Un campionato così non si dimentica: tanti, troppi gli spunti di riflessione al termine di una stagione che sicuramente è stata tra le più avvincenti e imprevedibili degli ultimi anni e che merita qualche valutazione specifica, a cominciare da chi ci ha stupito e divertito in senso positivo, per finire con chi ci ha deluso.
Squadra più forte: Inter
Capace di superare infortuni e avversità pescando dal mazzo un jolly come Balotelli e restando con continuità nello scomodo ruolo di lepre dalla quinta giornata fino alla fine.
Squadra più divertente: Roma
Non ci sono dubbi. Davide non ha battuto Golia ma ci ha fatto divertire e ha retto il gioco fino alla fine battendo il proprio record di vittorie e di punti in campionato. I rimpianti in questo caso sono ingiusti, perché più di così la squadra giallorosa non poteva fare.
La più concreta: Juventus
Era chiamata a un rilancio dopo la stagione di serie B. Ranieri dimostra di aver plasmato, pur con qualche spigolo di troppo in alcuni suoi rapporti con i giocatori, un collettivo di grande livello nel quale Del Piero e Trezeguet capo e vicecapocannoniere, brillano con 41 gol.
Al di sopra delle aspettative: Fiorentina
Una bella conferma in una stagione che in molti, vista la partenza di Toni, pronosticavano di ridimensionamento. La viola sfiora la finale di Uefa e aggancia un quarto posto straordinario.
Al di sotto delle aspettative: Milan
Una squadra che ha vinto il campionato del mondo ma ha perso in modo imprevisto il minimo obiettivo nazionale, la qualificazione ai preliminari di Champions League. Fare spallucce e dire che non conta è comprensibile ma non condivisibile.
Le sorprese europee: Sampdoria e Udinese
Per diverse settimane hanno dimostrato di potersela giocare alla pari con la Fiorentina e il Milan per il quarto posto. Obiettivo magari troppo ambizioso ma che poteva anche essere raggiunto con poche risorse a disposizione in più. Mazzarri e Marino rappresentano progetti che meritano di essere sottolineati e portati avanti.
Le sorprese assolute: Atalanta, Genoa e Cagliari
Più che Atalanta e Genoa, che hanno come discriminante negativa qualche incostanza di troppo e un finale di stagione da dimenticare, vale la pena sottolineare lo splendido campionato dei sardi che porta la firma di Acquafresca, fortemente voluto dalla società isolana nell'operazione Suazo e Ballardini, uomo forte che merita adesso di gestire le cose in prima persona e dall'inizio.
Le retrocesse: Empoli, Parma e Livorno
Sia gli emiliani che le due toscane pagano errori di gestione abbastanza evidenti, molta sfortuna e qualche isteria di troppo: ma pur con qualche incompletezza sulla carta non li avremmo visti agli ultimi posti della stagione. La storia delle panchine ci porta a un'altra considerazione: ma siamo così sicuri che cambiare allenatore in modo quasi nevrotico alla fine paghi?
L'allenatore dell'anno: Spalletti
Riesce a fare giocare bene una squadra che senza strafare sul mercato si dimostra competitiva su tre fronti. Il secondo posto e la possibile vittoria della Coppa Italia non dimostrano abbastanza la qualità di un lavoro fatto oltre che di tecnica anche di testa, di capacità di gestione e di grande umanità. L'uomo giusto in una società non facile per una città ambiziosa e una tifoseria che sa amare come poche altre ma che chiede altrettanta devozione nei suoi interpreti.
Il giocatore dell'anno: Del Piero
C'è una bella differenza dal titolo di capocannoniere dello scorso anno in Serie B e quello di quest'anno in Serie A. Una stagione impressionante per continuità di rendimento e capacità di mantenere l'identità di una squadra che sotto il peso delle delle responsabilità lo ha esaltato anziché schiacciarlo.
Il giocatore rivelazione: Balotelli
Decisivo in molte partite per non notarlo e metterlo al centro dell'attenzione, dove a quanto pare si sente assolutamente a suo agio nonostante i suoi 17 anni. Prima della partita di Parma è stato uno dei pochi giocatori dell'Inter a farsi vedere sul campo per un sopralluogo. Sorrideva, e sembrava che dovesse farsi una partitella tra amici.
L'arbitro: Saccani
In una categoria discussa che dà la sensazione, una volta di più, della sua incompletezza non solo qualitativa ma anche di organico, Saccani si dimostra una nota positiva. Ma la dirigenza arbitrale italiana, anziché continuare a piangere e chiedere comprensione e sostegno, dovrebbe forse provare a organizzare un po' meglio una struttura che fino a pochi anni fa era l'orgoglio del calio italiano.
La Redazione / Eurosport
E voi, a chi assegnate gli Oscar? [Modificato da isa46 19/05/2008 12:13]
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