Deputati, dipendenti, pensioni Montecitorio taglia solo 60 milioni

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
silvercloud87
00giovedì 29 luglio 2010 18:48
Deputati, dipendenti, pensioni
Montecitorio taglia solo 60 milioni

E i peones della politica protestano: "Abbiamo il mutuo"
di CARMELO LOPAPA

Deputati, dipendenti, pensioni Montecitorio taglia solo 60 milioni

ROMA - Poca voglia di scherzare. Visi cupi in Transatlantico, fin dal mattino. L'Ufficio di Presidenza chiude la pratica presto e la voce corre rapida. Hanno sperato fino all'ultimo, gli onorevoli. Che il taglio fosse un taglietto, che l'incisione in busta paga fosse light, che il 10 per cento sì, va bene, ma sulla sola indennità, 550 euro in tutto e via. E invece no.

Il presidente Gianfranco Fini si impunta - per una volta tutti d'accordo in Ufficio di Presidenza di Montecitorio anche i pidiellini berlusconiani non osano contraddire - e allora zac: mille euro. Che poi, a voler essere pignoli, non sarebbero nemmeno quel 10 per cento del totale dettato dalla manovra Tremonti, dato che il netto complessivo dei deputati ammonta a poco meno di 15 mila euro al mese. Ma tant'è. "Andrà bene ai nostri colleghi che continuano a fare gli avvocati, i medici e gli imprenditori, non certo a noi che viviamo e facciamo politica e paghiamo il mutuo solo con quell'indennità", mugugna un parlamentare di opposizione nell'atrio della Camera e come lui tanti altri.

Sta di fatto che i due "prelievi" da 500 euro, decisi ieri, non incideranno sull'indennità (pensionabile) ma sulle voci "diaria" e "rimborso spese". Solo quelle accessorie, hanno notato subito i più scafati. "Ma un motivo c'è ed è inattaccabile - mette le mani avanti Gregorio Fontana, Pdl, deputato segretario - l'indennità è tassata e se l'avessimo ridotta del 10 per cento, sarebbe diminuita la base imponibile e lo Stato avrebbe incassato meno. Meglio incidere sulle voci non soggette a imposizione". Tutto partirà comunque dal primo gennaio. Alla Camera come al Senato, che adotterà analoghe misure domani.

Sessanta

I benefici saranno realizzati in 3 anni Stop ai portaborse fantasma. Adesso tocca al Senato

milioni in tre anni il risparmio stimato a Montecitorio. Venti milioni dai tagli agli onorevoli, 20 sui dipendenti, 20 su vari capitoli di spesa che i Questori dovranno individuare a fine anno. "E se vogliamo dirla tutta - calcola Gabriele Albonetti, deputato questore Pd - dal 2005 ad oggi, dai tagli del 10 per cento imposti da Casini, passando per il blocco degli aumenti di Bertinotti, il deputato ha subito una riduzione del 30 per cento, sia chiaro a tutti". Altri, molti, hanno pure tirato un sospiro di sollievo non appena hanno saputo che il "prelievo" non sarebbe stato da 2.127,19 euro lordi al mese, pari al 10 per cento effettivo. Il fatto che uno dei due tagli tocchi il rimborso spese per i collaboratori da 4.190 euro al mese, poi, è stata la conferma che in realtà quei soldi vengono di norma incassati e non utilizzati per i portaborse, dalla gran parte dei deputati. D'altronde, ci sarà un motivo se a Montecitorio risultano registrati ad oggi solo 220 contratti regolari di collaboratori su 630 deputati. Le loro organizzazioni (Ancoparl, Cocoparl) protestano e temono falcidie.

Ma a fare la loro parte di sacrificio, è stato deciso ancora ieri, saranno anche gli oltre 1700 dipendenti della Camera (presto anche al Senato). Non solo per via del 10 per cento sulle buste paga dei 320 burocrati che guadagnano più di 150 mila euro l'anno. Non solo per il 5% che sarà chiesto a chi guadagna tra 90 e 150 mila e per lo stop per tre anni agli adeguamenti Istat. Ma soprattutto per le novità in arrivo sul sistema pensionistico. Un primo giro di vite è arrivato il 22 luglio dal "Comitato per gli affari del Personale", guidato dal vicepresidente della Camera Antonio Leone. Anche qui, il diktat di Fini è quello di abbattere il sistema di privilegi che vige a Montecitorio: scivoli e agevolazioni e spesso pensioni baby anche sotto i 55 anni.

Il meccanismo resta abbastanza favorevole, pur con una stretta: il "Cap" della Camera ha portato da 35 a 40 l'anzianità contributiva ed ha fissato in 60 anni l'età minima per andar via, ma lasciando la possibilità di farlo anche a 57 con una penalizzazione. A conti fatti, un meccanismo che resta comunque con i fiocchi rispetto a tutti gli altri dipendenti pubblici (e privati). "Giusto che i nostri funzionari abbiano retribuzioni in linea con la loro professionalità - ancora Fontana, Pdl - Altrettanto giusto che facciano sacrifici, come noi: non era più ammissibile che andassero in pensione a 53 anni".

(28 luglio 2010)
Repubblica.it
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:47.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com