Crisi finanziaria: commenti e info

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silvercloud87
00lunedì 10 novembre 2008 18:11
Jacopo Fo
prima parte..




seconda parte..

silvercloud87
00lunedì 10 novembre 2008 18:11
La crisi che sta scuotendo il mondo e che minaccia di avere ripercussioni tragiche sulle tasche di miliardi di persone ha come sua origine un gioco speculativo criminale. Speculazioni che hanno fatto guadagnare miliardi di dollari sono esplose e ora tutti dobbiamo pagare. Il trucco diabolico sta in due paroline eleganti: LEVE FINANZIARIE: io posso vendere un'azione che oggi non possiedo impegnandomi a comprarla e poi venderla fra dieci giorni. Non sono pazzo è così. Io mi impegno a venderti fra dieci giorni, a un dollaro, una certa azione che oggi vale un dollaro e mezzo. Cioè scommetto che fra dieci giorni varrà di meno e che quindi potrò comprarla a meno di un dollaro e quindi ci guadagnerò vendendola a un dollaro come ho promesso. Ma posso anche impegnarmi a coprire una parte del disastro che può colpire una banca che vende sottocosto un titolo che poi non crolla. Hanno creato torri a labirinto costituite da scommesse su scommesse su scommesse. Sono state inventate scommesse finanziarie di questo tipo sempre più complicate tanto da sviluppare LEVE FINANZIARIE capaci di permettermi di comprare fino a 30 o a 60 volte di più di quanto i miei soldi reali possano fare. Alla fine le casse di decine di banche e assicurazioni erano piene di valori inesistenti e impegni per acquisti futuri che non c'erano più i soldi per realizzare.E ci si stupisce che a un certo punto questo giochino scoppi? Ma non è tutto: questo sistema è costruito in modo tale che naturalmente tende a creare crolli: è quando qualcuno va a picco che ci si guadagna di più. Il crollo di alcuni gruppi finanziari ha rischiato di far saltare il sistema economico mondiale ma contemporaneamente ha arricchito in modo inimmaginabile altri gruppi finanziari che hanno spinto verso il fallimento guadagnandoci in modo esagerato. E chi ci guadagna? Le multinazionali? NO. Le multinazionali, intese come Spa (quindi milioni di azionisti) sono in realtà il terreno di caccia dei manager. I manager delle grandi aziende che sono fallite non hanno perso un soldo. Anzi: Il gioco drogato di questi anni ha pemesso loro, grazie ai guadagni fittizzi e virtuali che avevano creato artificiosamente, di moltiplicare in modo esponenziale i loro stipendi da favola. Si parla di bonus di entrata in una Spa di 15 milioni di dollari. Negli ultimi 5 anni gli stipendi dei manager sono aumentati negli usa di 18 volte!!!! Sono loro i nuovi imperatori, combattono battaglie mortali (per le aziende che sono chiamati a dirigere nell'interesse degli azionisti) usando le Società per Azioni come carri armati sfruttando la stupidità dei risparmiatori. Ma loro, i manager, non muoiono mai. Tutto quello che fanno è perfettamente legale. Quando un carro armato si rompe saltano sopra un altro.

jacopofo.com
silvercloud87
00giovedì 20 novembre 2008 01:14
La crisi finanziaria: tutto ebbe inizio con un Nobel
di Mario Margiocco



La crisi che ha portato al fallimento di Lehman Brothers, al salvataggio di Aig e delle agenzie di mutui Fannie Mae e Freddie Mac costerà molto al sistema finanziario internazionale in genere e americano in particolare. Circa 1.500 miliardi di dollari in tre anni, 2007-2009, ha pronosticato quest'estate il Nobel dell'economia Joseph Stiglitz. Vede protagonisti alcuni dei prodotti finanziari più complicati fra quanti furono mai inventati, e computerizzati, da mente umana.
Tuttavia, è anche una storia semplice.

Bisogna partire dalle innovazioni finanziarie di 20 anni fa, e dal mercato, il mercato immobiliare americano soprattutto, di sette-otto anni fa.
Il Bollettino dell'Harvard Business School salutava nel 1997 il Nobel a un suo professore, Robert C. Merton, con queste parole: «In effetti, usando la formula di Merton, diventa possibile costruire un portafoglio virtualmente privo di rischi». Detto semplicemente, spalmandoli su così tanti prodotti e soggetti economici da rendere il rischio zero, o quasi. C'è chi, pur apprezzando questi prodotti se usati con prudenza, non ha mai creduto al loro valore taumaturgico. Altri, e sempre più, fra cui le grandi banche di Wall Street, alla fine li presentavano come il toccasana. Il tempo crea assuefazione, se tutto fila liscio. E i derivati, così si chiamano, rendevano ottime commissioni.


Come nasce la bolla immobiliare

Venti anni dopo (il Nobel a Merton e nel '95 a Robert E. Lucas, il vero custode della teoria, arriva alcuni lustri dopo le scoperte matematiche), entra in scena il mercato immobiliare americano.
I tassi sono bassi. Con la sicurezza garantita dalle formule per i derivati, e prodotti analoghi, i mutui vengono offerti anche a chi al minimo stormir di fronde potrebbe avere difficoltà a pagare. Non importa, il valore delle case cresce sempre e quindi chi compera oggi guadagnerà domani. E' la corsa al sogno americano. E le commissioni sono laute per chi emette i mutui, per chi lo cartolarizza, cioè li suddivide, mescola e impacchetta in prodotti finanziari da rivendere. Questi prendono le vie del mondo.

Il meccanismo si inceppa un 18 mesi fa, e si blocca nell'agosto 2007. I prezzi delle case incominciano a scendere, e presto c'è chi si trova col mutuo che vale più della casa. Qualcuno non paga. Il flusso di denaro necessario a onorare le cedole sui titoli legati all'immobiliare e di cui banche, finanziarie e anche stranieri si sono riempiti (rendevano assai più dei titoli del Tesoro), si prosciuga. Incominciano le perdite. I titoli crollano e diventano spazzatura.

La crisi si allrga a macchia d'olio

Incominciano le crisi, le vendite stracciate. E giù giù fino alla nazionalizzazione di Fannie Mae e Freddie Mac, i due giganti semipubblici che dovevano salvare il mercato dei mutui, e che invece hanno avuto bisogno di essere salvati dal contribuente. E i fallimenti a Wall Street. E le perdite nel sistema bancario internazionale, anche in Europa, per fortuna non forti in Italia. Lehman è stata atterrata, più di tutto, da 80 miliardi di titoli legati ai subprime e che nessuno sa oggi quanto valgono.
E non è finita. La nazionalizzazione di Fannie e Freddie ha annientato l'azionariato, dove sono presenti molte banche Usa. Presto sapremo chi resiste alla botta e chi no. E i contraccolpi del fallimento Lehman sono ancora tutti da contabilizzare. Ci saranno altre giornate nere, probabilmente, almeno fino ai primi mesi del 2009. Poi, quando il grosso delle perdite sarà contabilizzato e in qualche modo digerito, si incomincerà a risalire. Non è un '29. Allora il mondo perse la testa. I nazionalismi e le rivalità complicarono maledettamente la crisi. Oggi dovrebbe essere assai diverso. Ma, senza dubbio, costoso come ha dimostrato anche il salvataggio Aig.

IlSole24Ore
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