29/12/2007 19:29 |
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Il premier parte per qualche giorno di vacanza sulle Alpi. E spiega
che resiste perchè il suo esecutivo fa e realizza programmi
Prodi: "Io duro perché faccio"
D'Amico: "Discutiamo sul da farsi"
Spiragli dal senatore lib-dem: "Il nostro programma non è fatto per essere bocciato"
Proposta di spostare la data della verifica a dopo il verdetto della Consulta sui referendum
BOLOGNA - La spiegazione sta in una specie di scioglilingua. "Io faccio. Io duro perché faccio. Non è che faccio perché duro. Se no sarei già caduto mille volte". Il premier in partenza per qualche giorno di vacanza a Pontelongo sulle Alpi affida a questo sillogismo le ragioni del suo governo. Un esecutivo che fa, lavora e quindi va avanti, nonostante tutto.
Il "gioco dell'anno" - come lo ha ribattezzato Fabio Fazio, cioè: "quando cade il governo Prodi?" - non va in vacanza neppure in questi giorni. Il Professore non se ne cura e, con la tattica del muro di gomma, rilancia. Non è vero, tanto per cominciare, che il suo personale augurio per il 2008 è quello di "durare": "Nessun governo che vuole durare dura. Un governo dura solo se fa".
Fare, agire, decidere. Il mandato per il 2008 del governo Prodi sembra questo. Alla faccia di chi prevede crisi, nuove elezioni e governi istituzionali. O meglio, ha ribadito il premier nella conferenza stampa di fine anno, "questo è il mio mandato. Altrimenti le regole in democrazia sono chiare: esiste il voto di sfiducia. Nel momento in cui sono sfiduciato mi faccio da parte". Un messaggio chiaro a tutti, maggioranza ed opposizione: se cado, si va al voto, nessuno parli di governi tecnici.
Lo schema è quello di sempre. L'opposizione - Forza Italia, Lega e An - chiede di tornare al voto il prima possibile perchè il Professore non ha più la maggioranza politica. L'Udc chiede un governo istituzionale per fare le riforme, quella del voto e quelle istituzionali.
Il rumore delle lame si sente soprattutto dalle parti dell'Unione, sia sul lato dei cosiddetti centristi capitanati dal senatore lib-dem Lamberto Dini che su quello dei più radicali, Cosa Rossa eccetera. Il governo tecnico viene bocciato sia dal ministro Amato che da Fassino. Il ministro Giuliano Amato in un'intervista al Corriere della Sera dice chiaramente che "in Italia non c'è il clima per esecutivi istituzionali" mentre è necessario riformare portandola verso la nascita di "due grandi forze politiche intorno al 40%". Più che esplicito Piero Fassino che in un'intervista a Repubblica dice che "le ampie intese sono irreali" e "un'altra maggioranza semplicemente non c'è".
Prodi passerà i sei giorni di festa sulle Alpi a cercare la quadra tra centristi e sinistra radicale. Entrambi chiedono di "cambiare qualcosa nell'azione del governo". Solo che i primi vanno nella direzione della crescita, dello sviluppo e della competitività. Gli altri verso il "risarcimento sociale" e la "reditribuzione delle risorse". Un fiorentino come Dini direbbe che è un po' come "mettere d'accordo il diavolo e l'acqua santa". Alla fine sembra proprio lui il problema: "Accetto la sfida di Prodi, noi porteremo il nostro programma, se lo boccia voteremo contro" ha detto Dini.
Ma qual è il programma dei diniani? Il leader lib-dem è in vacanza alle prese con il testo. Il senatore Natale D'Amico, anche lui sulla via delle vacanze, è un po' meno tranchant del suo "capogruppo". "E' chiaro che il nostro programma non è fatto per essere bocciato ma per poter essere discusso e condiviso" spiega D'Amico. "Il punto fondamentale è che Prodi riconosca che qualcosa nell'azione del governo va cambiata".
