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frenano sul taglio dei gas serra
COPPITO (L'Aquila) – Al vertice del G-8 dell'Aquila sarebbe stato raggiunto un accordo su un testo in cui Cina e India riconoscono la necessità di contenere entro di due gradi centigradi l'aumento della temperatura terrestre. A quanto si apprende, nel documento che sarà approvato giovedì dai paesi del Mef (gli Otto più Australia, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Messico e Sudafrica) ci sarà un esplicito riferimento in questo senso. È la prima volta che i Paesi industrializzati e quelli emergenti fanno proprie le opinioni scientifiche del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell'Onu (Iccp). Non c'è invece intesa sull'altro ambizoso obiettivo del summit, l'indicazione di un taglio del 50% delle emissioni di C02 entro il 2050 auspicata da Usa e Ue. Nel documento ci sarà comunque l'assunzione di un impegno a trovare un accordo di massima in vista della conferenza Onu di dicembre a Copenaghen «per una riduzione sostanziale delle emissioni entro il 2050».
«Credo ci sia la possibilità di consegnare alla stampa il testo preparato dai nostri sherpa», ha detto Berlusconi ai leader del G-8, aprendo i lavori sulle tematiche globali.
Sul clima, ha aggiunto Berlusconi, «credo ci sia un accordo fra noi». Intesa, ha proseguito, che è ormai «consolidata». Il presidente del Consiglio italiano, in veste di presidente di turno del summit, ha ricordato ai presenti che sul tema, nel corso del suo incontro con il presidente cinese Hu Jintao (già rientrato in patria per gli incidenti nello Xinjiang) di aver «incontrato forte scetticismo». Nella sessione ad hoc, quella del G14, ha proseguito il premier italiano, si dovrà «verificare con la Cina e l'India il grado di accordo che si può trovare».
Secondo fonti del vertice, India e Cina si sarebbero infatti opposte a identificare obiettivi concreti di riduzione delle emissioni. Nei giorni scorsi, gli "sherpa" del vertice avevano indicato un target di riduzione del 50% per tutti i paesi del mondo e dell'80% per i paesi industrializzati. Ma Cina e India ritengono che i paesi occidentali debbano prima tagliare drasticamente le loro emissioni entro il 2020 se poi vogliono imporre target ambiziosi al resto del mondo.
Anche lo "sherpa" italiano per il G-8 dell'Aquila, il segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo, ha spiegato Massolo in un'intervista al Tg1 che la parte più ostica del documento è stata quella relativa agli impegni internazionali taglio delle emessioni nocive. In teme di inquinamento ambientale sono in molti ad auspicare che all'Aquila venga spianata la strada in vista della conferenza Onu che si terrà in dicembre a Copenhagen, quando si discuterà sui cambiamenti climatici e delle regole del post Trattato di Kyoto. ll ministro degli Esteri Franco Frattini, dai microfoni di Sky Tg24, ha detto che tagliare del 50% le emissioni di gas serra entro il 2050 a livello mondiale e limitare a due gradi il riscaldamento globale rispetto all'era preindustriale sono «target» che la presidenza italiana spera vengano adottati al summit del G-8. «Spero che entrambi questi obiettivi vengano centrati, o quantomeno uno dei due», ha concluso il capo della diplomazia italiana.
In mattinata a infondere ottimimismo era stato invece il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, in un incontro stampa con il premier svedese Fredrik Reinfeldt, presidente di turno dell'Unione: all'Aquila sarà fatto «un buon passo in avanti» se i leader del G8 concorderanno sull'obiettivo di mantenere a due gradi l'aumento massimo del clima terrestre e sull'impegno di ridurre del 50% le emissioni mondiali di C02 del 50% entro il 2050. «Stiamo preparando un pacchetto di proposte concrete che sarà pronto a settembre», ha annunciato Barroso. Reinfeldt ha auspicato l'accettazione di impegni vincolanti di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra entro il 2050 e ha insistito anche sulla necessità di «obiettivi a medio termine |