Carnevale nelle nostre città

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
Lostrys63
00giovedì 19 febbraio 2009 20:28
A Napoli molte sono le feste che si stanno organizzando nei locali.
Per assistere alle tradizionali sfilate di carri e maschere però bisogna recarsi in provincia, come a...
[SM=x1781284]



CARNEVALE PALMESE - Palma Campania (NA)

L’allegria a tavola

Il carnevale, oltre ad essere la festa dell’allegria e della spensieratezza è da sempre un momento legato ai piaceri della tavola e a sontuosi banchetti. Il 22, 23 e 24 Febbraio a Palma Campania, in provincia di Napoli, nella tradizionale cornice della storica competizione musicale che vede protagoniste le quadriglie, i gruppi carnevaleschi locali, che si sfideranno in un’epica battaglia a colpi di note per la conquista dell’ambito palio, i buongustai potranno assaporare i piatti tipici della tradizione napoletana e palmese preparati per il carnevale. Un menù di prelibatezze completo e invitante viene preparato ogni anno in tutte le case palmesi seguendo le ricette tramandate dalle massaie, giunte sino a noi grazie alla volontà di preservare gli antichi sapori della propria terra. Menù che viene riproposto per l’occasione dai ristoratori della zona, cha hanno saputo interpretare in chiave originale e raffinata i piatti della tradizione. Si comincia con un ricco primo piatto: le lasagne, per proseguire con polpette, braciole e pizza di scarole, accompagnate da patate fritte e friarielli, fino ad arrivare ai dolci, i veri protagonisti delle tavole: migliacci, struffoli, chiacchiere e sanguinacci. Il visitatore, giunto a Palma Campania per divertirsi nello spirito tipico del carnevale, avrà l’occasione di immergersi in un mondo di sapori e profumi nuovi, che arricchiranno il suo soggiorno di un’esperienza coinvolgente ed esaltante.

Dal 22 al 24 febbraio le tavole sono in festa a Palma Campania!
Lostrys63
00giovedì 19 febbraio 2009 20:32
Carnevale in Campania


Carnevale a Villa Literno
Lo chiamano IL CARNEVALE DELE FAMIGLIE
Majorettes, sfilate di carri,
degustazione di leccornie carnevalesche!

[SM=x1781269]
Lostrys63
00giovedì 19 febbraio 2009 20:43
Uno dei più belli e colorati: il Carnevale di Viareggio



E da voi che si fa?
We.are.the.black.parade.
00giovedì 19 febbraio 2009 21:11
Carnevale di Viareggio
Il Carnevale di Viareggio è considerato uno dei più importanti e maggiormente apprezzati carnevali a livello internazionale. A caratterizzarlo sono i carri allegorici più o meno grandi che sfilano nelle domeniche fra gennaio e febbraio e sui quali troneggiano enormi caricature in cartapesta di uomini famosi nel campo della politica, della cultura o dello spettacolo, i cui tratti caratteristici - specialmente quelli somatici - vengono sottolineati con satira ed ironia. I carri - che sono i più grandi e movimentati del mondo - sfilano lungo la passeggiata a mare viareggina, un viale di oltre tre chilometri che si snoda tra la spiaggia e gli edifici di stile liberty che si affacciano sul mar Tirreno.
We.are.the.black.parade.
00giovedì 19 febbraio 2009 21:11
Carnevale ambrosiano
Dove si osserva il rito ambrosiano, ovvero nella maggior parte delle chiese dell'arcidiocesi di Milano e in alcune delle diocesi vicine, la Quaresima inizia con la prima domenica di Quaresima; l'ultimo giorno di carnevale è il sabato, 4 giorni dopo rispetto al martedì in cui termina dove si osserva il rito romano.

La tradizione vuole che il vescovo sant'Ambrogio fosse impegnato in un pellegrinaggio e avesse annunciato il proprio ritorno per carnevale, per celebrare i primi riti della Quaresima in città. La popolazione di Milano lo aspettò prolungando il carnevale sino al suo arrivo, posticipando il rito delle Ceneri che nell'arcidiocesi milanese si svolge la prima domenica di Quaresima.

In realtà la differenza è dovuta al fatto che anticamente la Quaresima iniziava dappertutto di domenica, i giorni dal mercoledì delle Ceneri alla domenica successiva furono introdotti nel rito romano per portare a quaranta i giorni di digiuno effettivo, tenendo conto che le domeniche non erano mai stati giorni di digiuno.

