SILVIO CONCIATO AD “ARTE” - IL CANALE FRANCO-TEDESCO VENERATO DALL’INTELLIGHENZIA PER I RAFFINATISSIMI DOCUMENTARI, FILM D’AUTORE, MANDA IN ONDA UN “DOSSIER BERLUSCONI” CHE FAREBBE IMPALLIDIRE SANTORO: SENZA CONTRADDITTORIO E CON INTERVISTE A SENSO UNICO GLI ITALIANI DIVENTANO “LOBOTOMIZZATI” DAL CAINANO, FORZA ITALIA IL PARTITO DELLA MAFIA, TUTTE LE TV SOTTO CONTROLLO TRANNE “RARI GIORNALI” - E PER FORTUNA CHE È STATO FATTO PRIMA DI RUBY…
Alberto Mattioli per "La Stampa"
Silvio Berlusconi? Un prodotto della mafia che sta realizzando il piano di «rinascita democratica» griffato Licio Gelli. La sua politica «è la frode fiscale e la corruzione». E gli italiani lo votano perché «sono lobotomizzati dalle televisioni del Cavaliere».
Cose lette e sentite mille volte, almeno in Italia. Stupisce però di ritrovarle in un reportage di prima serata su Arte, il raffinato canale franco-tedesco amato da chi detesta la televisione sbracata che imperversa al di là come al di qua delle Alpi (di qua, però, di più). Arte trasmette documentari, film d'autore, concerti. Ieri sera, però, ha dedicato una serata al curaro all'«Italia di Berlusconi».
Prima parte, 45 minuti di «Dossier Berlusconi» firmato MariaRosa Bobbi e Michael Busse, i quali hanno fatto un viaggetto in Italia per ricostruire il successo del Silvio nazionale raccontato, però, soltanto da quelli cui va di traverso. Dal punto di vista giornalistico, insomma, un lavoro «a tesi».
Gli intervistati sono, tra gli altri, Gherardo Colombo, «Leolocua», vabbé, Orlando, Massimo Ciancimino e naturalmente Licio Gelli. La requisitoria è senza sconti ma anche senza contraddittorio: le condanne penali, Dell'Utri «che fa da intermediario fra la mafia e Berlusconi» (Orlando), Forza Italia «che è il partito su cui ha investito la mafia» (Ciancimino). E ci sono solo «rari giornali» che Berlusconi non possiede, mentre «tutte le tivù sono sotto il suo controllo e non cessano di trasmettere immagini del presidente invitandolo a rieleggerlo» (gli autori, e speriamo che Santoro non veda Arte). A un certo punto, un ufficiale della Guardia di Finanza, per illustrare il diffondersi della corruzione, fa vedere le immagini rubate di un dipendente pubblico che intasca mazzette. Commento fuoricampo: «Spera di cavarsela come Berlusconi».
Le conclusioni le tira Francesco Di Stefano, patron di Europa 7 oscurata dalle frequenze indebitamente occupate dal Cavaliere: «Gli italiani sono lobotomizzati da 25 anni di tivù commerciali di Berlusconi. Credono in lui a prescindere. Lui sa che può fare quello che vuole. Il sentimento prevalente è la vergogna. L'Italia finirà nel Terzo mondo». E per fortuna che il reportage è stato chiaramente realizzato prima del Rubygate.
In effetti, qualsiasi italiano all'estero è imbarazzato di sentirsi chiedere sempre e solo di Berlusconi o di vedere nei telegiornali, compresi quelli seri, servizi a raffica sul «bungà bungà», peraltro gli unici che si fanno dal nostro Paese. Però questo di Arte non è un reportage sull'Italia berlusconiana, ma la sua caricatura. E fornisce forse una spiegazione per vicende altrimenti incomprensibili. Prendete l'affare Battisti. Chi lo difende crede sul serio, e magari perfino in buonafede, che l'Italia sia governata dalla mafia e dai fascisti. O che i «prigionieri politici» qui vengano torturati, come farnetica su «Le Monde» Fred Vargas, la grande ammiratrice del Cesare Battisti sbagliato
Fonte:
DAGOSPIA