Croce sul tricolore, stop di La Russa "Proposta fatta da chi non lo ama"

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silvercloud87
00martedì 1 dicembre 2009 17:10
Il ministro della Difesa: "Solo una battuta che può fare chi non capisce che non si possono sventolare
bandiere diverse ogni giorno". Frattini: "E' una è una proposta assolutamente normale"
Croce sul tricolore, stop di La Russa
"Proposta fatta da chi non lo ama"

Ma il Carroccio rilancia: "Adesso un referendum sulle moschee"
Maroni: "E' sempre un bene fare esprimere il popolo"

ROMA - E' uno stop in piena regola. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa boccia la provocazione del viceministro Roberto Castelli che propone di mettere la croce nel Tricolore. Un'uscita che al leghista è saltata in mente dopo il voto sul divieto di costruire minareti in Svizzera. Un nesso che, però, La Russa non vede. "La Svizzera - spiega il ministro invitato al tavolo sulle infrastrutture collegate all'Expo, proprio assieme a Castelli - ha fatto molto bene a esprimere un'opinione che conferma che non bisogna mai discriminare ma nemmeno arrendersi a un futuro, non dico multietnico che mi va bene, ma multiculturale".

Ma quella scelta ha poco a che vedere con le idee della Lega: "Far discendere un cambiamento della bandiera, lo può fare solo chi non la ama: non è nemmeno una provocazione, è solo una battuta che può fare chi non capisce che le bandiere non sono bandierine che se ne possa sventolare una diversa ogni giorno". Quanto al crocefisso, secondo La Russa "basta saperlo tenere dentro la nostra cultura e la nostra tradizione cristiana".

Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini la proposta della Lega invece è "suggestiva". "Noi per ora vogliamo difendere il diritto a tenere il crocifisso nelle nostre classi - ha detto a margine della presentazione della collezione Farnesina Design - poi vediamo se si può fare di più". "In fondo" - ha aggiunto Frattini - ci sono nove Paesi europei che hanno il crocifisso nella loro bandiera, è una proposta assolutamente normale". Il ministro è stato meno tranquillo sul referendum Svizzero anti-minareti. Il titolare della Farnesina ha spiegato che "guardiamo con preoccupazione messaggi di questo genere, messaggi di diffidenza e addirittura di proibizione verso un'altra religione come quella islamica".

Ieri Castelli era stato la lapidario. "Occorre un segnale forte per battere l'ideologia massonica e filoislamica che purtroppo attraversa anche le forze alleate della Lega" aveva detto l'esponente del Carroccio. Lanciando l'idea della modifica del Tricolore. Che però trova l'altolà anche del sindaco di Roma, Gianni Alemanno: "Queste proposte hanno un sapore demagogico, bisogna essere seri". E sempre dal fronte degli ex di An si leva un commento preoccupato sull'esito del referendum svizzero: "Rischia di alimentare lo scontro tra religioni e l'intolleranza", dice Italo Bocchino, vice Presidente del gruppo del Pdl.

"Basta poco per capire il trucco e per comprendere che si tratta in fondo della solita provocazione" rilancia il periodico online della fondazione Farefuturo, presiedutada Gianfranco Fini.

Anche dall'opposizione si levano voci critiche. "La Lega deve smetterla con le provocazioni contro i simboli dell'Italia unita. Queste provocazioni - osserva il vicepresidente dei senatori Pd, Luigi Zanda - sono ancora più gravi perché fatte da chi siede in Parlamento e dovrebbe rappresentare tutti gli italiani". oma, 30 nov. Per il il presidente dei senatori Udc Gianpiero D'Alia, quella della Lega è una "sparata senza senso. Chi predica come la Lega l'intolleranza e l'odio razziale non può utilizzare i valori cristiani a uso strumentale e demagogico".

La Lega, però, insiste e rilancia. "Dal referendum sui minareti in Svizzera a quello sulle moschee in Italia, il passo per la Lega è breve. E' urgentissimo il referendum" attacca l'europarlamentare leghista Mario Borghezio. E le parole del ministro dell'Interno, Roberto Maroni sembrano accarezzare questa scelta: "E' utile sempre in democrazia ascoltare ciò che vuole il popolo e non elite più o meno illuminate. La Lega lo fa".

(30 novembre 2009)
Repubblica.it
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