Questo carnevale, presente con diverse tradizioni anche in altre parti dell'Italia, prende il nome di carnevalone.
We.are.the.black.parade.
00giovedì 19 febbraio 2009 21:12
Carnevale Italiano: la Cerimonia
Il carnevale italiano è stato il tema portante della Cerimonia di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali tenutasi il 26 febbraio 2006 presso lo Stadio Olimpico di Torino (già Stadio Comunale). Uno show seguito da circa 800 milioni di telespettatori che ha visto protagoniste le maschere del Carnevale di Viareggio e le icone della tradizione italiana.
We.are.the.black.parade.
00giovedì 19 febbraio 2009 21:13
Carnevali Italiani
* Carnevale Ambrosiano di Milano
* Carnevale Cremasco di Crema (CR)
* Carnevale della Valle dell'Alcantara a Francavilla di Sicilia (ME)
* Carnevale d'Abruzzo a Francavilla al Mare (CH)
* Carnevale di Acireale (CT)
* Carnevale di Acquapendente (VT)
* Carnevale di Ascoli Piceno
* Carnevale Aretino Orciolaia di Arezzo
* Carnevale di Amantea (CS)
* Carnevale di Bagolino (BS)
* Carnevale di Bonorva (SS)
* Carnevale di Bosa (OR)
* Carnevale di Busseto(PR)
* Carnevale di Capua (CE)
* Carnevale di Canicattì (AG)
* Carnevale di Capaccio (SA)
* Carnevale di Carignano (TO)
* Carnevale di Carpenedolo (BS)
* Carnevale di Castel Goffredo (MN)
* Carnevale di Castellana Sicula (PA)
* Carnevale di Castelnovo di Sotto (RE)
* Carnevale di Castelvetere sul Calore (AV)
* Carnevale d'Amare Catanzaro e Soverato (CZ)
* Carnevale di Cegni (PV)
* Carnevale di Cento (FE)
* Carnevale di Cittanova (RC)
* Carnevale di Civita Castellana (VT)
* Carnevale Dauno di Manfredonia (FG)
* Carnevale di Decima di Roma
* Carnevale di Fano (PU)
* Carnevale di Follonica
* Carnevale di Foiano della Chiana (AR)
* Carnevale di Gallipoli (LE)
* Carnevale di Gambettola
* Carnevale di Gela
* Carnevale Guspinese di Guspini (VS)
* Carnevale di Ivrea
* Carnevale di Larino
* Carnevale di Latina
* Carnevale di Macerata
* Carnevale di Mamoiada
* Carnevale di Marino ('U Carnevalone)
* Carnevale di Massafra
* Carnevale di Melilli (SR)
* Carnevale di Milano
* Carnevale di Misterbianco
* Carnevale di Modena
* Carnevale di Monteforte d'Alpone (VR)
* Carnevale di Montemarano
* Carnevale di Muggia
* Carnevale di Offida
* Carnevale di Ottana (NU)
* Carnevale di Oristano: Sartiglia
* Carnevale di Palma Campania
* Carnevale Palmese
* Carnevale di Paternopoli (AV)
* Carnevale Pietrasantino
* Carnevale di Poggio Mirteto
* [[Carnevale di Polistena (RC) - versione invernale ed estiva
* Carnevale del Pollino - Castrovillari (CS)
* Carnevale di Putignano
* Carnevale dei Ragazzi di Sant'Eraclio di Foligno (PG)
* Carnevale di Regalbuto
* Carnevale di Rocca Grimalda (AL)
* Carnevale di Ronciglione
* Carnevale di San Gavino Monreale
* Carnevale Storico Persicetano (Bologna)
* Carnevale di San Mauro Pascoli
* Carnevale di San Pietro in Casale
* Carnevale di Santa Croce sull'Arno (PI)
* Carnevale di Saviano
* Carnevale Storico di Santhià (VC)
* Carnevale di Saviano
* Carnevale di Sciacca
* Carnevale di Tempio Pausania
* Carnevale di Termini Imerese (PA)
* Carnevale Terranovese di Poggio Imperiale (FG)
* Carnevale di Tivoli
* Carnevale di Torino (Carlevé ëd Turin)
* Carnevale di Tricarico
* Carnevale del Veneto - Casale di Scodosia (PD)
* Carnevale di Venezia
* Carnevale di Verona
* Carnevale di Viareggio
* Carnevale di Villa Literno
We.are.the.black.parade.
00giovedì 19 febbraio 2009 21:13
Carnevali Esteri
Monaco 1931, maschere di carnevale

