Appalti eolico: Gip, tentarono di influire su lodo Alfano
"Incontro tra Verdini, Carboni e Dell'Utri a pochi giorni dal giudizio della Corte Costituzionale"
ROMA - L'imprenditore Flavio Carboni, coinvolto a Roma nell'inchiesta sugli impianti eolici da effettuare in Sardegna, è stato arrestato, insieme a Pasquale Lombardi, geometra ed ex esponente della Dc nonché ex sindaco del suo paese di origine in provincia di Avellino, e all'imprenditore Arcangelo Martino, ex assessore comunale di Napoli.
Tra settembre e ottobre 2009 i tre arrestati dalla Procura di Roma, tentarono di avvicinare giudici della Corte Costituzionale allo scopo di influire sull'esito del giudizio sul cosiddetto lodo Alfano, la legge che prevedeva la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato. Lo afferma il gip Giovanni De Donato, nell'ordinanza con cui ha disposto l'arresto per i tre nell'ambito dell'inchiesta sull'eolico in Sardegna, con l'accusa di associazione per delinquere e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete.
L'operazione, afferma il Gip, fu condotta da Lombardi, previo accordo con gli altri due, con cui si manteneva in costante contatto. L'episodio, conclude il giudice, si intreccia col tentativo dei tre di ottenere la candidatura dell'ex sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, alla carica di presidente della Regione Campania, in cambio appunto degli interventi compiuti sulla Corte Costituzionale. Negli ultimi mesi del 2009 e all'inizio di quest'anno Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino si sono adoperati per la candidatura di Nicola Cosentino.
Dopo l'arrivo di un provvedimento di custodia cautelare nei confronti del sottosegretario, i tre hanno cercato di favorire l'accoglimento del ricorso proposto contro questa misura grazie al rapporto tra Lombardi e il presidente della Corte di Cassazione in modo da recuperare la candidatura di Cosentino. Secondo quanto afferma il Gip nel provvedimento, dopo il rigetto del ricorso e dopo che il Pdl ha individuato in Stefano Caldoro come candidato alla Regione Campania, il sodalizio ha dato vita una intensa attività diretta a screditare il nuovo candidato in modo da escluderlo dalla competizione elettorale, tentando di diffondere all'interno del partito, e tramite internet, notizie diffamatorie sul suo conto.
Tra le operazioni degli arrestati sotto la lente di ingrandimento della Procura ci sarebbero anche i tentativi, a partire dall'ottobre 2009, posti in essere da Lombardi e diretti a pilotare, tramite pressioni esercitate su componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, la nomina a cariche direttive di magistrati graditi al sodalizio tra i quali Alfonso Marra, che aspirava alla carica di presidente della corte d'Appello di Milano. Queste iniziative, in base a quanto sostiene il Gip, puntavano a far acquisire all'associazione buoni rapporti con i dirigenti di alcuni uffici giudiziari.
INCONTRO VERDINI-CARBONE-DELL'UTRI SUL LODO - Il 23 settembre dello scorso anno, a pochi giorni dal giudizio della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, avvenne una riunione nell'abitazione romana del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, per stabilire un tentativo di avvicinamento ai giudici della consulta. All'incontro era invitato anche l'imprenditore Flavio Carboni, il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi.
Al termine della riunione, in base a quanto scrive il Gip, Lombardi chiama Caliendo, che aveva dovuto abbandonare in anticipo l'incontro, aggiornandolo sugli argomenti trattati. Lombardi si dice disponibile a correre ai ripari in ogni modo, affermando che occorre fare la conta di quanti sono i giudici favorevoli alla bocciatura della legge e quanti quelli contrari, lavorando quotidianamente alla vicenda in vista del giudizio della Consulta previsto inizialmente per il 6 ottobre. Stesso discorso viene fatto da Lombardi a Martone e Carboni. La troppa loquacità di Lombardi e l'incontro del 23 settembre sono oggetto di una successiva conversazione tra Martino e Carboni. L'imprenditore sardo raccomanda a Martino di riferire solo con lui della questione perché Lombardi (ritenuto da entrambi fondamentale per la riuscita dei loro piani) parla troppo. Tra le personalità avvicinate da Lombardi per fare da tramite con i giudici della Consulta anche il parlamentare Renzo Lusetti, che tuttavia reagisce con imbarazzo alle telefonate. Analogo imbarazzo mostra, in una telefonata intercettata il 30 settembre, il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, che tenta in ogni modo di sottrarsi alle richieste pressanti di Lombardi su come avvicinare uno dei giudici chiamati a pronunciarsi sul lodo Alfano. La contropartita chiesta per tale attività di lobby è la candidatura di Nicola Cosentino alla Regione Campania, come esplicitato in una telefonata di Lombardi allo stesso sottosegretario. Il tentativo di influire sul giudizio di costituzionalità del lodo Alfano non andò però a buon fine. Il 7 ottobre 2009 la Corte boccia il provvedimento, suscitando le ire di Carboni e Martino, che accusano Lombardi del fallimento e della figuraccia fatta con i propri referenti politici, a partire da Verdini.
