Boffo attaccato da Feltri, si dimette

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binariomorto
00giovedì 3 settembre 2009 23:51
Avvenire/ Si è dimesso Dino Boffo

Dopo la polemica con Feltri si è dimesso il direttore del quotidiano Avvenire, Dino Boffo
Giovedí 03.09.2009 19:30

Terremoto a Londra. L'uscita della clamorosa notizia delle dimissioni del direttore dell'Avvenire, Dino Boffo, ha "fermato le macchine" de l'Economist. Il settimanale britannico aveva preparato un articolo sui 'guai' di Silvio Berlusconi ed è stato costretto a rivederlo in tutta fretta proprio a causa del colpo di scena arrivato da Roma.

Il numero de l'Economist in edicola venerdì 4 settembre riporta una nota sui più recenti guai di Silvio Berlusconi: le cause ai quotidiani, l'attacco de Il Giornale a Dino Boffo, lo scontro con l'Unione europea sul respingimento dei clandestini e quant'altro. Il tono è molto pacato, quasi per dire che già basta l'elenco dei fatti...

Nella prima versione, precedente alle dimissioni di Boffo, l'Economist chiudeva il pezzo osservando "che se le notizie relative al direttore dell'Avvenire fossero fondate, allora l'Italia avrebbe un problema di "accountability" non solo per Mr. Berlusconi. Per "Accountability" - probabilmente meglio reso con il termine "trasparenza" in italiano, per quanto una traduzione incompleta - si intende rendere conto del proprio operato, avere un atteggiamento responsabile. La versione definitiva diventa più pesante nei confronti della Chiesa.
"La carta più forte in mano a Berlusconi potrebbe essere a questo punto quella dell'etica. Il primo settembre un tribunale italiano (Terni, ndr) ha reso noti i dettagli della sentenza contro Boffo e sembra proprio che le accuse de Il Giornale siano confermate. L'unica cosa sorprendente, dopo le dimissioni del direttore di Avvenire, è che i vescovi italiani hanno tenuto Boffo in una posizione così prestigiosa e vulnerabile per cinque lunghi anni dopo la sua condanna".

BOFFO LASCIA. Dopo la polemica con Feltri si è dimesso il direttore del quotidiano Avvenire, Dino Boffo. Ha inviato una lettera al card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. "Basta guerre sul mio nome".

MA ATTENZIONE... Nella lettera di dimissioni, Boffo si dimette dalla direzione di Avvenire, 'Tv2000' e 'Radio Inblù ma non fa accenno né all'Istituto Toniolo, ovvero l'istituto che amministra l'Università cattolica e i vari istituti di ricerca. Ma soprattutto l'uomo di Ruini non ha lasciato la borsa, vale a dire la Struttura per il Progetto Culturale, che è il vero nocciolo del potere ruinista poiché amministra il 30 per cento delle risorse della Cei.

Il "Progetto" inventato dal mitologico vincitore del "Terni al lotto" ha in mano la cassa di tutti i grandi eventi della Chiesa: dalle settimane sociali ai convegni ecclesiali, dalla pastorale giovanile ai raduni giovanili) etc.

LA LETTERA. "Eminenza Reverendissima, da sette giorni la mia persona è al centro di una bufera di proporzioni gigantesche che ha invaso giornali, televisioni, radio, web, e che non accenna a smorzarsi, anzi. La mia vita e quella della mia famiglia, le mie redazioni, sono state violentate con una volontà dissacratoria che non immaginavo potesse esistere".

"L'attacco smisurato, capzioso, irritualmente feroce che è stato sferrato contro di me dal quotidiano 'Il Giornale' guidato da Feltri e Sallusti, e subito spalleggiato da 'Libero' e dal 'Tempo', non ha alcuna plausibile, ragionevole, civile motivazione". afferma Boffo nella sua lettera di dimissioni da direttore di Avvenire. "Un opaco blocco di potere laicista si è mosso contro chi il potere, come loro lo intendono, non ce l'ha oggi e non l'avrà domani - continua il giornalista -. Qualcuno, un giorno, dovrà pur spiegare perchè ad un quotidiano - 'Avvenire' - che ha fatto dell'autonomia culturale e politica la propria divisa, che ha sempre riservato alle istituzioni civili l'atteggiamento di dialogo e di attenta verifica che è loro dovuto, che ha doverosamente cercato di onorare i diritti di tutti e sempre rispettato il responso elettorale espresso dai cittadini, non mettendo in campo mai pregiudizi negativi, neppure nei confronti dei governi presieduti dall'onorevole Berlusconi, dovrà spiegare - dicevo - perché a un libero cronista, è stato riservato questo inaudito trattamento. E domando: se si fa così con i giornalisti indipendenti, onesti, e per quanto possibile - nella dialettica del giudizio - collaborativi, quale futuro di libertà e di responsabilità ci potrà mai essere per la nostra informazione? Quando si andranno a rileggere i due editoriali firmati da due miei colleghi, il 'pro' e 'contro' di altri due di essi, e le mie tre risposte ad altrettante lettere che 'Avvenire' ha dedicato durante l'estate alle vicende personali di Silvio Berlusconi, apparirà ancora più chiaramente l'irragionevolezza - conclude - e l'autolesionismo di questo attacco sconsiderato e barbarico".

