Il governo australiano annuncia che chiederà alla Iwc di vietare la caccia commerciale ai cetacei con il pretesto della ricerca. Intanto il Giappone ha denunciato gli attivisti della Sea Shepherd per aver lanciato una sostanza irritante contro una baleniera
Il governo laburista australiano alza il tiro contro la mattanza annuale condotta dalle baleniere giapponesi nell'Oceano antartico, e si batterà nella Commissione baleniera internazionale (Iwc) per assicurare che la caccia commerciale ai cetacei non sia più permessa con il pretesto della ricerca. Lo ha annunciato il ministro dell'Ambiente Peter Garrett precisando che l'Australia, nell'imminente riunione a Londra dell'Iwc, premerà per stabilire "fermi criteri e priorità per la ricerca".
L'Australia e altri paesi dovrebbero collaborare con le nazioni baleniere per condurre ricerche scientifiche che servano a proteggere le balene, invece di ucciderle, ha detto Garrett. «Dobbiamo moltiplicare gli sforzi per impedire che questi magnifici animali siano uccisi in nome della scienza. La scappatoia deve essere chiusa - ha aggiunto - È ora di traghettare l'Iwc nel ventunesimo secolo, di attrezzarla per le sfide della protezione delle balene, non solo dalla caccia, ma dal cambiamento climatico, dalle attività di pesca, dall'inquinamento marino e dalla collisione con le navi».
Intanto il governo giapponese ha denunciato gli attivisti della Sea Shepherd per aver lanciato acido butirrico, una sostanza irritante, contro una delle sue baleniere, ferendo quattro membri dell'equipaggio. I balenieri hanno risposto sparando acqua sugli attivisti da quattro idranti. «È un atto imperdonabile e protestiamo fortemente», ha detto un portavoce del governo di Tokyo, aggiungendo che potrà essere presentata una protesta diplomatica a Canberra, poiché la nave degli attivisti era salpata dall'Australia.
Il Giappone preme perché sia messa fine al divieto della caccia commerciale imposto dalla Iwf nel 1986, e oggi ha riunito 11 paesi africani e asiatici entrati da poco nella Commissione, o che possano entrarvi, in un convegno sull"uso sostenibile della caccia alle balené. Per la stagione estiva che sta per concludersi, il Giappone aveva posto una quota di caccia "scientifica" nell'area antartica di oltre 1.000 balene.
Fino a metà gennaio però l'attività della flotta è stata ostacolata dalle navi di Greenpeace e dei suoi "cugini" radicali di Sea Shepherd. Questi sono tornati all'attacco dopo aver effettuato riparazioni e rifornimenti in Australia, hanno di nuovo raggiunto le baleniere e come conferma l'attacco di oggi hanno ripreso ad ostacolare la caccia ai cetacei.
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