Il cambio generazionale all’interno della major ha immediatamente dato nuovi frutti, sono ancora aspri ma la maturazione potrebbe essere molto veloce.

Ad Agosto il 90% della EMI è stata acquisita dalla Terra Firma di Guy Hands, un giovane manager (48 anni) che ha deciso di rivoluzionare l’atteggiamento della sua nuova creatura. Per prima cosa ha chiarito la nuova politica della EMI nei confronti delle nuove forme di distribuzione: digitale o morte!

“L’industria musicale è stata per troppo tempo dipendente dal numero di CD venduti” ha Hands scritto in una e-mail diramata al suo staff “Invece di andare in contro alla rivoluzione digitale e tutte le opportunità che possono arrivare da questa promozione, l’industria ha infilato la testa sotto la sabbia”.

La punta di rabbia arriva sicuramente dall’aver perso i Radiohead dal roster delle EMI: “E’ tempo di cambiare e di non aspettarci che un gruppo possa rimanere fedele alla propria etichetta” continua Hands.

Un altro punto fondamentale è la redistribuzione degli introiti; molti artisti si lamentano di non ricevere degni appoggi economici dalle major e che non c’è un vero e proprio investimento nei nuovi talenti, Guy da loro pienamente ragione aggiungendo che la maggior parte di questi soldi viene utilizzato per ‘ammortizzare’ i lussuosi stili di vita dei dirigenti delle etichette.

Il nuovo manager si è detto sorpreso dagli enormi stipendi erogati ai funzionari (nella scala gerarchica sotto i dirigenti) e finché non ci sarà un cambio culturale generale, molte band potrebbero seguire l’esempio dei Radiohead.

L’ultimo punto riguarda gli anticipi, mai più assegni milionari come quello concesso a Robbie Williams (80 milioni di sterline) sperando in un ritorno economico dalla vendita dei dischi, la nuova politica di Hands vede la major partecipare alla realizzazione di un album o di un tour e dividerne i profitti e le perdite.

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