A Forlì il genio del neoclassicismo
Classico è il titolo della mostra in corso a Forlì su Antonio Canova, come classica è la sua poetica, lo stile, la formazione artistica. Il “novello Fidia”, come è stato definito più volte dalla critica, è in scena dal 25 gennaio al 21 giugno 2009, in Antonio Canova. L’ideale classico tra scultura e pittura, presso le sale dei musei di San Domenico, ospitati nella bella cornice dell’ex chiostro domenicano.
Già in vita Canova fu osannato per aver resuscitato la purezza classica e l’eleganza formale della scultura greca, che Foscolo seppe apprezzare nella splendida Venere Italica di Palazzo Pitti (in mostra a Forlì), giudicandola superiore a quella antica dei Medici.
L’interessante excursus proposto a Forlì è un itinerario che, attraverso ben 160 opere, pone in luce l’evoluzione della carriera dell’artista, mettendola a confronto con le opere di artisti a lui contemporanei.
Un’acuta analisi delle analogie e delle differenze nella produzione scultorea e pittorica del maestro, rispetto alla percezione dell’ideale classico da parte degli artisti che lavorarono nello stesso periodo e sul medesimo concetto. Allo scopo il genio è stato messo a confronto anche con capolavori di Tiziano e Raffaello.
Non è un caso che la mostra sia stata organizzata a Forlì: ogni anno infatti la città sceglie un artista al quale dedicare una retrospettiva, in base a precise ragioni di natura storico-artistica. Quest’anno la scelta è ricaduta sul Canova, per evidenziare il rapporto che l’artista ebbe con la città nel corso della sua carriera.
Non tutti sanno infatti che Forlì è stato un punto di riferimento importante per il neoclassicismo in Italia, e che anche il genio di Possagno aveva un legame molto forte con la città, documentato, ad esempio, in alcune opere a lei dedicate e che oggi si possono apprezzare nell’esposizione. Una versione di Ebe, splendida scultura marmorea realizzata tra il 1816 e il 1817 per la contessa Veronica Guarini; e la Danzatrice col dito al mento (1814), commissionata dal banchiere Domenico Manzoni e poi perduta dopo la morte del proprietario.
Ebe è qui messa a confronto con l’altra versione appartenuta all’imperatrice Giuseppina moglie di Napoleone, a testimonianza del fatto che l’autore ha saputo abilmente rappresentare la figura sulla nuvola, dando al marmo il movimento audace del volo. Ma il confronto non finisce qui: per richiamare il continuo e felice rimando ai classici, da cui Canova ha saputo trarre l’ideale di bellezza e l’eleganza delle forme, le due Ebe sono collocate accanto a tre opere della classicità, in prestito per l’occasione: l’Arianna con la pantera dal Museo Archeologico di Firenze, la Danzatrice di Tivoli, e il Mercurio volante del Giambologna.
Tra gli altri capolavori esposti, troneggia anche il bellissimo Amore e Psiche che è stato messo a confronto con il genio stilistico Landi, Kauffmann, Hayez, contemporanei al maestro e attratti dallo stesso tema classico, quello delle divinità pagane, degli amori e del mondo femminile. Dai Musei
Vaticani sono giunti a Forlì i due Pugilatori, ispirati ai Dioscuri del Quirinale.
La mostra è l’itinerario più completo ed esaustivo sulle opere del Canova che sia stato fatto dopo l’esposizione a Venezia del 1992.
Info: Antonio Canova. L’ideale classico tra scultura e pittura.
Musei di San Domenico, Piazza Guido da Montefeltro 10, Forlì
25 gennaio/ 21 giugno 2009
www.mostracanova.eu
Fonte[Modificato da !Serenella! 05/02/2009 21:29]