Berlusconi: «Sulle intercettazioni nessun punto di diversità con Fini»

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silvercloud87
00sabato 10 gennaio 2009 22:52
la risposta del premier alla lettera pubblicata sul corriere
Berlusconi: «Sulle intercettazioni
nessun punto di diversità con Fini»

Il premier: sulla corruzione c'è riferimento preciso nel disegno di legge. Veltroni: considerazioni condivisibili ma diverse da atteggiamento del governo


ROMA - «Non c'è nessun punto di diversità con il presidente Fini». Questo il commento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla lettera del presidente della Camera, Gianfranco Fini, pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Berlusconi ha parlato a Cagliari, dove si trova per l'apertura della campagna elettorale del centrodestra in vista delle consultazioni regionali del 15 e 16 febbraio prossimi. «Fini ha fatto presente che le intercettazioni devono continuare ad essere un mezzo per arrivare a scoprire i reati compiuti. Per quanto riguarda nello specifico la corruzione come reato contro la pubblica amministrazione - ha assicurato Berlusconi - c'è questo preciso riferimento nel disegno di legge presentato dal governo. Non ho trovato nessun punto di distanza nella lettera che il presidente Fini, tra l'altro, ha molto cortesemente inviato al ministro Alfano, prima di mandarla al Corriere della Sera».

VELTRONI: «CONDIVISIBILE» - Il segretario del Pd, Walter Veltroni, osserva che nella lettera Fini esprime alcune «considerazioni condivisibili» sulla riforma della giustizia. «Se lo spirito della maggioranza sarà davvero quello espresso oggi da Fini - dice Veltroni - credo si possano finalmente realizzare le condizioni per arrivare in Parlamento ad una riforma condivisa, che non sia oggetto di scontro e contrapposizione». Veltroni aggiunge una stoccata a Berlusconi: «Le parole del presidente della Camera sono però molto diverse dall'atteggiamento tenuto fin qui dal presidente del Consiglio e dal governo, e attendiamo di capire quale sia la reale posizione della destra in materia. Il Partito democratico, dal canto suo, ha sempre messo al centro della sua attenzione il diritto dei cittadini ad avere procedimenti giusti, certi e veloci e in questa direzione ha sempre mosso le sue organiche proposte».

COSSIGA: «MEGLIO TACERE» - «I presidenti delle camere «meno parlano, meglio è»: questo invece il commento del presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, che non entra nel merito delle dichiarazioni sulle riforme della giustizia. «La mia ferma opinione di giurista e di politico, che fa parte del Parlamento da ormai cinquant'anni, con l'infausta parentesi della presidenza della Repubblica, e che è stato anche presidente di un ramo del Parlamento, è che i presidenti delle Camere meno parlano di politica e meglio è. Ne guadagnerebbe la loro autorevolezza nello svolgere i loro compiti di presidenti d'assemblea. Ritengo soprattutto fermissimamente che i presidenti delle Camera dovrebbero strettamente astenersi dal parlare, in Aula e fuori dell'Aula, di argomenti che in qualunque modo siano o stiano per essere posti all'ordine del giorno delle Camere o che comunque siano oggetto di polemiche e confronti tra le parti politiche e parlamentari».

VIOLANTE: «LE PROPOSTE DI FINI POSSONO SEGNARE UNA SVOLTA- La lettera di Gianfranco Fini al Corriere raccoglie l'adesione entusiastica di Luciano Violante. Arrivando alla festa di Forza Italia «Neveazzurra» a Roccaraso (L'Aquila), l'esponente del Pd commenta così le proposte del presidente della Camera per riformare la giustizia: «Veltroni è d'accordo sui punti indicati da Fini e questo può segnare una svolta nei rapporti tra maggioranza e opposizione e anche per la riforma del sistema giudiziario». «Se si vogliono davvero - dice Violante - fare le riforme questo processo può arrivare a destinazione ma bisogna evitare di far pesare sulle riforme quelle che sono le turbolenze quotidiane del clima politico e distinguere ciò che riguarda l'assetto del paese dalla politica quotidiana. Se sarà così - conclude l'esponente del Pd - le riforme si potranno realizzare con un beneficio per i cittadini».

ALFANO:CONDIVIDO LE PROPOSTE DI FINI - «Condividiamo nel metodo e nel merito le proposte di Fini sulla giustizia, che seguono le parole del Presidente della Repubblica, del Presidente del Senato e del vice presidente del Csm» ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, arrivando a Roccaraso (L’Aquila). «Le istituzioni e la società hanno maturato la consapevolezza che la riforma della giustizia è indifferibile: non solo è utile, è indispensabile». «Il presidente del Consiglio è il presidente di un Cdm che ha già approvato un testo con la possibilità di intercettare anche per i reati contro la Pubblica Amministra. Berlusconi non ha mai messo in dubbio la possibilità di intercettare contro la corruzione» ha aggiunto Alfano. «Le intercettazioni per i reati contro la P.A. fanno parte di un ddl approvato dal governo. Tutti si possono rendere conto - ha aggiunto Alfano - che sono già nel ddl approvato dal governo. Entro gennaio la commissione Giustizia della Camera approverà il testo del Governo come riterrà di farlo, vedremo se ci saranno emendamenti ma siamo fiduciosi che in tempi rapidi il ddl possa essere approvato con esito positivo».


10 gennaio 2009
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