Affresco dimenticato nel deposito, si scopre essere del Perugino

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Frida07
00giovedì 3 aprile 2008 19:11

L'opera raffigura le sante Lucia e Caterina d'Alessandria e proviene dal convento perugino di Santa Caterina. Dopo un accurato restauro è stato attribuito al maestro. E' inserita nel cartellone della Settimana della cultura


Un tesoro dimenticato nel deposito del museo. Era uno dei tanti capolavori sconosciuti che traboccano dai magazzini del Belpaese. Affresco che a distanza di una ventina d'anni dal distacco conservativo dalla parete della chiesa, viene attribuito al Perugino. Vale a dire a uno dei più grandi maestri del Cinquecento umbro, nel periodo più entusiasmante del Rinascimento.

Dai depositi dei musei italiani continuano a emergere sorprese: è il caso di un affresco custodito nella Galleria Nazionale dell'Umbria che, dopo un radicale restauro, è stato attribuito da alcuni studiosi al Perugino. L'affresco staccato raffigura le sante Lucia e Caterina d'Alessandria e proviene dal convento perugino di Santa Caterina, complesso legato strettamente alla Beata Colomba, figura chiave del misticismo umbro. Oggi l'opera è stata presentata nel cartellone delle manifestazioni organizzate per la decima Settimana della cultura.


La scoperta è l'ultima tappa di un percorso cominciato negli anni Ottanta, quando l'allora direttore del museo, Aldo Cicinelli, oggi ispettore ministeriale, nel riordinare i materiali conservati nei depositi aveva commissionato il restauro di sette affreschi staccati, tutti di scuola Peruginesca, provenienti da vari siti di Perugia e tutti in pessime condizioni. Uno di questi, quasi illeggibile, presentava però, a partire dal panneggio delle figure, elementi di interesse.


La qualità pittorica - è stato detto - appariva modesta e le diffuse cadute di colore completavano un quadro non esaltante. La ripulitura confermò in un primo momento il non eccelso valore del dipinto, ma successive, più approfondite indagini con il pinascopio rivelarono uno strato di pellicola sottostante. Di ben altra fattura si rivelò allora la stesura originale, tanto da farla attribuire, con ogni probabilità, al Perugino.


Di questo avviso fu anche Francesco Santi, che anzi osservò come l'opera, eseguita in età matura nel 1515, riproponesse una qualità degna dei primi periodi del maestro di Raffaello. Dal restauro sono emersi anche elementi storici come la data e la figura del committente, una suora. Si è anche appreso che le procedure usate dal pittore furono diverse per le due figure: santa Lucia, più ricca di dettagli, soprattutto nei panneggi, fu eseguita in tre giornate di lavoro, mentre santa Caterina, meno dettagliata, in due. Secondo Cicinelli, potrebbe essere dipeso dalla scarsa disponibilità di denaro della suora committente, che avrebbe portato ad una accelerazione dei lavoro in corso. Non sarebbe la prima volta, visto che considerazioni di carattere economico furono spesso alla base di soluzioni operative più veloci adoperate dagli artisti.


Oggi l'affresco mostra due eleganti figure femminili, leggiadre e dal volto dolcissimo, che ben si ricollegano alle Madonne esposte nella mostra dell'altro maestro umbro, il Pintoricchio, allestita nella Galleria Nazionale di Perugia fino al 29 giugno. In mancanza di una firma e di documenti che consentano una certa attribuzione dell'affresco, resta l'opinione degli studiosi e uno di questi, Francesco Scarpellini, presente oggi alla presentazione dell'opera, ha suggerito un incontro tra i maggiori esperti del Perugino per approfondirne i dettagli.



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