* Carnaval da , Salvador de Bahia, Brasile
* Carnevale di Las Palmas de Gran Canaria, Gran Canaria (Spagna)
* Carnaval de la Quebrada de Humahuaca, Tilcara, (Argentina)
* Carnaval de Gualeguaychu, Gualeguaychu, (Argentina)
* Carnevale di Barranquilla, Barranquilla, (Colombia)
* Carnevale di Basilea, Basilea (Svizzera)
* Rabadan, il carnevale di Bellinzona (Svizzera)
* Carnevale di Sitges (Spagna)
* Carnevale di Bogotá, Bogotá (Colombia)
* Carnevale di Colonia (Kölner Karneval)
* Carnevale di Magonza (Mainzer Fastnacht)
* Carnevale dei Neri e dei Bianchi, Pasto (Colombia)
* Carnevale di Nizza
* Carnevale di Rio, Rio de Janeiro (Brasile)
* Carnatal, Natal (Brasile)
* Carnevale di San Francisco
* Carnevale di Cadice, Cadice (Spagna)
* Carnevale di New Orleans, New Orleans, (Louisiana - U.S.A.)
* Carnevale di Salvador, Salvador, Bahia (Brasile)
* Carnevale di Notting Hill, Londra (Regno Unito)
We.are.the.black.parade.
00giovedì 19 febbraio 2009 21:14
Martedì grasso


