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Il retroscena. Il Cavaliere offrirà la Regione. "Voglio annientare l'Udc"
Ieri Gianni Letta ha telefonato per tentare di riaprire uno spiraglio di trattativa
Casini aspetta la Rosa e Mastella
e Berlusconi tenta l'Mpa in Sicilia
di CARMELO LOPAPA
ROMA - Il dado è tratto. O, per dirla con Casini, "è finito il tempo del chiacchiericcio". L'Udc terrà aperto un ultimo spiraglio di dialogo con il Popolo della libertà, ma nel documento con cui si concluderà la direzione di questa mattina i centristi annunceranno quel che avevano minacciato: correranno da soli, con propri simbolo e liste. Molto probabilmente con l'indicazione "Casini premier". Non sarà un addio, ma poco ci mancherà.
"Hanno scelto così, peggio per loro. I paletti erano chiari per tutti" ha chiuso le porte Berlusconi commentando con i suoi. Anche l'ultimo tentativo condotto nel pomeriggio da Gianni Letta e, qualche ora prima, da Gianfranco Fini, non sortito effetto. Adesso per l'ex alleato "Pier" si apre un'altra partita. Savino Pezzotta con la sua Rosa bianca ha già allargato le braccia. Un pronunciamento dell'Udeur di Mastella è attesa per domani. Una cosa è certa. Se dovesse nascere davvero il terzo polo centrista, diventerebbe il nemico numero uno del Berlusconi candidato premier. Tant'è che il Cavaliere, già dall'incontro di questa mattina con l'autonomista Raffaele Lombardo, tenterà di affondare la corazzata di Casini proprio nell'enclave siciliana determinante per i centristi.
La linea dell'Udc è stata definita ieri dal vertice dello stato maggiore del partito, deputati e senatori riuniti a lungo in un hotel romano. "Non possiamo rinunciare alla nostra identità e al nostro simbolo - ha ripetuto Casini ai suoi - Ribadiremo il nostro appello a non dividere i moderati, ma non cambieremo posizione. Se Berlusconi ci ripensa, noi siamo qui. Ma sono lui e Fini che hanno deciso di spaccare i moderati. Per noi la questione è conclusa".
Lo scudocrociato scommette sulla probabilità che "in otto regioni il Pdl perderà il premio di maggioranza". E dunque sul pareggio al Senato. Dall'altro fronte, autorevoli dirigenti forzisti nelle stesse ore raccontavano un'altra storia: "La verità è che Pier chiedeva 20 senatori certi da piazzare nel Pdl, magari per poi costruirsi il gruppo dopo il voto, ma il presidente non poteva permetterlo", spiegava un deputato molto vicino al Cavaliere. Veleni. In campagna elettorale ne circoleranno parecchi, forse. "Sono ancora in tempo, ci ripensino" era l'ultimo appello lanciato invano del portavoce di An Ronchi.
Sta di fatto che il leader Udc non aveva ancora ufficializzato la rottura con Berlusconi che Pezzotta si diceva pronto a un dialogo "costruttivo per rafforzare una forza politica intermedia che non si identifichi con questo bipolarismo". E Baccini più cauto: "Prima vediamo se rompono davvero e comunque dovranno tenere conto che c'è un codice etico da tenere in considerazione per le candidature". E soprattutto di alleanze parleranno in via Due Macelli, sede Udc, nella direzione di oggi.
Di programma, campagna elettorale ma soprattutto del nodo Sicilia hanno parlato invece Berlusconi e Fini durante il pranzo a Palazzo Grazioli. Il Cavaliere è stato in contatto tutto il giorno con Salvatore Cuffaro, ex governatore e detentore della cassaforte elettorale Udc, nel tentativo di convincerlo a voltare le spalle a Casini. Nulla da fare. "Mi spiace Silvio, ma io resto con Pier" ha tenuto Cuffaro dopo l'incontro con i parlamentari del suo partito. "A questo punto in Sicilia li voglio annientare" ha spiegato il Cavaliere a Fini. La prima mossa Berlusconi la farà questa mattina, incontrando l'autonomista siciliano Raffaele Lombardo.
L'obiettivo del Pdl è conquistare i fondamentali seggi del premio di maggioranza al Senato in Sicilia, senza i voti dell'Udc. Cuffaro ha già annunciato di voler sostenere nell'isola proprio Lombardo, contro il forzista Gianfranco Micciché, nella corsa alla presidenza della Regione. Ebbene, Berlusconi questa mattina offrirà a Lombardo un'alleanza con la sua lista dell'Mpa in tutte le principali regioni meridionali. "In Sicilia valgono il dieci per cento, se presenta liste come la Lega al Nord è positivo" spiegava in serata la strategia il leghista Calderoli.
Lombardo ha già rinunciato all'offerta di un ministero nel futuro governo ("Se avessi voluto quello lo avrei accettato tre anni fa" ha risposto al telefono ieri a Berlusconi). L'ex premier dunque è pronto ad alzare la posta. E si preparerebbe ad offrirgli su un piatto d'argento anche il ritiro della candidatura di Micciché e il sostegno del centrodestra nella corsa alla Regione. Per isolare appunto l'Udc nel suo bacino chiave, rompere l'asse tra Cuffaro e Lombardo da quelle parti determinante e conquistare infine il premio di maggioranza al Senato nell'isola. "La candidatura di Micciché può facilmente tramontare - spiegava un dirigente forzista in serata - per lui si troverà un posto da viceminitro".
(14 febbraio 2008)
Repubblica.it |