Presentato in commissione Affari costituzionali del Senato
il testo base unificato su cui il Parlamento dovrà discutere
Alleanze e premier prima del voto
Ecco la bozza sulla legge elettorale
Martedì il voto in Commissione. Dopo l'atteso responso della Consulta sui quesiti referendari
di CLAUDIA FUSANI
ROMA - Possibilità di alleanze tra partiti prima del voto ma anche assegnazione dei seggi su base nazionale secondo il principio "una testa, un voto, un seggio" e voto unico su una sola scheda. E' un sistema di voto molto tedesco ma anche bipolare quello che intorno a mezzogiorno il presidente della Commissione Affari Costituzionali Enzo Bianco (pd) presenta ai membri della Commissione.
Una riunione brevissima: "Oggi presento al voto della Commissione la mia proposta di testo base per i disegni di legge in materia di riforma elettorale..." esordisce Bianco. "Abbiamo sciolto le questioni rimaste aperte ed espresse nei vari interventi durante la discussione. Gli interventi innovativi rispondono all'esigenza di trasfondere nel testo alcune delle vostre sollecitazioni...".
Prima della riunione Bianco aveva incontrato Rifondazione e Sinistra democratica, gli unici due partiti dell'Unione che ieri non hanno abbandonato il vertice di maggioranza con il ministro Chiti. Quello che risulta dalle pagine della proposta assomiglia a un mezzo miracolo: Bianco soddisfa le esigenze arrivate da Udc, Rifondazione e Sd; prova a soddisfare anche An che aveva chiesto la possibilità di alleanze vincolanti prima del voto. Realizza, si può dire, quello che era stato un suo obiettivo: avere il via libera di circa il 75-80 per cento del Parlamento.
LEGGE ELETTORALE: GUIDA AI VARI SISTEMI
Se questo è il testo, infatti, restano inascoltate solo le richieste dei piccoli partiti, quelli che non potranno mai arrivare alla soglia del 5%, dal Pdci ai Verdi, dal Psi alla Dc di Rotondi passando per La Destra di Storace. Potrebbe trovare qualche motivo di soddisfazione l'Udeur. Tommaso Barbato si limita a dire: "Valuterà nel pomeriggio l'ufficio politico del partito". Toni ben diversi, comunque, rispetto alla minaccia di crisi di governo urlata ieri sera, sempre qui al Senato, fuori dalla porta del vertice di maggioranza. "Vogliamo leggere bene" dicono sibillini Calderoli (Lega) e Matteoli (An). Ma se la Lega non è mai stata un problema, An deve valutare bene l'apertura sulle alleanze. Alla fine, si può dire che Bianco abbia ascoltato il fronte proporzionalista di Casini, Rifondazione, D'Alema e Prodi più delle "voglie" bipolari di Veltroni e Berlusconi.
Il testo in linea generale prevede il 50 % dei collegi uninominali e il 50 % assegnati col proporzionale senza voto di preferenza. Sono due le soglie di sbarramento: una nazionale del 5% oppure del 7 % in almeno cinque circoscrizioni (che da 26 passano a 32).
Candidature plurime - Ci si può candidare in un solo collegio uninominale e - ecco la differenza - "in due liste circoscrizionali". Questa modifica va nella direzione del terzo quesito posto dai referendari. Non bisogna dimenticare infatti che il nuovo sistema di voto evita il referendum (sempre che domani la Consulta accolga i quesiti) solo se le modifiche del testo adottato dal Parlamento rispondono ai quesiti.
Obbligo di dichiarazione preventiva delle alleanze. "Vi è l'obbligo - si legge nel testo - di rendere noti preventivamente dinanzi agli elettori il nome del candidato alla carica di premier e il programma di governo". E fin qui è tutto chiaro. La novità arriva nel passaggio successivo quando si legge: "Vi è anche l'obbligo, e non la semplice facoltà, di dichiarare preventivamente l'alleanza di riferimento, il candidato premier e il programma comune tra più forze politiche". Quindi sono possibili, non obbligatorie, alleanze preventive vincolanti. In parte è quello che chiedeva An.
Voto unico - Gli elettori avranno una sola scheda sia per il collegio uninominale che per la lista circoscrizionale. Nelle intenzioni dei costituzionalisti che hanno redatto il testo guidati da Vittorio Agosta, il voto unico "risponde all'esigenza di assicurare al sistema un fattore di tenuta della competizione bipolare una volta intrapresa la via della formula proporioznale senza premio di maggioranza". Sicuramente il voto unico, e quindi una sola scheda, sono un punto di "vittoria" per Veltroni e il pd perchè non potrà essere disgiunto il voto tra la parte uninominale quella proporzionale.
Riparto dei seggi in sede nazionale - Questo significa che il 50 per cento dei seggi attributi con le liste circoscrizionali avverrà su base nazionale e non circoscrizionale. Una condizione posta da Udc, Rc e Sd e soddisfatta da Bianco perché "i voti si trasformino in seggi secondo una rappresentazione reale". Anche i resti saranno sommati e distribuiti in un Collegio unico nazionale.
Senatori tutti eletti in collegi uninominali. E' l'altra grande importante novità inserita nel testo durante il fine settimana dopo la richiesta ufficiale arrivata da Udc, Rc e Sd. I senatori cioè saranno tutti eletti in collegi uninominali e conteggiati con formula proporzionale dove resta in vigore lo sbarramento al 5%. Questa modifica soddisfa soprattutto le forze politiche che hanno un forte radicamento regionale. Potrà essere il gancio che "salva" l'Udeur di Mastella? E' un fatto che il Campanile non avrebbe problemi con queste condizioni a far eleggere propri senatori in più regioni italiane.
Adesso il testo passa al voto delle forze politiche per poi andare in aula. L'ufficio di presidenza ha deciso che la Commissione voterà la bozza martedì della prossima settimana. A quel punto sarà noto anche il responso della Consulta. L'ennesima, l'ultima, richiesta dei cespugli dell'Unione. Ma il capogruppo del Prc, Giovanni Russo Spena, fa notare come durante la riunione del pomeriggio "anche i partiti contrari al testo hanno cambiato i toni e hanno detto che ci sono elementi di riflessione". Insomma, "il confronto è iniziato".
(15 gennaio 2008)
Repubblica.it