"Nonostante le polemiche, e per l'onesta' intellettuale prima del ministro Maroni e poi dei magistrati di Terni, si è chiarito che lo scandalo sessuale inizialmente sventagliato contro di me, e propagandato come fosse verita' affermata, era una colossale montatura romanzata e diabolicamente congegnata". "Questa risultanza è ciò che mi dà più pace, il resto verrà, io non ho alcun dubbio - continua -. E tuttavia le scelte redazionali che da giorni taluno continua accanitamente a perseguire nei vari notiziari dicono a me, uomo di media, che la bufera e' lungi dall'attenuarsi e che la pervicace volonta' del sopraffattore e' di darsi ragione anche contro la ragione".

"Non potro' mai dimenticare, nella mia vita, la coralita' con cui la Chiesa e' scesa in campo per difendermi". "Mai - devo dire - ho sentito venir meno la fiducia dei miei Superiori, della Cei come della Santa Sede - afferma il giornalista nella missiva indirizzata a Bagnasco -. Se qualche vanesio irresponsabile ha parlato a vanvera, questo non puo' gettare alcun dubbio sulle intenzioni dei Superiori, che mi si sono rivelate sempre esplicite e, dunque, indubitabili. Ma anche qui non posso mancare di interrogarmi: io sono, da una vita, abituato a servire, non certo a essere coccolato o ancor meno garantito. La Chiesa ha altro da fare che difendere a oltranza una persona per quanto gratuitamente bersagliata".

Boffo ringrazia nella sua lettera anche i lettori di Avvenire: "In questi giorni - dice - ho sentito come mai la fraternita' di tante persone, diventate ad una ad una a me care, e le ringrazio della solidarieta' che mi hanno gratuitamente donato, e che mi e' stata preziosa come l'ossigeno. Non so quanti possano vantare lettori che si preoccupano anche del benessere spirituale del 'loro' direttore, che inviano preghiere, suggeriscono invocazioni, mandano spunti di lettura: io li ho avuti questi lettori, e Le assicuro che sono l'eredita' piu' preziosa che porto con me".

L'ormai ex direttore nella lettera inviata a Bagnasco ringrazia anche "sine fine" la redazione "per il bene che mi ha voluto, per la sopportazione che ha esercitato verso il mio non sempre comodo carattere, per quanto di spontanea corale intensa magnifica solidarieta' mi ha espresso costantemente e senza cedimenti in questi difficili giorni. Non li dimentichero'". Per Boffo "gli obiettivi che 'Avvenire' ha raggiunto li si deve ad una straordinaria sinergia che puntualmente, ogni mattina, e' scattata tra tutti quelli impegnati a vario titolo nel giornale. So bene che molti di questi colleghi e collaboratori non condividono oggi la mia scelta estrema, ma sono certo che quando scopriranno che essa e' la condizione perche' le ostilita' si plachino, capiranno che era un sacrificio per cui valeva la pena".

IL GIORNALE: FELTRI VINCE LA SUA PRIMA BATTAGLIA. Vittorio Feltri vince la sua prima 'battaglia' da quando ha preso le redini del quotidiano di via Negri. Lo afferma un articolo sulle dimissioni del direttore di Avvenire, Dino Boffo, pubblicato sull'edizione online de 'Il Giornale'. "Sono affari interni alla Chiesa. Io non pensavo minimamente a questo quando ho scritto e ho fatto scrivere le cose che hanno provocato tutto questo problema". E' questo il primo commento di Vittorio Feltri. "Immagino che Boffo avesse i suoi buoni motivi - dice Feltri - la cosa che mi piacerebbe succedesse è che si tirassero fuori i documenti che provano quanto scritto dal Giornale".

BAGNASCO: INQUALIFICABILE ATTACCO MEDIATICO. Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco, ha preso atto, "con rammarico, delle dimissioni irrevocabili del dottor Dino Boffo dalla direzione di Avvenire, TV2000 e RadioInblu. Nel confermargli, personalmente e a nome dell'intero episcopato, profonda gratitudine per l'impegno profuso in molti anni con competenza, rigore e passione, nel compimento di un incarico tanto prezioso per la vita della Chiesa e della società italiana, esprime l'inalterata stima per la sua persona, oggetto di un inqualificabile attacco mediatico. Apprezzando l'alta sensibilità umana ed ecclesiale che lo ha sempre ispirato, gli manifesta vicinanza e sostegno nella prova, certo che il suo servizio alla Chiesa e alla comunità civile non verrà meno.
REDATTORI: BASSA MACELLERIA DA GIORNALE. Per i redattori del quotidiano Avvenire, che hanno appena terminato un'assemblea, la vicenda che ha portato alle dimissioni del direttore Dino Boffo e' stata "un'operazione di bassa macelleria giornalistica: il direttore de Il Giornale, e gli altri che via via si sono accodati - si legge nel documento approvato all'unanimita' al termine della riunione -, nascondendosi dietro il diritto di cronaca ha frantumato la deontologia del nostro mestiere, ha calpestato i sentimenti e l'onore di Boffo e della sua famiglia, nonche' degli altri protagonisti, loro malgrado, della vicenda, dimostrando un grande disprezzo per le notizie che contraddicevano le sue presunte verita'".

Fonte: Affaritaliani
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