15/05/2008 19:07 |
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Il leader Pd parla di opposizione rigorosa ma aggiunge: "Pronti a raccogliere l'invito"
E il Cavaliere ringrazia della "disponibilità senza precedenti" e rilancia sulla Rai
Berlusconi: "Il dialogo se po' fa"
E loda le aperture di Veltroni
Il governo ottiene la fiducia alla Camera. Scontro tra Di Pietro e Fini
Berlusconi e Veltroni alla Camera
ROMA - E' il giorno dell'apertura di un inedito dialogo tra maggioranza e opposizione questo in cui il governo incassa la fiducia della Camera con una larga e attesa maggioranza di 335 sì contro 275 no.
Un dialogo che il premier aveva chiesto nel suo intervento e che Veltroni - pur specificando che "l'opposizione sarà forte e responsabile" - è pronto a concedere: "Dimostri di tener fede a quello che promette" - dice il segretario del Pd - ed accogliamo da subito il suo invito ad approvare le riforme".
Una disponibilità che, a parte le strette di mano e gli inviti a pranzo dopo la seduta, Berlusconi tiene a sottolineare nel suo intervento del pomeriggio al Senato per chiedere la fiducia (il voto è per domani): "Sono grato a Veltroni per la sua disponibilità senza precedenti - dice -. E' un passaggio storico".
E rilancia a sorpresa con una apertura anche su uno dei temi tradizionalmente di maggior scontro: "Si può uscire da questa guerra ventennale sulla Rai - dice -. Anche su questo terreno fonte di incomprensione e di scontri non c'è altra strada che quella del dialogo e della comune assunzione di responsabilità".
Berlusconi dunque torna in aula alla Camera, parla per undici minuti ricevendo cinque applausi, prima di incassare la fiducia. E chiarisce: il confronto non si deve limitare alla sola architettura istituzionale ma a tanti altri temi su cui una convergenza è possibile nell'interesse del paese. E conclude con una battuta che poi rivelerà esser scautirita dalla cena di ieri con i suoi collaboratori: "Dico pacatamente e serenamente - facendo il verso al Veltroni imitato da Crozza - che 'se po' ffà, si può fare".
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Toni non apprezzati dal solo Di Pietro. Un intervento spigoloso, il suo: "Noi dell'Idv non abbocchiamo - dice - non cadremo nella sua tela del ragno, nelle sue pacche sulle spalle. Noi abbiamo memoria e conosciamo la sua storia personale e politica". E dai banchi della maggioranza si alzano proteste. Che portano ad uno scontro tra Di Pietro e l'esordiente Fini sulla poltorna di presidente della Camera. Dopo le proteste Di Pietro si appella a Fini che replica: "Dipende anche da quello che si dice...". Pronta la controreplica di Di Pietro a Fini: "Ha proprio ragione, presidente: dipende da quello che si dice. Qui non bisogna disturbare il manovratore...". E su questo Di Pietro verrà difeso anche da Casini.
Quindi l'atteso intervento di Veltroni: "Accogliamo il suo invito, intendo da subito ad approvare le riforme", dice Veltroni, ma chiede una immediata prova di serietà: "Rischia di essere troppo facile quando si è all'opposizione o in campagna elettorale usare toni esasperati e poi, quando si è al governo, usare parole tolleranti e di dialogo".
E spiega: "Noi faremo un'opposizione forte e responsabile, avanzeremo proposte e avremo un'agenda di priorità, convergeremo se saremo d'accordo e dissentiremo se non saremo d'accordo. Faremo un'opposizione democratica di un paese unito, quell'unità indicata dal presidente Giorgio Napolitano".
Sono le parole che hanno spinto Berlusconi all'inatteso nuovo intervento del pomeriggio in Senato. I primi passaggi dei prossimi giorni diranno se si è davvero di fronte a un Berlusconi inimmaginabile e a una stagione politica dai toni nuovi.
(14 maggio 2008)
Repubblica.it |
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