Belpietro a pm:non rivelo mie fonti
"Fini si sente diffamato? Mi quereli"
Il direttore di "Libero" Maurizio Belpietro non ha rivelato il nome della sua fonte al
procuratore di Milano Armando Spataro che lo ha sentito in merito al "fondo" in cui lo stesso Belpietro ha raccontato di un presunto, "finto", attentato che avrebbe dovuto avere come obiettivo Gianfranco Fini. Il giornalista ha anche risposto alla reazione del presidente della Camera sul caso escort: "Fini si sente diffamato? Mi faccia una denuncia".
"Ho parlato di una cosa vera - ha detto Belpietro - che aveva come obiettivo Fini, ma l'obiettivo era anche far ricadere la responsabilità della vicenda sul presidente del Consiglio. Questo è ciò che mi è stato raccontato e che ho riferito ai magistrati. Se poi i giornali per esigenze di copione devono raccontare balle, questo è un altro fatto: si sono scritte cose che non stanno nè in cielo nè in terra".
Deposizione inviata ai pm di Bari
Il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, ha trasmesso alla Procura di Bari una copia della deposizione resa dal direttore di Libero. Belpietro era stato sentito per circa due ore da Spataro, dopo essere stato convocato in Procura, per riferire dell'editoriale pubblicato su Libero. Il procuratore Spataro ha aperto una inchiesta che al momento è senza ipotesi di reato, nè indagati.
L'articolo
Nel suo editoriale, Belpietro aveva fatto riferimento a un progetto di attentato da compiersi ad Andria, in provincia di Barletta-Andria-Trani, in occasione di una visita istituzionale del presidente della Camera. Nell'articolo, inoltre, si parlava della possibilità di un progetto che comprendeva anche "l'impegno di attribuire l'organizzazione dell'agguato ad ambienti vicini a Berlusconi, cosi' da far ricadere la colpa sul presidente del Consiglio". La stessa Procura di Trani aveva aperto un fascicolo conoscitivo sulla vicenda e poi era intervenuta la Procura di Bari, perché la competenza per questi fatti è della Procura distrettuale Antimafia che indaga nel caso di possibili attentati ad alte cariche dello Stato.
Non trasferito il caposcorta
"Non corrisponde al vero" la ricostruzione del 'Giornale' sul presunto attentato al direttore di Libero, Maurizio Belpietro, avvenuto alla fine dello scorso mese di ottobre a Milano, quando il suo caposcorta Alessandro M. esplose tre colpi di pistola nel condominio del giornalista in via Monti di Pietà. Lo ha precisato lo stesso Belpietro aggiungendo che Alessandro M., il poliziotto assegnato alla sua tutela, è "ancora in servizio come caposcorta".
"Per quello che risulta a me - ha detto Belpietro - non corrisponde al vero. Insomma non solo non mi risulta che ricorra quello che viene detto e tutto il resto, ma non è vero, ripeto il suo trasferimento. Lui è ancora in servizio come caposcorta: ci sono tre turni di tutela e in questi turni si avvicendano una serie di persone. A tutt'ora lui è in servizio, non oggi, ma lo era ieri".
Fini querela Libero e Il Giornale
"In relazione a quanto pubblicato dai quotidiani Il Giornale e Libero, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha dato mandato di adire le vie legali a tutela della propria onorabilità". Lo dichiara Fabrizio Alfano, portavoce del presidente della Camera.
Procura Bari indaga per eversione
La Procura distrettuale di Bari ha aperto un fascicolo per "attentato per finalità terroristiche o di eversione" dopo la pubblicazione dell'editoriale su "Libero". L'ipotesi di reato è nei confronti di sconosciuti.
Fonte:
tgcom