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Da domenica 30 marzo non serve più il passaporto per recarsi in uno dei nove paesi dell'Unione Europea che dal 21 dicembre 2007 hanno aderito alla Convenzione di Schengen: Slovenia, Malta, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania. Questi Stati vanno ad aggiungersi agli altri 15 che facevano già parte dello spazio di libera circolazione alle frontiere: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia e i due paesi associati, Norvegia e Islanda.
L'abolizione delle frontiere aeree per questi nove Stati (quella terrestre è entrata in vigore dalla data della adesione) consente, come già avviene negli altri 15 Paesi Schengen, la possibilità di circolare liberamente e senza sottoporsi ad alcun tipo di controllo dei documenti ai varchi di frontiera aeroportuali. Per andare all'estero da una nazione all'altra, infatti, sarà sufficiente avere, al posto del passaporto, il titolo di viaggio e la carta d'identità o un altro documento.
La nuova disposizione, che entra in vigore dalla mezzanotte, non comporta, comunque, sostanziali cambiamenti logistici anche all'aeroporto di Fiumicino. Nello scalo aereo della Capitale, in pratica, sono state modificate soltanto alcune procedure di controllo e la canalizzazione del flusso passeggeri, sia per chi parte sia per chi arriva dai 9 nuovi Paesi Schengen. Per loro la verifica dei documenti passa dagli agenti della Polaria al personale delle singole compagnie aeree, con le stesse procedure utilizzate per gli altri 15 Paesi dell'area di libera circolazione. Per quanto riguarda le operazioni di check-in e di imbarco finora effettuate nel molo «C» internazionale, da domani si svolgeranno nel terminal «B» riservato ai voli Europei. Invariati, invece, i controlli di sicurezza.
I prossimi ingressi a Schengen previsti sono quelli della Svizzera, che dovrebbe aderire nel corso di quest'anno, e di Cipro.
IlMessaggero.it |