* 2009 - 24 febbraio
* 2010 - 16 febbraio
* 2011 - 8 marzo
* 2012 - 21 febbraio
* 2013 - 12 febbraio
* 2014 - 4 marzo
* 2015 - 17 febbraio
* 2016 - 9 febbraio
* 2017 - 28 febbraio
* 2018 - 13 febbraio
* 2019 - 5 marzo
We.are.the.black.parade.
00giovedì 19 febbraio 2009 21:14
Storia del Carnevale italiano A cura di Giuseppe Emanuele
Il Carnevale è un periodo difficile da interpretare.
Di certo è un periodo magico di baldoria, durante il quale ci si dimentica dei problemi che la vita ogni giorno propone.
Esso è un intervallo che nel calendario liturgico-cristiano si colloca tra l'Epifania e la Quaresima. Riguardo alla etimologia della parola l'ipotesi più attendibile ricollega Carnevale al latino "carnem levare", cioè, alla prescrizione ecclesiastica dell'astensione dal consumo della carne. Paradossalmente, quindi, trarrebbe il nome dal suo opposto giacchè il periodo di Carnevale si caratterizza proprio dal godimento eccentuato o addirittura sregolato dei beni materiali come cibi, bevande, piaceri sessuali, almeno nelle sue origini e radici storiche. Le origini sembrano collocarsi lontane nel tempo: gli studiosi, unanimamente, fanno risalire la nascita del Carnevale ai Saturnali latini. In quei giorni i romani nel celebrare l'anniversario della costruzione del Tempio dedicato al dio Saturno, si riversavano nelle strade cantando ed osannando il padre degli Dei.
sito web del carnevale d' IVREA
Durante quei festeggiamenti veniva praticato il capovolgimento dei rapporti gerarchici ed in genere delle norme costituite della SOCIETA', sicchè i plebei potevano confondersi con i nobili e viceversa grazie ad un travestimento. Più tardi venne introdotto l'uso delle maschere, preso in prestito dai Baccanali, festeggiamenti in onore di Bacco. Presumibilmente con lo scopo di non essere riconosciuti durante le pratiche licenziose festaiole, di cui i latini erano maestri. Il Cristianesimo fece ordine nel complicato panorama delle festività romane e cercò di moderare quelle più smodate e trasgressive. Fu così che i Saturnali divennero Carnevale.
sito web del carnevale di Putignano Nel Medioevo esso subì una trasformazione per effetto probabilmente della tradizione pietistica e della diffusa pratica mistica. La Manifestazione divenne fondamentalmente un rito di purificazione come è provato dalla scena culminante della festa che consiste nel funerale di Re Carnevale. Questo senza però perdere il momento trasgressivo di abbandono ai piaceri materiali come viene rappresentato perfettamente dai versi di Lorenzo il Magnifico "chi vuol esser lieto sia di doman non v'è certezza...." tratti dai "CANTI CARNASCIALESCHI". Oggi, dopo alterne vicende di gloria e decadenza, le manifestazioni carnevalesche hanno ripreso con forte vigore. Per un certo aspetto, ed in molti casi, esse sono il frutto di un sincero recupero di tradizioni popolari, da lungo tempo dimenticate, spesso volutamente dimenticate,come una operazione di rimozione da un senso di colpa collettivo per essere esse stesse fortemente paganeggianti e quindi quasi mai condivise dalla autorità religiosa.
sito web del carnevale di ViareggioPer un altro aspetto esse sono il risultato di un sapiente lavoro imprenditoriale dove il business diventa il volano
per iniziative turistiche e di valorizzazione di aree geografiche trascurate, con importanti ricadute sui livelli occupazionali e sul benessere della Comunità.
Una ricognizione delle manifestazioni medesime che si svolgono in Italia durante il periodo di Carnevale
permettono di dare, a grandi linee, una classificazione
delle manifestazioni in tre grandi gruppi:
a) Sfilate di carri allegorici
b) Pantomime storiche
c) Antichi riti propiziatori
Il fascino di ognuna di esse è indiscutibile.
Il coinvolgimento è forte. L'impegno della Comunità è totale e spesso si lega con iniziative umanitarie di solidarietà. Una curiosità che a parere di chi scrive meriterebbe un approfondimento è costituita dalla quasi assoluta mancanza di grandi manifestazioni nelle grandi città, con esclusione di Venezia, e dalla massiccia presenza della PROVINCIA italiana che approfitta dell'evento per affermare prepotentemente la propria identità culturale, del tutto diversa dalla cultura urbana, ed appropriandosi per un momento della scena dopo essere stata ignorata per un lungo anno.
Lostrys63
00venerdì 20 febbraio 2009 00:56
Lostrys63
00venerdì 20 febbraio 2009 00:59
Carnevale in Sardegna
Lostrys63
00venerdì 20 febbraio 2009 01:00
Lostrys63
00venerdì 20 febbraio 2009 01:02
Lostrys63
00venerdì 20 febbraio 2009 01:04
We.are.the.black.parade.
00venerdì 20 febbraio 2009 11:59
Bella l'ultima immagine..
Lostrys63
00sabato 21 febbraio 2009 11:18
Bella vero? Grazie watbp!
bello anche il carnevale in Sardegna, molto particolari le tradizionali maschere...




Lostrys63
00sabato 21 febbraio 2009 11:20
Il carnevale di Ottana



In numerosi paesi sardi, da Ottana a Mamoiada, da Orotelli a Samugheo, si celebra ogni anno a partire dal 16 gennaio un Carnevale del tutto originale.
Dietro le diverse manifestazioni esiste un comune denominatore, che si può individuare nella matrice agropastorale. Infatti, pur con le loro specificità, nonostante nomi diversi e rituali differenti, i vari "Carnevali" sardi sembrano riproporre sempre l'atavica lotta dell'uomo con la natura, intesa come forza magica con cui l'essere umano deve necessariamente confrontarsi per garantire la sopravvivenza delle comunità.

Mamuthones e Issohadores a Mamoiada, Thurpos a Orotelli, Boes e Merdules a Ottana, Mamutzones e Urtzu a Samugheo sono tante declinazioni di un rituale dalle origini comuni e dal comune intento, quello di allontanare il male e nella fattispecie la carestia dalle proprie comunità.
I Mamuthones si muovono in una sfilata dall'aspetto solenne, che assume le sembianze della processione religiosa e a tratti della danza. In numero di dodici, come i mesi dell'anno, vestiti di pelli ovine e col volto coperto da "sa bisera" (la maschera in legno di pero), camminano in due file parallele con un passo ritmato che fa risuonare la pesante sonagliera di campanacci sulle loro spalle. Gli Issohadores, accanto a loro, con passi e saltelli più agili, danno il ritmo ai Mamuthones e con balzi improvvisi gettano il laccio di vimini ("sa soha") sulla folla che assiste al rituale, catturando prigionieri e prigioniere.

