immediato e in quattordici anni pubblica 22 libri stampati in dieci milioni di copie. Dilbert appare su duemila giornali in 65 Paesi del mondo, diventando una delle strip più famose della storia. Ma Scott Adams ha un’altra grande passione: il cibo. Fonda così la Scott Adams Food Inc, società che produce alimenti ricchi di vitamine e minerali, aprendo poi lo Stacey’s Café a Pleasanton in California.
Per saperne di più collegati al sito Internet www.dilbert.com



fonte: www.linus.net
totalwar
00martedì 24 gennaio 2006 16:09
Come in tutte le rappresentazioni intelligenti non ci sono buoni e cattivi: alla demenzialità della dirigenza si contrappone un cinico egoismo e un'idiozia sconfinata degli impiegati. Il sarcasmo sull'alienazione da ufficio è feroce, lontano dalla pacata parodia che si poteva trovare in Bristow, storica striscia ambientata nel mondo dei colletti bianchi. L'ambiente freddo e impersonale degli uffici è tratteggiato da un disegno minimalista fino all'eccesso. Gli spunti comici sono in presa diretta dalla realtà.
Scott Adams è stato a suo tempo un impiegato e riceve ogni settimana in una mail-box apposita, scottadams@aol.com, migliaia di segnalazioni su cretinate aziendali.
totalwar
00martedì 24 gennaio 2006 16:10
questa vignetta è bellissima


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