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Il premier annuncia l'uscita di scena: "Il mondo è pieno di occasioni e doveri"
L'ex Guardasigilli respinge la "generosa offerta" di Boselli di essere capolista al Senato
Annuncio di Prodi: "Politica addio"
Mastella al Ps: "Non mi candido"
Monito del segretario di Stato vaticano: "I candidati cattolici devono mantenere
le promesse sui valori cristiani". Binetti e Pezzotta: "Bertone può stare tranquillo"
ROMA - Prodi lascia la politica e Mastella ringrazia Boselli, ma non si candida con i socialisti. E mentre non si placa la polemica sul plateale gesto di ieri di Berlusconi di strappare il programma del Pd, il Vaticano chiede ai candidati cattolici di rispettare i valori cristiani. Infine, in serata, un piccolo giallo sulla lista 'Aborto? No grazie' di Giuliano Ferrara. E' la fotografia di una tranquilla domenica da campagna elettorale.
L'addio di Prodi. Mancano 36 giorni alle elezioni e poche ore allo scadere del termine per la presentazione delle liste elettorali, e il premier annuncia di aver "chiuso con la politica italiana" e forse "anche con la politica", afferma Romano Prodi a 'Sky Tg24'. "Ma il mondo - aggiunge il presidente del Consiglio - è pieno non solo di occasioni ma anche di doveri. C'è tanta gente che aspetta una parola di pace e di aiuto, e quindi c'è più spazio adesso di prima".
Una uscita di scena inattesa, ma che forse qualcuno sentiva nell'aria. Salutata con l'"onore delle armi" dal leghista Roberto Calderoli, che con la consueta 'gagliardia' parla di un avversario "capace e con gli attributi". E poi rincara la dose: "Viene quasi da rimpiangerlo davanti allo schiamazzare delle checche isteriche che hanno la presunzione di poterlo sostituire".
"Le parole di Prodi confermano il suo stile, il suo disinteresse personale, il suo essere un uomo di Stato - afferma il segretario del Pd Walter Veltroni -. E questo è tanto più importante proprio mentre torniamo ad ascoltare i toni di una politica aggressiva e rissosa. Romano per due volte ha risanato i conti pubblici ed è un uomo di Stato che da premier e da presidente della Commissione europea ha dato lustro e prestigio all'Italia".
Il Ps e Mastella. "Nulla mi unisce a Mastella ma tutto mi unisce a chi subisce una ingiustizia", così il candidato premier del Partito socialista, Enrico Boselli, ha motivato oggi l'offerta fatta a Clemente Mastella di essere capolista al Senato in Campania come indipendente. "Un atto di generosità", come lo ha definito lo stesso segretario dei Popolari Udeur, respinto con un cortese 'No, grazie': "Non voglio dare l'idea ostinata - ha detto Mastella - di rincorrere a tutti i costi il mandato parlamentare". L'ex Guardasigilli ha spiegato, però, di non voler sciogliere il suo partito "anche se lo rinnoverò dalle fondamenta puntando su nuovi modelli e sull'attenzione seria al sud, e non solo". Sempre da parte dell'Udeur oggi è arrivata la secca smentita di una possibile candidatura di uno dei figli di Mastella nelle file del Pdl. "Una ennesima malignità - recita un comunicato -, un ennesimo veleno messo in giro, non si sa da chi, non si sa come, non si sa perché".
Il Vaticano e le elezioni. La difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, la tutela della famiglia 'naturale' fondata sul matrimonio, su campi come la scuola, la libertà di educazione, la bioetica. Il segretario di Stato della Santa Sede, Tarcisio Bertone, di rientro dall'Azerbaigian, annuncia senza giri di parole che su questi aspetti dell'"agone politico italiano" il Vaticano non mancherà di vigilare. "Ritornando in Italia - ha spiegato - mi tufferò di nuovo anche nei problemi italiani, e vedrò se i cattolici stanno emergendo a sinistra, al centro, a destra. E se i valori cristiani - ha sottolineato - sono realmente supportati da un vero impegno: sia da un impegno dei cattolici presenti nei vari schieramenti, sia dal rispetto promesso dai leader di quegli schieramenti".
Una chiamata cui hanno subito risposto 'presente' esponenti sia della sinistra che del centro. "Per quanto riguarda noi cattolici impegnati nel Partito democratico il cardinal Bertone può star tranquillo", ha subito detto la teodem Paola Binetti. "Siamo scesi in campo proprio per tutelare i valori cattolici", ha fatto sapere il presidente della Rosa Bianca Savino Pezzotta. Ma per Angelo Bonelli, della Sinistra l'Arcobaleno, il suo schieramento è "molto più attento ai valori cristiani di quei partiti che si ritengono tali e che non praticano questi valori nel quotidiano".
Berlusconi e il programma strappato. Continuano le polemiche sul leader del Pdl, Silvio Berlusconi, che ieri a Milano aveva stracciato il programma del Partito democratico. "Il programma del Pd è pieno di proposte innovative - ha detto il vicepresidente del Consiglio Massimo D'Alema -. Purtroppo Berlusconi lo ha stracciato, ma se lo avesse letto si sarebbe fatto una cultura".
"D'Alema, come al solito non ha capito un bel niente e spiace che abbia fuorviato anche Prodi e Bertinotti", ha ribattuto Sandro Bondi, del Popolo della Libertà, che aggiunge: "Il Presidente Berlusconi non ha affatto stracciato il programma del Pd, che è un buon programma visto che è quasi integralmente copiato da quelli storici del centrodestra. Ha solo detto che loro, la sinistra, presentano un programma durante le elezioni, lo usano come specchietto per le allodole per gli elettori e poi, una volta conquistato il potere, lo buttano nel cestino, lo considerano carta straccia".
La lista di Giuliano Ferrara. La giornata termina con un'ultima polemica: l'ammissione, da parte della Commissione elettorale circoscrizionale per la Camera Lazio 1 presso la Corte d'appello di Roma, della lista di Giuliano Ferrara "Aborto? No, grazie". Il direttore del Foglio ha il sostegno dei senatori Iannuzzi, Sterpa e Biondi. E Maurizio Turco, deputato radicale e membro della Giunta delle elezioni, chiede al ministero dell'interno di dire "chiaramente se dal Senato gli è stato comunicato che in quella istituzione vi sia un partito o gruppo politico costituito dai senatori Iannuzzi, Sterpa e Biondi che quindi possono consentire di presentare una lista senza raccogliere firme".
"E' vero che il Ministero dell'Interno ha scritto che avrebbe trasmesso agli Uffici centrali circoscrizionali 'la comunicazione della Camera e del Senato relativa alle denominazioni dei partiti o gruppi politici presenti nel Parlamento con almeno due componenti' - sottolinea il parlamentare -. Al Senato risulta che a tutt'oggi - aggiunge Turco - i senatori Iannuzzi, Sterpa e Biondi siano membri del gruppo di Forza Italia."
(9 marzo 2008)
Repubblica.it |