Cavalli, il viaggio dell'orrore

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isa46
00martedì 12 febbraio 2008 13:19
ROMA
Nuovo video-denuncia e nuovo dossier da parte della Lega anti-vivisezione (Lav), stavolta sul trasporto dei cavalli in condizioni «drammatiche e spesso illegali», in violazione delle leggi sulla salute degli animali. Sono circa ottantamila, scrive la Lav, gli animali costretti a «viaggi mortali» verso l’Italia», che «importa l’84% dei cavalli vivi movimentati nell’Ue, equivalenti a circa 80mila cavalli vivi nel 2006 e a 90mila nel 2005».

Il documento racconta il viaggio Spagna-Italia di un gruppo di cavalli su camion per 36-46 ore, »spesso senza riposo, senza cibo e acqua adeguati - spiega la Lav - a temperature che d’estate superano i 40 gradi«. Durante i lunghi viaggi, gli animali »sono costretti a stare sugli escrementi e il gas di ammoniaca generato dall’urina può irritare le vie respiratorie sia degli animali che degli uomini«.

«Con 170mila cavalli macellati ogni anno - si legge in una nota - l’Italia detiene il negativo primato del più alto consumo europeo di carni equine, sebbene in flessione rispetto agli anni ’90 (260mila cavalli macellati in Italia nel 1995)«. La normativa comunitaria prevede che i cavalli viaggino in box singoli e possano riposare, avere cibo e acqua sufficienti, ma »viene regolarmente ignorata«, sottolinea il vicepresidente Lav, Roberto Bennati. In Italia gli animali arrivano soprattutto da Spagna ed Est Europa (Lituania, Romania e Polonia).

L’Unione europea »entro quest’anno - prosegue Bennati - proporrà nuove e più restringenti norme per ridurre i tempi di viaggio e le densità di carico degli animali vivi destinati al macello«. Su questo tema, la Lav lancia un appello ai ministri della Salute e delle Politiche agricole: »Chiediamo l’impegno a seguire questa linea a contrastare le illegalità e a fermare questo crudele trasporto di animali vivi«. Il trasporto su lunga distanza di animali vivi destinati alla macellazione »è un grande business mondiale - dice Bennati - malgrado gli evidenti e seri problemi di salute, di sicurezza e di qualità della carne che provoca«.

Il consumo di carne di cavallo si concentra in Italia in Puglia (32% del totale nazionale), Lombardia (14,3%), Piemonte (10,8%), Emilia Romagna (9,2%), Veneto (7,6%), Lazio (5,5%). Il consumo procapite è di quasi 1 kg. La Lav ha distribuito il dossier in Italia mentre in tutto il mondo è distribuito dalla Coalizione internazionale Handle with Care (Trattare con cura). Gli effetti del trasporto sugli animali, e quindi »sulla qualità delle carni«, non sono soltanto lesioni ed ecchimosi. Ma anche la cosiddetta carne Dfd (dark, firm, dry: scura, rigida e secca), provocata dal consumo del glicogeno nei muscoli a causa della spossatezza degli animali dovuta ai lunghi viaggi; una maggiore durezza delle carni e la cosiddetta carne Pse (pale, soft, exudative: pallida, molle, essudativa); contaminazioni da salmonella.

I tassi di mortalità degli animali sono maggiori in presenza di temperatura e umidità elevate: gli scienziati affermano che questo tasso aumenta significativamente anche del 50% a seconda della durata del viaggio, circa il 70% dei decessi si verifica a bordo del camion e il restante durante la stabulazione. Lo stress subito dagli animali li rende più vulnerabili alle infezioni. Tra le malattie legate al trasporto: l’ipertermia maligna, i colpi di calore, la sindrome da stress (Pss).

LaZampa

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