A Orotelli il rituale è differente. La maschera tipica orotellese è quella dei Thurpos (ossia i "ciechi"): essi si aggirano per il paese vestiti con un lungo gabbano di orbace nero che cela con un cappuccio persino il volto annerito di fuliggine; legati in coppia, il Thurpo "massaiu" ed il Thurpo "boe" (contadino e bue), comandati da su Voinarzu. Con balzi misurati e movimenti accorti si aggirano per le vie del paese alla ricerca di un amico o conoscente o persino un estraneo da far "prigioniero", il quale dovrà poi offrire da bere a tutti. Questa cattura evoca rituali antichi legati al mondo dionisiaco che conosciamo dalle fonti letterarie, etnografiche ed iconografiche, cerimoniali di propiziazione che riproducevano la lotta del contadino-bue contro gli elementi della natura.

Evocatore di rituali dionisiaci sembra essere anche il carnevale di Samugheo. Qui "S'Urtzu", tenuto per la vita da "Su Omadore", che ne è il guardiano, durante il rituale ogni tanto cade per terra, mimando la passione anticipatrice della morte dell'animale. I Mamutzones, invece, vestiti di pelli e con una maschera di sughero fornita di corna, sono i seguaci di Dioniso e cercano dunque di raggiungere l'estasi per rendersi uguali al dio stesso, danzando intorno a S'Urtzu. Alcuni di essi, ad ulteriore testimonianza del legame col mondo dionisiaco, tengono in mano un bastone avvolto da pervinca o edera, molto somigliante al tirso bacchico.

I Boes ed i Merdules di Ottana rappresentano invece i buoi ed i contadini loro padroni, in un sunto per immagini dell'antica vita contadina. Durante il periodo di Carnevale le vie di Ottana vengono percorse da gruppi organizzati o spontanei di maschere che scuotono ritmicamente il pesante carico di campanacci legati alla schiena. Il volto è coperto da una maschera in legno di pero selvatico, che riproduce le fattezze di nobili di buoi o di contadini/pastori deformi che avevano lo scopo di distogliere il male dalla comunità.
Altra maschera peculiare del Carnevale di Ottana è "Sa Filonzana", una vecchia gobba che percorre il paese vestita di nero, minacciando di tagliare il filo della vita dell'uomo, che pende dalla sua conocchia.
Lostrys63
00sabato 21 febbraio 2009 11:21
Il magico carnevale di Venezia
Lostrys63
00sabato 21 febbraio 2009 11:24
Lostrys63
00sabato 21 febbraio 2009 11:29
Una musica adatta all'evento...
[IMG]http://[/IMG]
Lostrys63
00sabato 21 febbraio 2009 11:32
Lostrys63
00domenica 22 febbraio 2009 13:22
Una magia nata nel 1094: il Carnevale di Venezia
Chi non ne ha mai sentirto parlare? Si hanno ricordi delle festività del Carnevale fin dal 1094, sotto il dogato di Vitale Falier, in un documento che parla dei divertimenti pubblici nei giorni che precedevano la Quaresima. Il documento ufficiale che dichiara il Carnevale una festa pubblica è del 1296 quando il Senato della Repubblica dichiarò festivo l’ultimo giorno della Quaresima.

Tuttavia il Carnevale ha tradizioni molto più antiche che rimandano ai culti ancestrali di passaggio dall’inverno alla primavera, culti presenti in quasi tutte le società, basti pensare ai Saturnalia latini o ai culti dionisiaci nei quali il motto era “Semel in anno licet insanire” (“Una volta all’anno è lecito non avere freni”) ed è simile lo spirito che anima le oligarchie veneziane e le classi dirigenti latine con la concessione e l’illusione ai ceti più umili di diventare, per un breve periodo dell’anno, simili ai potenti, concedendo loro di poter burlare pubblicamente i ricchi indossando una maschera sul volto. Una utile valvola di sfogo per tenere sotto controllo le tensioni sociali sull’esempio del “Panem et Circenses” latino.



Se un tempo il Carnevale era molto più lungo e cominciava addirittura la prima domenica di ottobre per intensificarsi il giorno dopo l’Epifania e culminare nei giorni che precedevano la Quaresima, oggi il Carnevale ha la durata di circa dieci giorni in coincidenza del periodo pre-pasquale ma la febbre del Carnevale comincia molto tempo prima anzi, forse non è scorretto dire che, a Venezia, la febbre del Carnevale non cessa mai durante l’anno. Una sottile euforia si insinua tra le calli della città più bella del mondo e cresce impercettibilmente, sale con la stessa naturalezza dell’acqua, sfuma i contorni della cose, suggerisce misteri e atmosfere di tempi andati.