ARRESTATO CARBONI, IN MANETTE ALTRI DUE - "Una associazione per delinquere diretta a realizzare una serie indeterminata di delitti" caratterizzata "dalla segretezza degli scopi" e volta "a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali nonché degli apparati della pubblica amministrazione". E' quanto scrive il Gip del Tribunale di Roma, Giovanni De Donato, nel capo di imputazione dell'ordinanza (circa 60 pagine) di arresto per l'imprenditore Flavio Carboni, di Pasquale Lombardi, ex esponente della Dc e dell'imprenditore napoletano, Arcangelo Martino.
Il legale di Carboni, Renato Borzone, ha fatto sapere che presenterà immediato ricorso al Tribunale della libertà contro il provvedimento che gli è stato appena notificato.
Il fascicolo che ha portato agli arresti nasce da uno stralcio, aperto quest'anno, dell'inchiesta sugli appalti per l'eolico in Sardegna in cui è coinvolto, tra gli altri, anche il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci.
La richiesta d'arresto di Carboni e dell'ex esponente della Dc Campana, Pasquale Lombardi, è stata fatta dal pm della procura di Roma, Rodolfo Sabelli e accolta dal gip Giovanni De Donato. Carboni, che ha 78 anni, è stato trasferito alle prima luci dell'alba, dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma, presso il carcere di Regina Coeli mentre Lombardi, che vive ad Avellino, si trova attualmente nella casa circondariale irpina di Bellizzi. L'ipotesi di reato è quella di associazione a delinquere e di violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Il filone di indagine è collegato all'inchiesta della procura capitolina su un presunto comitato d'affari che avrebbe gestito l'assegnazione di una serie di appalti pubblici in Sardegna per la realizzazione di parchi eolici.
DIFESA CARBONI: ARRESTO ASSURDO - "Dopo averlo solo sospettato, la lettura dell'ordinanza di sociologia giudiziaria della Autorità giudiziaria di Roma dà conferma che il nulla probatorio emerso da mesi di indagine è sfociato in un arresto assurdo e ingiustificato, tra l' altro nei confronti di un quasi ottantenne con esiti di patologie cardiache e infartuali, per un reato associativo (la cd legge Anselmi) che è la metafora della deriva delle inchieste giudiziarie di questo paese". E' quanto afferma l'avvocato, Renato Borzone, difensore dell'imprenditore Flavio Carboni arrestato oggi dai carabinieri su richiesta della Procura di Roma. "Nessuna prova di reati specifici - prosegue - ed allora si va alla ricerca di fattispecie associative addirittura risibili. Se, come sempre è finora accaduto, Carboni troverà un giudice a Berlino sarà prima o poi scagionato da questi addebiti. Diversamente, bisognerà ancora combattere per fare riconoscere la differenza tra addebiti penali e addebiti moralistici. Nel frattempo, la difesa cercherà di capire quali sono i meccanismi di assegnazione dei processi negli uffici giudiziari romani".
BERSANI, EMERGE QUADRO ALLUCINANTE - "Quanto emerge dall'inchiesta descrive un quadro allucinante". Lo ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, commentando a margine della Festa dell'Unità di Roma le inchieste sugli appalti per l'eolico. "Dico solo due cose - ha aggiunto Bersani - e cioé i magistrati vadano fino in fondo, e il governo per favore venga in parlamento a dirci qualcosa su questa vicenda".
DI PIETRO: ATTENTATO ALLO STATO DI DIRITTO - "La vicenda sugli appalti dell'eolico raccontata dal gip nella sua ordinanza e dalla quale emerge un tentativo chiaro di condizionare l'attività della magistratura, è un vero e proprio attentato allo Stato di diritto". Lo afferma il leader dell'Idv Antonio Di Pietro commentando l'ordinanza del gip Giovanni Di Donato sull'inchiesta relativa agli impianti eolici. "Se corrispondesse alla realtà, sarebbe un verminaio dietro al quale si nasconde il progetto di una loggia massonica di sovvertire l'assetto socio-politico-istituzionale del Paese. Il puzzle sta per essere completato - prosegue Di Pietro - e porta la firma del Piano di Rinascita Democratica della P2, gloriosa loggia massonica i cui affiliati ricoprono ruoli di primissimo piano nelle istituzioni. Adesso non resta che affidarsi ai magistrati affinché facciano al più presto chiarezza".
D'ALIA: QUADRO TORBIDO, ATTI ALL'ANTIMAFIA - Sta emergendo "un quadro torbido e preoccupante per l'Italia e le sue istituzioni: sembrerebbe infatti di essere di fronte a un sistema di potere che va ben oltre la gestione degli appalti, ma che mira a condizionare, intimidire e assoggettare parti dello Stato", afferma il presidente dei senatori dell'Udc, Gianpiero D'Alia che suggerisce alla Commissione Antimafia di acquisire gli atti relativi alle indagini. "E' necessario - spiega D'Alia - che le indagini facciano la massima chiarezza su ogni aspetto senza trascurare nulla, perché sembra proprio che non si stia parlando solo di furbetti o di cricche, ma di un'organizzazione con un disegno criminale molto più ambizioso, che riporta purtroppo alla mente tristi episodi della nostra storia repubblicana".
Fonte:
ANSA