Che ci si riesca a camminare è un dettaglio. Quel che conta è il tacco: fiorito, cavo, o a tazzina. Sempre, rigorosamente, altissimo. A suggellare la desiderabilità della scarpa capricciosa, stravagante, feticistica, la divina Gwyneth Paltrow, apparsa alla prima del suo nuovo film «Iron Man» a Londra, in perfetto equilibrio su un paio di stiletti sadomaso da quattordici centimetri. A imporla come protagonista, l'arrivo dell'estate, che consente di esibire attente pedicure e i primi tentativi di abbronzatura. A lanciarla come oggetto di desiderio, l'industria della moda. E a sdoganarla tra i «salutisti», poi, ci si è messo il «Sunday Times», spiegando che il tacco a spillo regala non solo un'andatura da urlo, ma tonifica i muscoli pelvici, migliorando la vita sessuale.
Messa per una stagione tra parentesi l'irrinunciabile borsetta (l'Observer documenta una caduta del 18 per cento nella vendita dell'accessorio più amato di sempre), quest'anno dunque è su zeppe e tomaie che si sbizzarriscono gli stilisti. Di più: tra forme design e elementi decorativi insoliti, il fulcro dell'attenzione si è spostato sotto i talloni, con scelte stilistiche divertenti, accattivanti o, spesso, discutibili. Si va dallo stile liberty e floreale di Prada, al tacco al contrario di Marc Jacobs, dai tacchi «tazzina» di Miu Miu, alle boules dorate di Sergio Rossi, al tacco scultura disegnato da John Galliano per Dior, che richiama due dita ricurve che si sfiorano. Sarà perchè il 2007 è stato l'anno in cui il tacco ha compiuto 500 anni: il primo «rialzo» documentato della storia sarebbe quello indossato nel 1507 da Monna Lisa per assecondare Leonardo da Vinci, che voleva ritrarre una figura più slanciata e sensuale. Ma pare che anche gli antichi egizi, i cavalieri della Mongolia, le matrone romane, le geishe giapponesi indossassero i tacchi, con finalità a volte più funzionali che estetiche.
Oggi sfoderano tacchi le fashion-casalinghe, per fare la spesa, destreggiandosi con disinvoltura tra passeggini e calze a rete; le sportive che girano con le sneaker d'emergenza in borsetta; la manager in tailleur, in equilibrio sui 10 centimetri di femminilità. Emule di quella maestra di seduzione che fu Marylin Monroe, che affermava che «ai tacchi alti tutti gli uomini devono molto». Ma c'è anche la fetta delle irriducibili. Quelle che non rinuncerebbero mai a viaggiare «rasoterra». Bisogna riconoscere che le marche più note hanno pensato anche a loro: fra gli accessori trendy della stagione estiva 2008 figurano le minimaliste «Bensimon», in arrivo dalla Francia, dove imperversano da più di 25 anni, calzate da piedi entrati nel mito, come quelli di Brigitte Bardot. O le intramontabili Espadrillas, ringiovanite e rilanciate con zeppe sempre in corda intrecciata. Le ballerine, casual e anticonformiste. Le infradito «Havaianas». I sandali Batik. Tornando alla borsa, il suo bello è che una misura può accontentare tutte. Con le scarpe, invece, non trovare la misura giusta può produrre lacrime di frustrazione. Felicità, insomma, sono quei centimetri in più che ci innalzano da terra. Che poi siano anche utili per camminare, questa è un'altra storia.
Antonella De Gregorio
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