REGGIO CALABRIA
«Mio fratello non è una persona violenta. Il suo è un gesto eclatante per attirare l’attenzione su una vicenda economica che dura da diciotto anni». Il fratello di Cristian Familiari, il trentaduenne che questa mattina ha terrorizzato alunni e maestre dell’asilo “Girotondo” di Reggio Calabria prova a spiegare il gesto di follia.
La difficoltà economica e i probemi psichiatrici
Dopo le prime voci, che parlavano di una richiesta di riscatto di circa cinquecento mila euro, è arrivata la frenata del questore Santi Giuffrè. «Voglio la mia dignità», ha urlato Familiari, che, dopo tre ore e mezza di trattative, ha liberato i primi cinque bimbi, Alessia, Federica, Andrea, Simone e Said e, un paio di ore dopo, si è arreso al blitz della polizia, rilasciando tutti gli ostaggi.
L'uomo soffre da tempo di problemi psichici, e, spiegano i parenti, protesta per una questione legata ad un esproprio sui terreni di famiglia, a Bova Marina, nel Reggino, dove c’era anche una fabbrica di marmo, al centro di una causa civile che va avanti da oltre 20 anni.
La testimonianza: "Gli ho parlato col cuore"
«Gli ho parlato con il cuore dei miei bambini, che frequentano l’asilo, in un altro istituto, e di altre cose che mi sono venute in maniera spontanea. Certo la situazione era difficile, ma alla fine si è convinto ad arrendersi». Lo ha detto l’appuntato dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria Giuseppe Bonelli, che ha convinto Cristian Familiari ad arrendersi. Il giovane è stato immobilizzato da polizia e carabinieri proprio mentre stava parlando con l’appuntato. Subito dopo, a bordo di un’auto della polizia, Familiari è stato portato negli Ospedali Riuniti della città dello Stretto.
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