Un tempo il Carnevale consentiva ai Veneziani di lasciar da parte le occupazioni per dedicarsi totalmente ai divertimenti, si costruivano palchi nei campi principali, lungo la Riva degli Schiavoni, in Piazzetta e in Piazza San Marco. La gente accorreva per ammirare le attrazioni, le più varie: i giocolieri, i saltimbanchi, gli animali danzanti, gli acrobati; trombe, pifferi e tamburi venivano quasi consumati dall’uso, i venditori ambulanti vendevano frutta secca, castagne e fritòle (le frittelle) e dolci di ogni tipo, ben attenti a far notare la provenienza da Paesi lontani delle loro mercanzie. La città di Venezia, grande città commerciale, ha sempre avuto un legame privilegiato con i Paesi lontani, con l’Oriente in particolare cui non manca, in ogni edizione del Carnevale, un riferimento, un Filo Rosso che continua a legare la festa più nota della Serenissima al leggendario Viaggio del veneziano Marco Polo verso la Cina alla corte di Qubilai Khan dove visse per circa venticinque anni. Un Filo Rosso che si snoda lungo l’antica e famigerata via della Seta.

Alcuni Carnevali sono passati alla storia: quello del 1571, in occasione della grande battaglia delle forze cristiane a Lepanto quando, la domenica di Carnevale venne allestita una sfilata di carri allegorici: la Fede troneggiava col piede sopra un drago incatenato ed era seguita dalle Virtù teologali, la Vittoria sovrastava i vinti ed infine la Morte con la falce in mano per significare che in quella vittoria anche lei aveva trionfato.

Nel 1664 in occasione delle nozze in casa Cornaro a San Polo, si organizzò una grandiosa e divertente mascherata a cui parteciparono molti giovani patrizi. Una sfarzosa sfilata attraversò Venezia e fece tappa in due dei più famosi monasteri della città: quello di San Lorenzo e quello di San Zaccaria, dove risiedevano le monache di nobile stirpe.

Il 27 febbraio 1679 il Duca di Mantova sfilò con un seguito di indiani, neri, turchi e tartari che, lungo il percorso sfidarono e combatterono sei mostri, dopo averli uccisi si cominciò a danzare.

Per il Carnevale del 1706: giovani patrizi si mascherarono da Persiani e attraversarono la città per poi esibirsi nelle corti e nei parlatoi dei principali monasteri di monache (San Zaccaria e San Lorenzo).



Venezia divenne l’alta scuola europea del piacere e del gioco, della maschera e dell’irresponsabilità. Venezia si fece grande virtuosa delle metamorfosi e il carnevale fu (ed è ancora) il suo exploit.

Per molti giorni all’anno, il mondo sembrava non opporre più resistenza i desideri diventavano realizzabili e non c’era pensiero o atto che non fosse possibile. Questa era Venezia nel Settecento, il secolo che, più di ogni altro, la rese luogo dalle infinite suggestioni e patrimonio della fantasia del mondo. Venezia era allora il mondo di Giacomo Casanova, un mondo superficiale, festante, decorativo e galante, il mondo di pittori come Boucher e Fragonard, Longhi, Rosalba Carriera e Giambattista Tiepolo, la patria del padre della Commedia dei Caratteri, uno dei più grandi autori del teatro europeo e uno degli scrittori italiani più conosciuti all’estero: Carlo Goldoni che, in una poesia dedicata al Carnevale, così rappresenta lo spirito della festa:

“Qui la moglie e là il marito
Ognuno va dove gli par
Ognun corre a qualche invito,
chi a giocar chi a ballar”.

Nel XIX secolo, invece, Venezia e il suo Carnevale incarnano il mito romantico internazionale e la città della Laguna, con le sue brume e l’aspetto paludoso, diventa meta di artisti, scrittori, musicisti, avventurieri e bellissime dame di tutto il mondo: Sissi d’Austria, Wagner, Byron, George Sand, Ugo Foscolo.

