Berlusconi: «Il mio governo è il paradiso» Porte aperte a Casini: «Spero torni»

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silvercloud87
00mercoledì 10 dicembre 2008 18:41
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Berlusconi: «Il mio governo è il paradiso»
Porte aperte a Casini: «Spero torni»

Il premier presenta il libro di Bruno Vespa: «Italia provinciale, non è più caput mundi»


ROMA - «Il paradiso». Silvio Berlusconi si lascia andare a una battuta e definisce così il suo governo nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa «Viaggio in un'Italia diversa». «Il libro - ha spiegato il premier - mi ricorda il passo del poema dantesco: c'è il capitolo della paura, la rivoluzione silenziosa, poi l'inferno, il purgatorio e il paradiso, che sarebbe rappresentato dal governo attuale che promette all'Italia il cambiamento che è assolutamente necessario». Ricordando di essere reduce da un tour di 21 giorni in Medioriente, poi però Berlusconi fa una riflessione amara sul nostro paese. «Ho visto- dice- che c'è una grande distanza tra loro e noi, poi tornando qui ho trovato un'Italia molto, molto provinciale che ha di sè una grande opinione, ma dobbiamo considerare che rappresentiamo appena lo 0,3 per cento delle terre emerse, lo 0,9 per cento della popolazione mondiale e l'1,9 per cento del prodotto mondiale». Quindi, conclude il presidente del Consiglio: «Siamo una piccola cosa, non la 'caput mundì che ha ispirato l'impero romano, e dovremmo imparare da altre realtà del mondo».

CASINI - «Per Casini le porte del Popolo della libertà non sono aperte, sono spalancate». Lo conferma Silvio Berlusconi in una intervista pubblicata sul mensile free press Pocket, dopo aver accolto nel Pdl l'ex giornalista Rai e deputato Udc Francesco Pionati. «Casini ha deciso di non far parte del Popolo della libertà e ha scelto una strada che lo sta portando su posizioni che hanno deluso molti suoi elettori e buona parte degli ex dirigenti dell'Udc. Speriamo cambi idea». Sull'ipotesi che abbandoni la politica, Berlusconi replica: «Mi sento ancora un ventenne nello spirito e nella voglia di fare. Non vi libererete di me tanto presto, almeno finché l`Italia non rischi più di cadere nelle mani di una sinistra come quella di oggi. I miei figli in politica? Io basto e avanzo».

TERZA PERSONA - «In politica contano i valori», sottolinea il premier, e «Berlusconi - afferma parlando di sé in terza persona - si ispira alla libertà come valore fondante della sua azione politica e rappresenta la concreta alternativa politica e di governo a una sinistra non liberale, non garantista, non riformatrice».

SINISTRA - Il presidente del Consiglio ribadisce poi il suo concetto sulla stampa e la tv italiana: «Sulla scuola e sull`università, la sinistra e i suoi giornali, in pratica l`85% di ciò che si stampa in Italia, sono riusciti per settimane a ribaltare la realtà. In televisione, certi programmi della Rai e non solo, fanno di peggio. Ho consigliato ai miei ministri di non prestarsi più al gioco della rissa con gli oppositori in tv. L’hanno ormai capito tutti come funzionano i giornali e come lavorano alcuni giornalisti: isolano una frase o una parola dal contesto e ci costruiscono sopra una fantasia e spesso un attacco. I docenti di sinistra usano la scuola per reclutare militanti. Per colpa della sinistra l'università è davvero caduta molto in basso».

RIFIUTI - Il premier ha poi citato il problema dei rifiuti di Napoli: «Le strade dell'Italia e di Napoli pulite come quelle di Tokyo. Tolleranza zero per chi sporca o imbratta. Dovranno essere introdotte pene severe per gli imbrattatori e anche l'arresto per chi scarica per strada rifiuti ingombranti».

DIALOGO - Berlusconi poi ripete che il dialogo «con questo Veltroni» è impossibile. «Con il Veltroni che diceva basta alla demonizzazione dell'avversario politico, il dialogo sembrava possibile. Poi si è alleato con Di Pietro e ne ha seguito l'esempio accusandomi di regime. Quando si vuole dialogare, ci vuole lealtà e rispetto dell'avversario. Se Veltroni e i suoi volessero rendersi credibili, dovrebbero prima rompere con Di Pietro».

REPLICA DI PIETRO - «Berlusconi per me è un corruttore politico, cioè uno che sta in politica e si compra politicamente l’avversario politico per farlo stare dalla sua parte, come ha fatto con Villari», ha replicato Antonio Di Pietro su Radiotre Rai.


10 dicembre 2008
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