E poi c’è il corallo: una preziosa concrezione scheletrica, frutto dell’incessante lavoro di milioni di anni di microrganismi marini, capaci di fissare il carbonato di calcio e che costituisce l’habitat privilegiato per molte specie marine: nelle pass (i canali che mettono in comunicazione l’oceano con l’interno dell’atollo ), si trovano banchi di carangidi, aquile di mare, mante, squali e mille altri pesci colorati. Senza immergersi, è già sufficiente lo snorkelling per ammirare a pelo d’acqua giardini meravigliosi. Quasi tutte le isole sono orlate da spiagge di sabbia bianca finissima e dal proprio house reef (barriera corallina).
Tra le discese più spettacolari che si possono effettuare, il primo posto, a detta di molti subacquei, spetta all’Atollo di Vaavu: lo stretto passaggio Myaru Kandu che porta all’oceano è caratterizzato da pareti ripidissime e grotte, che si gettano nell’oscurità per ben oltre 60 metri. Presso l’Atollo di Rasdhoo, a Madivaru Kandu, ci si può immergere alle primissime ore del giorno, quando fanno la loro comparsa gli squali martello. Luki Hell, a largo dell’Atollo di Ari, è una delle secche più note al mondo: 40 metri di gorgonie e alcionari rossi, gialli e arancioni. Se si è fortunati, vi si possono incontrare squali di barriera.
E per chi non si immerge? Spiagge da film sono quella di Bodu Mora (Atollo di Vaavu), dove le palme da cocco orlano una spiaggia di un bianco accecante, e la laguna di Kudhiboli (sempre sullo stesso atollo), con acque limpidissime.
Ma Maldive significa anche storia e cultura. La capitale Malé è la più piccola al mondo e per crescere strappa continuamente la terra al mare, in una lotta senza tregua. L’unica città davvero maldiviana è depositaria della cultura e della storia di questo popolo: sull’Atollo di Malé nord, è in continuo fermento e oggi arriva a contare circa 80.000 abitanti.
Il contatto con i viaggiatori arabi aprì la strada all’Islam e i maldiviani si convertirono dal buddhismo all’islamismo, con una sequela di dinastie islamiche, 93 sultani e altrettanti sultanati. Oggi l’Islam è l’unica religione ammessa, come si desume anche dallo scandire del tempo della preghiera con la voce del muezzin, che ritma il suo richiamo alle ore del giorno stabilite.
Le moschee più importanti della città sono la Grand Friday Mosque, oggi sede del Centro di studi islamici, e la Hukuru Minsky. La cultura religiosa antica resta però viva in alcune credenze popolari: gli isolani temono infatti gli Jinnis, spiriti maligni che infestano gli atolli e che provengono dal mare, dal cielo e dalla terra ferma. Anche i balli hanno un’ancestrale connotazione animista, che si risolve nella percussione ossessiva dei tamburi che marcano danze sfrenate.
La storia dei maldiviani si può apprezzare al National Museum, dove una cospicua parte di testimonianze è frutto delle missione archeologiche dell’esploratore norvegese Thor Heyerdahl che poi suggellò impressioni e scoperte nel celebre libro Il Mistero delle Maldive.
Un tocco pittoresco si coglie al locale mercato del pesce: il Fish Market, sulla Marine Drive, colorato anche con frutta esotica ed esposizioni di artigianato locale.
Per gli amanti delle griffe e dell’alta moda, si segnala infine la Orchid Magu, dove il duty free fa la felicità di molte signore.
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