D'Amico accenna a un programma in "5-6 punti" in cui "centrale sarà la questione fiscale". "Siamo anche noi d'accordo che in Italia è primario in questo momento ridare potere d'acquisto agli stipendi - spiega il senatore lib-dem - il fatto è che noi non crediamo che la strada giusta per risolvere il problema sia quello di affrontarlo per via fiscale. Il punto vero è la contrattazione tra imprese e sindacati". Quello della pressione fiscale, poi, "è un problema che riguarda tutti in questo paese", non solo i lavoratori. Certo, precisa il senatore, se la proposta di partenza sarà quella di un ritorno a una specie di scala mobile (stipendi che aumentano di pari passo al costo della vita così come va dicendo la sinistra radicale), "non si va da nessuna parte".
Possibilista sulla disponibilità a discutere, D'Amico è invece critico "sull'eccesso di ottimismo" mostrato dal premier nella conferenza stampa di fine anno. "L'ottimismo non giova a nessuno" dice il senatore "soprattutto quando i nostri indicatori di crescita per il 2008 sono i peggiori di tutto il mondo sviluppato". Piuttosto, suggerisce D'Amico, "rinviamo la verifica a dopo il 16 gennaio. Poichè buona parte della discussione sarà dedicata alla riforma della legge elettorale, tanto vale aspettare il verdetto di ammissibilità della Consulta e andare al 18 o al 21 gennaio".
Eh già, gennaio: dal 10 in poi sarà un susseguirsi di date cruciali. Il 22 il Senato dovrebbe votare la mazione si sfiducia a Padoa Schioppa sul caso Speciale. D'Amico tranquillizza: "Dini ha già assicurato che in quell'occasione non voterà contro il governo". Per altri voti di fiducia, uno di quelli su cui Prodi sfida la maggioranza dicendo "votatemi contro, se volete", non se ne vedono per ora all'orizzonte. Almeno fino al rinnovo delle missioni militari. Anche Fassino crede che Dini "nonostante tutto non passerà mai al centrodestra".
Prima di partire il premier ha fatto gli auguri agli italiani: "Auguro a tutti molta serenità, ne abbiamo bisogno, e anche un minimo di capacità di stare insieme, di lavorare insieme e di sperare insieme". La speranza è in un 2008 "migliore perché è sempre bene puntare in alto". Ottimismo, sempre e prima di tutto.
(29 dicembre 2007)
Repubblica.it |
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29/12/2007 19:30 |
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A qualcuno sembra una cassssata? |
30/12/2007 00:38 |
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sì, speriamo l'ultima del 2007 |
30/12/2007 15:25 |
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ahahahah^^! |
08/01/2008 16:26 |
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Prodi è stata una delusione: ha fatto tutto il contrario di ciò che prevedeva il suo programma elettorale.
Credo che prima dà le dimissioni e meglio è per lui per salvarsi la faccia: aveva annunciato tagli alle tasse e invece le ha aumentate, voleva ritirare in pochi giorni le truppe dall'iraq ed invece ha aumentato i fondi per la missione,....
Che vergogna |
08/01/2008 17:06 |
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Sapeva benissimo che erano cose impossibili da attuare. Perchè le condizioni interne e internazionali non l'avrebbero permesso. A meno che si avesse un serio piano d'azione.
Hanno sprecato anche l'exstragettito... |
08/01/2008 17:16 |
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Sono daccordo che fosse impossibile, ma almeno qualcosa poteva attuare di ciò che aveva detto, non fare tutto il contrario: così è diventato non credibile, oltre ad aver deluso mezza italia |
13/01/2008 21:35 |
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Bè ma senza quelle promesse, sarebbe stato eletto? forse no.
Il governo Prodi ha avuto un grande vantaggio, che non ha saputo sfruttare. Infatti la rispesa economica è iniziata proprio alla fine del governo berlusconi, e prodi ha avuto a disposizione un exstragettito che, se gestito con lungimiranza, avrebbe potuto essere un'ottima arma per iniziare a risolvere i problemi del "bel paese", ma è stato sprecato. |
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