Il Carnevale ebbe un momento di stasi dopo la caduta della Repubblica di Venezia perché malvisto dalla temporanea occupazione di austriaci e francesi. La tradizione si conservò nelle isole, Burano, Murano, dove si continuò a festeggiare. Solo alla fine degli anni Settanta del XX secolo alcuni cittadini e associazioni civiche si impegnarono per far risorgere il Carnevale che venne inaugurato nel 1979. Il Comune di Venezia, il Teatro La Fenice, l’azienda provinciale di soggiorno e la Biennale prepararono un programma di 11 giorni lasciando anche molto spazio all’improvvisazione e alla spontaneità senza dimenticare un supporto logistico con mense e alloggi a prezzi accessibili.

Il Carnevale dei nostri giorni è un magnifico happening che coinvolge grossi sponsor, le reti televisive, le Fondazioni culturali e che richiama folle di curiosi da tutto il mondo con migliaia di maschere in festa e con una pacifica e sgargiante occupazione della Laguna.

Tra le calli della meravigliosa città, per una decina di giorni, si svolge una continua rappresentazione di teatrale allegria e giocosità, tutti in maschera a celebrare il fascino di un mondo fatto di balli, scherzi, galà esclusivi e romantici incontri.
Lostrys63
00domenica 22 febbraio 2009 13:25
Non solo a Carnevale...


I Veneziani erano soliti vestirsi in maschera non solo durante il periodo del carnevale ma anche in molte altre occasioni durante l’anno. Naturalmente il motivo che li spingeva a mascherarsi e a celare il proprio aspetto in altri periodi dell’anno e in luoghi particolari era quello più più ovvio: non desideravano essere riconosciuti. Ed ecco che, ad esempio, si mascheravano quando partecipavano al Gioco d’Azzardo al Ridotto, perché non volevano essere riconosciuti dai creditori che altrimenti non gli avrebbero dato tregua. Le donne si mascheravano non solo per non farsi riconoscere ma anche per bellezza. Quando si recavano all’Osteria Selvadego si mettevano una maschera di velluto per far risaltare il candore del proprio viso.

Si occupavano della creazioni di maschere i Maschereri, le cui botteghe artigiane erano diffuse ovunque, tanto che la loro arte venne annessa al Collegio dei pittori, e questi artigiani si valsero anche di un proprio insieme di regole (detto Mariegola) nella prima metà del ‘500.
Lostrys63
00lunedì 23 febbraio 2009 10:35
Un Pierrot veneziano...
Lostrys63
00lunedì 23 febbraio 2009 17:39
Lostrys63
00lunedì 23 febbraio 2009 17:43
Il Carnevale di Ivrea: la battaglia delle arance


Il tradizionale getto delle arance affonda le sue radici intorno alla metà dell’ottocento. Ancor prima, e più precisamente nel Medioevo, erano i fagioli i protagonisti della battaglia.
Si narra infatti che due volte all’anno il feudatario donasse una pignatta di fagioli alle famiglie povere e queste, per disprezzo, gettassero i fagioli per le strade. Gli stessi legumi erano anche utilizzati in tempo di carnevale, come scherzosi proiettili da lanciare addosso ad improvvisati avversari. Intorno agli anni trenta e sessanta del secolo scorso, insieme a coriandoli, confetti, lupini e fiori, le ragazze lanciavano dai balconi, mirando le carrozze del corteo carnevalesco, qualche arancia. I destinatari erano giovincelli dai quali le stesse ragazze volevano essere notate.
Dalle carrozze si iniziò a rispondere scherzosamente a tono e, poco a poco, il gesto di omaggio si trasformò prima in duello, quindi in un vero e proprio testa a testa tra lanciatori dai balconi e lanciatori di strada. Solo dal secondo dopoguerra la battaglia assunse i connotati attuali seguendo regole ben precise.
Ancora oggi lo scontro si svolge nelle principali piazze della città, e vede impegnati equipaggi sul carro (simboleggianti le guardie del tiranno) contro le squadre degli aranceri a piedi i popolani ribelli) costituite da centinaia di tiratori.
Si tratta indubbiamente del momento più spettacolare della manifestazione che ben evidenzia la lotta per la libertà, simbolo del carnevale eporediese. La battaglia delle arance insieme a tutti gli eventi storici presenti nella manifestazione di Ivrea, costituisce un’incredibile patrimonio culturale e goliardico, che posiziona la festa tra le più importanti nel panorama nazionale ed internazionale. Il getto dello arance rappresenta anche il momento in cui è più alta la partecipazione collettiva: tutti possono prenderne parte, iscrivendosi in una delle nove squadre a piedi oppure divenendo equipaggio di un carro da getto.
Lostrys63
00lunedì 23 febbraio 2009 17:47
Viareggio: Carnevale 2009
Lostrys63
00lunedì 23 febbraio 2009 17:48
I giganti del Carnevale
Padroni assoluti del palcoscenico del Carnevale di Viareggio restano i giganti di cartapesta, veri e propri teatri viaggianti alti sino a 20 metri, lunghi 14, con un peso che va dalle 30 alle 40 tonnellate animati a bordo da migliaia di gioiose maschere. I carri, frutto dell’inimitabile creatività, della straordinaria abilità scultorea e pittorica dei maghi viareggini sono il più alto esempio di questa arte popolare il cui linguaggio si è diffuso nei quattro angoli del pianeta.

