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Fini lascia la presidenza di An,
La Russa sarà il reggente
Il presidente della Camera: «Non siamo più i figli di un dio minore».
ROMA - Diciotto anni al timone del partito nato a Fiuggi nel gennaio del 1995. Gianfranco Fini, oggi presidente della Camera, lascia la presidenza di Alleanza nazionale, almeno formalmente, senza che per questo venga intaccata la sua leadership. Del resto, è stato lo stesso Fini a indicare Ignazio La Russa per il ruolo di reggente. Il presidente della Camera, nel corso dell'assemblea nazionale del partito, non ha mai scandito la parola dimissioni, ma ha parlato di quella odierna come della sua ultima relazione da presidente. «Non siamo più figli di un dio minore - ha affermato Fini -. È stata ricomposta una frattura. È stato superato un fossato». «La nascita del Pdl - ha aggiunto - è l'ultimo anello della strategia di Fiuggi. Alleanza nazionale è nata prima di Forza Italia. Il nucleo fondante di An del 1994 è quello del Pdl del 2008. Oggi l'ultimo atto non è celebrare l'affermazione elettorale, ma camminare perché si compia l'ultimo atto: per avere un grande punto di riferimento maggioritario del Paese. Per dare alla società italiana quei valori di cui ha bisogno». «Seppur in modo diverso - ha assicurato Fini - continuerò a lavorare con voi. An abbia fiducia di costruire il Pdl. Quel che abbiamo fatto è stato giusto ed utile al nostro popolo».
OMAGGIO AD ALMIRANTE - Il presidente della Camera ha poi voluto segnalare il significato del successo politico ed istituzionale di An. Una sottolineatura che Fini ha chiarito distinguendo, per una volta, «chi viene in questo partito da altre esperienze politiche o senza precedenti politici e chi invece condivide un'esperienza per certi versi più difficile e dolorosa». Un richiamo legato al tema già introdotto in apertura dei lavori da Franco Servello, cioè al fatto che «tutto ciò accada per un gioco del destino nel ventennale della scomparsa di Giorgio Almirante (lo storico leader del Movimento sociale italiano, ndr)». Passaggio segnato, come già prima per le parole di Servello, da un applauso dalle platea.
LA RUSSA - Dopo aver espresso soddisfazione «perché abbiamo superato il guado grazie all'ottimismo non solo della volontá, ma anche della ragione», Fini ha ceduto la parola a Ignazio La Russa. «Fini non sarà più presidente, ma a maggior ragione sarà leader del partito», ha detto il ministro, sottolineando che «ciascuno potrebbe assumere questo ruolo di primus inter pares, più che di reggente». La Russa ha voluto poi evidenziare che insieme all'ufficio di reggenza e all'esecutivo allargato del partito lui opererà «non come notaio liquidatore, ma come levatrice che farà nascere una nuova realtà politica», ossia quella del partito del Popolo della libertà. E a tal proposito La Russa ha voluto chiarire: «Non si può essere ospiti in casa d'altri. Se lo mettano tutti in testa: questo non succederà mai. An vuole parità di diritti e parità di impegno».
11 maggio 2008
Corriere.it |