"Caro-cane", per mantenere Fido servono 700 euro l'anno

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!Serenella!
00lunedì 14 luglio 2008 22:01

La crisi economica impera e investe anche i padroni di cani e gatti. Non bastava il caro-benzina, l'aumento delle bollette di gas e luce, i prezzi degli alimenti che lievitano, adesso per mantenere i propri amici a quattro zampe occorrono dai 700 euro in su ogni anno.

"Il Governo e le associazioni di veterinari stanno pensando a un pacchetto di cure essenziali da garantire ai padroni più indigenti, ma intanto il peso economico di un bene "superaccessorio" come un cane sta crescendo di pari passo con quello della vita quotidiana". Parola di Enrico Loretti, responsabile di Igiene urbana veterinaria dell'Asl di Firenze.

"L'alimentazione e le cure veterinarie di base per un cane -spiega l'esperto, a margine della presentazione di una campagna di sensibilizzazione anti-abbandono - fanno spendere dai 600-700 euro in su ogni anno. Occorre calcolare uno-due euro al giorno per un mangime di media qualità, più i costi delle vaccinazioni e le cure di base. Se poi l'animale ha un problema, dal più banale al più grave, la spesa aumenta sensibilmente, anche perchè oggi i veterinari si stanno sempre più specializzando: c'è l'esperto in cardiologia, in dermatologia, in ortopedia o in oculistica".

Per cercare di venir incontro ai proprietari, l'Anmvi (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) e la Lav hanno chiesto al governo di ridurre l'Iva sulle prestazioni veterinarie e sul pet food, oggi fissata al 20% al pari di un bene di lusso e tra le più alte in Europa. "L'occasione per sostenere le famiglie italiane che hanno o desiderano un animale da compagnia - si legge nel comunicato delle associazioni - è servita su un piatto d'argento dall'Europa, impegnata a discutere con gli stati membri il riordino dell'imposta sul valore aggiunto e a concedere ai 27 la facoltà di ridurre la tassazione su alcuni beni e servizi".

Per Anmvi e Lav l'Italia dovrebbe cogliere l'occasione per ridurre almeno al 10% l'Iva applicata alle prestazioni veterinarie e ai prodotti alimentari per animali da compagnia, considerando che l'aliquota attualmente in vigore del 20% colloca la salute e il mantenimento degli animali d'affezione sullo stesso piano di un genere voluttuario. "Una riduzione dell'aliquota Iva - concludono le associazioni - gioverebbe sia ai proprietari sia ai canili-rifugio del volontariato". Fonte
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