La prima sfilata dei carri a Viareggio c’è stata proprio ieri ed ha beneficiato di una gradita quanto inattesa pausa nelle precipitazioni che da giorni bagnano la città toscana: sono stati i tradizionali tre colpi di cannone a dare il via al primo corso della 136 esima edizione del Carnevale di Viareggio, animato da sette carri di prima categoria e quattro di seconda, da nove mascherate di gruppo, tredici maschere isolate e quattro carri fuori concorso.

I temi scelti per i carri, che sfileranno anche il 15, 22 e 24 febbraio e l’1 marzo, spaziano dai problemi di attualità ai temi di fantasia, con la satira sempre dominante, il ritorno di Giulio Andreotti e l’esordio di Bruno Vespa nel suo salotto di cartapesta, mentre sfileranno per la prima volta i ministri Brunetta, Gelmini, Carfagna e il presidente degli Stati Uniti Barak Obama.
Lostrys63
00martedì 24 febbraio 2009 21:03
Si chiude oggi il Carnevale ma ce n'è uno ancora in pista...
IL CARNEVALE AMBROSIANO

Sapete perchè a Milano, e nella sua diocesi, il carnevale dura fino al sabato, mentre nel resto del mondo finisce al martedì?
E' una bella storia: si dice che questa abitudine cominciò quando Sant' Ambrogio era il vescovo di Milano. La spiegazione dei milanesi era che siccome Gesù aveva fatto solo 40 giorni nel deserto, la quaresima doveva avere quasi la stessa durata... 6 settimane... da domenica a domenica. Il digiuno cominciava con la prima domenica di quaresima, e quindi bisognava far festa fino al sabato prima, invece di fermarsi al martedì; i milanesi facevano solo una piccola pausa il mercoledì delle ceneri, per poi ricominciare al giovedì...
Poi però, benché l'abitudine fosse tollerata, c'erano tanti che si lamentavano di questo privilegio di Milano, e ogni tanto qualcuno cercava di eliminarlo... ogni anno era una polemica... "... e Milano non è diversa dagli altri paesi," " ...e perchè loro si e noi no ..." le solite cose in cui si dicono in questi casi...
Poi un anno vi fu una tremenda epidemia di peste, davvero tremenda, e Milano restò chiusa, in quarantena, per tantissimo tempo. La gente, anche quelli che non erano ammalati, pativa la fame, perchè era proibito uscire dalla città, e all'interno delle mura non si riusciva a produrre abbastanza cibo per tutti.
Poi pian piano la situazione migliorò e, finalmente, le autorità diedero il permesso di riaprire la città, proprio il mercoledì delle ceneri. I poveri milanesi si ritrovarono a dover cominciare il digiuno di Quaresima, proprio appena finito il digiuno causato dalla peste...
Naturalmente, i milanesi avevano voglia di fare carnevale, almeno gli ultimi tre giorni rimasti prima della Quaresima, così il vescovo di Milano andò dal Papa, raccontò la storia della Peste, di come era stata brutta, e di come la gente avesse sofferto.
Il papa allora, commosso dal racconto del vescovo Carlo, cedette, e firmò una bolla, cioè un documento, in cui si dava alla Diocesi di Milano il diritto di festeggiare il carnevale ambrosiano fino al sabato che precede la 1° domenica di quaresima, per sempre.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:28.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com