Non c'è pace per Spud, il pitbull di 9 anni finito al canile comunale di Piacenza a fine marzo dello scorso anno e quindi destinato a "eutanasia", ovvero soppresso. Prima la diffida da parte dell'associazione Arca di Noè indirizzata al Comune, essendo di sua proprietà la struttura della Madonnina. Dopo la diffida, una denuncia-querela presentata dallo stesso gruppo di animalisti - presenti nel canile per prestare attività di volontariato - alla Procura del Tribunale di Piacenza. Denuncia che sostanzialmente riguarda il provvedimento di soppressione del cane Spud, disposto il primo giugno dal competente servizio veterinario dell'Ausl (e non dal Comune). «Questa azione - ha annunciato l'avvocato Silvia Felice, presidente dell'associazione Arca di Noè - risponde al nostro compito, che è quello di vigilare sulla tutela della popolazione canina».
La denuncia è stata depositata presso la Procura del Tribunale di Piacenza lo scorso 29 gennaio. «Il documento - ha spiegato Enrico Scotti, vice presidente della stessa associazione - è un formale atto di denuncia-querela riguardante il provvedimento di soppressione del cane denominato Spud, disposto in data primo giugno 2007 dal servizio competente dell'Azienda Usl di Piacenza. Il cane, ricoverato presso il canile comunale di Piacenza nel marzo del 2007 a seguito di rinuncia di proprietà, nel periodo di osservazione non ha mai aggredito o morso alcuno». Pareri profondamente divergenti dai due fronti, su cui dunque si dovrà far luce. Già la scorsa estate, quando fu redatta una diffida all'indirizzo di Palazzo Mercanti, intervenne infatti l'assessore Katia Tarasconi a ribadire che due valutazioni e non una soltanto da parte del servizio veterinario Ausl e della clinica privata che assiste i quattrozampe del canile avevano sancito, purtroppo, la irrecuperabilità del cane. La Tarasconi è tornata ieri a ribadire che «nessun abuso è stato compiuto, e tutti i protocolli regionali eseguiti». Lo stesso servizio che all'epoca difese con fermezza l'ineluttabilità della decisione adottata, quella cioè di sopprimere Spud, perchè «soggetto irricuperabile».
Granitica la voce dei volontari dell'associazione, che ormai opera da più di 10 anni all'interno della struttura: «Abbiamo potuto constatare la sofferenza di Spud per la separazione dal proprietario dopo 9 anni di convivenza, ma anche un graduale miglioramento del suo iniziale stato d'ansia. La denuncia inoltrata poggia sia su motivazioni etiche per la contrarietà a simili rimedi estremi, sia su motivazioni strettamente giuridiche».
Secondo i volontari dell'Arca di Noè, nel disporre ed eseguire l'abbattimento di Spud, non sarebbe stata tenuta in debito conto la normativa vigente in materia di tutela degli animali d'affezione. Sarebbe il sindaco, e soltanto il sindaco, per l'Arca di Noè la figura a cui competerebbero i poteri deliberativi in questa materia, nella veste di massima autorità sanitaria. L'associazione animalista piacentina ha dunque richiesto che l'autorità giudiziaria intervenga per dirimere il contrasto di opinioni e verificare eventuali responsabilità sia a carico del servizio veterinario che ha seguito la vicenda sia di altri soggetti «eventualmente corresponsabili».
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