COLOMBA PASQUALE

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neve67
00mercoledì 21 febbraio 2007 23:43
COLOMBA PASQUALE tra storie e leggende

Alboino a Pavia
Questo delizioso dolce di pasta lievitata chiude tradizionalmente il pranzo pasquale insieme alle uova di cioccolato, perché fin dai tempi più remoti, sia all’uovo che alla colomba era attribuito un forte valore simbolico di pace, rinascita e amore.
Secondo la Bibbia fu proprio una colomba, con un ramoscello d’ulivo nel becco, a tornare da Noè dopo il diluvio universale per testimoniare l’avvenuta riconciliazione fra Dio e il suo popolo.
La colomba, intesa come dolce, sembrerebbe abbia profonde radici nell’epoca medioevale, quando Re Alboino calò in Italia con le sue orde barbariche ed assalì Pavia. Si narra che dopo un assedio di tre anni, arso da un forte desiderio di vendetta, finalmente Alboino riuscì ad entrare in città, alla vigilia della Pasqua del 572 (?).
Il sovrano, prima di dare alle fiamme la citta e passare gli abitanti di spada, ricevette in segno di sottomissione vari regali fra i quali anche dodici meravigliose fanciulle che avrebbero dovuto deliziare le sue notti. Mentre stava decidendo sul destino di Pavia, davanti al suo trono, ubicato nel sagrato della basilica, si presentò a parlare un vecchio artigiano con dei pani dolci a forma di colomba: "Sire, io ti porgo queste colombe quale tributo di pace nel giorno di Pasqua”. All'assaggio i pani risultarono così buoni da spingere il sovrano ad una promessa: "In onore di queste colombe, rispetterò la città e i suoi abitanti". Quei doni presentati ad Alboino nascondevano però un sottile inganno. Infatti, quando il re prese ad interrogare le fanciulle che gli erano state regalate, domandando a ciascuna il proprio nome, scoprì che rispondevano tutte a quello di “Colomba”. Alboino comprese l’arguto raggiro che gli era stato giocato, ma rispettò lo stesso la promessa di salvare sia le "Colombe" che Pavia.
La creazione della colomba pasquale è legata però anche ad un’altra leggenda, fatta risalire al tempo della battaglia di Legnano (1176), vinta della Lega dei Comuni lombardi contro Federico Barbarossa.
L’idea del dolce sarebbe nata ad un condottiero del Carroccio, che avrebbe fatto confezionare dei pani a forma di colomba in omaggio ai tre voltili bianchi, simbolo di protezione suprema, che durante la battaglia si erano posati sopra alle insegne lombarde.
I primi ingredienti di questo dolce pasquale erano molto semplici: uova, farina e lievito. In seguito ne furono aggiunti di più ricchi: burro, zucchero, mandorle e canditi.

neve67
00mercoledì 21 febbraio 2007 23:46


La colomba è il dolce tipico che più caratterizza la Pasqua. Si tratta di un dolce lievitato con ingredienti molti simili al panettone e al pandoro, ma di forma diversa, di colomba appunto.

Questo dolce chiude tradizionalmente il pranzo pasquale insieme alle uova di cioccolato, perché fin dai tempi più remoti, sia all’uovo che alla colomba era attribuito un forte valore simbolico di pace, rinascita e amore. Secondo la Bibbia, infatti, fu proprio una colomba, con un ramoscello d’ulivo nel becco, a tornare da Noè dopo il diluvio universale per testimoniare l’avvenuta riconciliazione fra Dio e il suo popolo.

Origine della colomba
L'origine della colomba, come tutti i dolci tradizionali che si rispettino, è legata a diverse leggende, anche se in realtà, come vedremo, la sua origine è molto recente e legata a esigenze molto meno nobili...

La prima leggenda risale all'epoca medioevale, quando Re Alboino calò in Italia con le sue orde barbariche per assalire Pavia. Dopo un assedio di tre anni, alla vigilia della Pasqua del 572, riuscì ad entrare in città, ricevendo in segno di sottomissione vari regali fra i quali anche dodici meravigliose fanciulle. Fu allora che un vecchio artigiano si presentò al re donandogli un dolce a forma di colomba, quale tributo di pace nel giorno di Pasqua. Questo dolce era così invitante che costrinse il sovrano alla promessa di pace, e di rispettare sempre le colombe simbolo della tua delizia. Quando il re interpellò le fanciulle donategli, scoprì che il loro nome rispondeva a quello di "Colomba". Alboino comprese il raggiro che gli era stato giocato, ma rispettò lo stesso la promessa fatta.

La seconda leggenda è fatta risalire al tempo di Federico Barbarossa e della Lega dei Comuni lombardi, nel XII sec. Un condottiero del Carroccio, osservando durante la battaglia due colombi posarsi sopra le insegne lombarde, decise d’infondere ai suoi uomini il nobile spirito di quegli uccelli, facendo confezionare dai cuochi dei pani a forma di colomba.

In realtà la colomba come la conosciamo oggi (prodotto industriale di massa) è una tradizione nata da esigenze industriali, più che da tradizioni legate al territorio come la torta pasqualina o le sfrappole.

La colomba come prodotto di massa nasce nei primi del Novecento l'azienda milanese Motta decide di confezionare un prodotto simile al panettone, ma con un aspetto decisamente legato alla Pasqua. Nasce così la colomba moderna, un dolce con un impasto molto simile a quello del panettone, ma che si arricchisce di una copertura di amaretto. Nel 1930 la Motta commissiona ad un artista specializzato in manifesti pubblicitari, Cassandre, un manifesto sulla colomba con lo slogan "Colomba pasquale Motta, il dolce che sa di primavera".

La colomba: meglio quella tradizionale
Negli ultimi anni le aziende produttrici di dolci natalizi e pasquali stanno affiancando alla colomba tradizionale prodotti più elaborati, farciti con creme di vario genere e glassate con altrettanto varie coperture. Questi prodotti sono in genere più scadenti rispetto alla colomba tradizionale, perché le creme e le glasse fanno uso di oli o grassi vegetali (di seconda scelta rispetto al genuino burro) o addirittura dei nocivi grassi idrogenati. Sicuramente è meglio puntare sulla colomba tradizionale, in ogni caso è sempre bene leggere gli ingredienti e scegliere i prodotti più genuini. Altri ingredienti da valutare negativamente: conservanti (soprattutto sorbati, per i canditi) e coloranti.

Valori nutrizionali della colomba
I valori nutrizionali della colomba sono del tutto simili a quelli del panettone, si va da poco meno di 400 calorie a oltre 450 calorie per 100 g di prodotto.
Il problema della colomba non è tanto quello delle calorie per 100 g (del tutto simili agli altri dolci da forno lievitati) quanto il basso indice di sazietà: mangiare 200 g di colomba a fine pasto è del tutto normale, ma fa schizzare il conto delle calorie a livelli astronomici.

Meglio consumarla lontano dai pasti principali, per esempio a colazione, magari intingendolo nel latte o nel caffelatte, operazione che aggiunge liquidi e aumenta notevolmente il senso di sazietà.
Michysk
00domenica 25 febbraio 2007 20:39
uahooo non ho mai capito appunto di quale tradizione era la colomba pasquale..grazie per aver risposto alla mia domanda..neve.
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