Attualità: FEMMINISMO, QUANTI ERRORI!

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neve67
00sabato 13 marzo 2004 15:59
Attualità

FEMMINISMO, QUANTI ERRORI!

Fare le vittime, trasformare l’uomo in nemico, concentrarsi sulla differenza biologica, dimenticando i veri obiettivi sociali. E’ arrivato in Italia il pamphlet della filosofa che ha fatto discutere in Francia

Pubblicato di recente da Feltrinelli, “La strada degli errori” di Elizabeth Badinter, è un libro provocatorio, un vero e proprio manifesto di un nuovo femminismo (laico, liberale e libertario) che attacca le teorie del pensiero femminista emerse negli ultimi 20 anni.

La Badinter, tra le intellettuali che ha più contribuito a costruire l’edificio teorico del femminismo francese, contesta al movimento femminista stesso di essersi irrigidito nel separatismo e nella lotta contro il sesso maschile, abbandonando la rivendicazione dei pari diritti, ancora lontana da una piena realizzazione.

Distinguendo un femminismo vittimista (le donne sono sempre vittime degli uomini e richiedono protezione) da un femminismo differenzialista (le donne sono essenzialmente diverse e l’uguaglianza dei sessi esige che si tenga conto di questa diversità), la filosofa lo ritiene responsabile di aver prodotto una visione manichea dei rapporti uomo-donna. Da una parte ci sono le donne-vittime e dall’altra gli uomini-criminali.
Un vittimismo di matrice protestante, importato dagli Stati Uniti e che riconduce le donne nel ghetto dal quale erano uscite, le riconsegna al ruolo materno come condizione esclusiva e subalterna. Ma anche un esasperato pensiero della differenza che le spinge verso un’autosufficienza sessuale che impedisce ogni scambio positivo con la società maschile e, soprattutto, ogni possibilità d influenzarne l’evoluzione. Una strada sbagliata, appunto.

L’accusa che la Badinter rivolge al femminismo è: troppa teoria e troppa voglia di proteggersi con leggi di tutela moraliste e censorie che hanno trasformato l’altro sesso nel Nemico. (Riconosce certo il merito di aver lottato per l’aggravio delle sanzioni penali allo stupro).
Si è così perso di vista il vero obiettivo, che è la parità sociale. C’è un solo criterio oggettivo per determinare l’eguaglianza dei sessi, cioè lo scarto degli stipendi di uomini e donne, a parità di mansioni. Per la prima volta dal 1960 nel 2003 lo scarto è aumentato in tutta Europa. Un gap del 20 per cento. Ancora, il “tetto di cristallo” aziendale oltre il quale le donne non salgono. Per non parlare del fatto che le donne disoccupate sono di più rispetto agli uomini.
In 20 anni nulla è veramente cambiato: le donne continuano a svolgere i tre quarti d elle incombenze domestiche e familiari.

Cos’hanno fatto le femministe realmente per le donne? - tuona la Badinter - Invece di lottare per cambiare la sessualità agli uomini perché non lottare per cambiare gli stipendi?
Nella società europea odierna gli uomini detengono il potere finanziario, economico e politico e che continuano a difenderlo con ogni mezzo. L’androcentrismo è ovunque, ed è ancora più temibile perché avanza mascherato, multiforme come certi virus. Contro il dominio maschile bisogna lottare ma ciò non vuol dire che sia il Male.

Soluzioni
Aumento dei posti negli asili nido e maggiore possibilità di custodia dei bambini a domicilio fanno più per l’uguaglianza che tutti i discorsi sulla parità. Ciò vale anche per il congedo di paternità, che indica simbolicamente che la conciliazione famiglia e lavoro non riguarda solo la madre.

Meglio concentrarsi sulle ingiustizie quotidiane piuttosto che fare il processo al maschio. Processo che ha portato a un malcontento generale sia da una parte che dall’altra. Oggi uomini e donne non sono affatto contenti dei rapporti che intercorrono tra loro. Ognuno si ritiene vittima dell’altro.
Gli uomini vivono un profondo disagio e una crisi di identità. Non sanno più chi sono, non possono parlare e se parlano sono immediatamente accusati di tutto, si sentono sospetti. Un silenzio che si accompagna a una certa violenza e alla fuga. Uomini che fuggono e uomini che aggrediscono. Le donne d'altro canto non riconoscono di possedere questo potere che viene loro attribuito.

Certo, il femminismo ha vinto la battaglia ideologica, ma ad un prezzo molto alto. Distruggendo la maschilità in funzione dell’allineamento sulla femminilità tradizionale, si è avviato anche verso la povertà dei rapporti uomo – donna.
Nello scontro che oggi si svolge è in gioco la ridefinizione dei rapporti tra gli uomini e le donne, e le loro reciproche libertà. E la loro felicità, aggiungiamo noi.

Conquiste del femminismo
Nell’era sessantottina, le grandi battaglie per il diritto alla contraccezione e all’aborto miravano tanto a recuperare il potere sulla procreazione quanto a ottenere una nuova libertà sessuale. “Madre se voglio e quando voglio significava anche godere senza impedimenti”. Perseguendo questi obiettivi le femministe della prima generazione (sulla scia Simone de Beauvoir) hanno contribuito ampiamente alla liberazione delle donne.

La donna detiene due veri poteri – rileva la Badinter - Il primo è il potere ideologico, cioè morale, di autodefinirsi il Bene assoluto. L’altro non è mai stato evocato dalle femministe e non ha un contropotere, perché è totale e assoluto: quello della riproduzione. Il potere dell’uomo occidentale nell’ambito della procreazione è quasi azzerato. Con la fecondazione in vitro, poi, il corpo maschile è abolito, pressoché inutile.

Verso una nuova definizione dei rapporti uomo-donna
Qual è il femminismo che la Badinter propone?
Quello ispirato ai grandi concetti repubblicani di Libertà, Uguaglianza, Fraternità. Dove Libertà è il contrario di penalizzazione. Uguaglianza il contrario di parità. Fraternità il contrario di separatismo.

L’attuale femminismo deve render conto alle donne dei progressi della loro condizione. Tra la donna-bambino (femminismo vittimista) e la donna-madre (per le esigenze della mternità), che posto rimane all’ideale della donna libera, di cui tanto abbiamo sognato?
Secondo la filosofa francese uomini e donne possono - e desiderano - andare avanti solo insieme e non separati. L’uomo è il migliore amico della donna a condizione che entrambi si facciano rispettare. Quando un sesso soffre soffre anche l’altro. Purtroppo sia le donne che gli uomini sono immensamente scontenti.

La diversità dei sessi è un dato di fatto, ma essa non predestina ai ruoli e alle funzioni sociali. Non esistono una psicologia femminile e una maschile predefinite. Una volta acquisito il senso della propria identità, ogni adulto ne fa ciò che vuole e che può. Ciò non significa l’instaurazione del triste regno dell’unisex. Ma è la condizione di molteplici identità e maggiore libertà. Per uomini e donne.
imparooo
00domenica 14 marzo 2004 14:31
AH! Beh, fortuna che esiste ancora un po' di ragionevolezza in giro... in generale sono contento che vengano inseriti post con toni ragionevoli, mi riservo di commentare più accuratamente tutto questo in futuro!
neve67
00domenica 14 marzo 2004 14:36
... commentare???[SM=g27833]

Devi inserire discussioni,movimentarle etc...

Neve
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