In poche settimane Tom Morello ha combinato di più e meglio che negli ultimi cinque anni: il fondatore dei Rage Against The Machine ha chiuso con gli Audioslave, eterna promessa incompiuta, e pubblicato sotto polemiche spoglie e gusto del paradosso questo primo album "solo".
La sigla è The Nightwatchman, "il guardiano notturno". Morello vede ombre pesanti, nuvole nere, i suoi pezzi si chiamano California’s Dark e The Dark Clouds Above ma non per questo ha intenzione di nascondersi nel buio. È vigile e determinato, invece, un moderno Isaia sulla Torre di Guardia che osserva e denuncia la cupa America dei nostri tempi con il rudimentale megafono di una chitarra acustica segnata da una stella e da un motto forte: "whatever it takes", "a tutti i costi".
Alzi la mano chi se l’aspettava; e chi, date queste premesse, poteva immaginare un disco così asciutto, pacato, così attento a evitare i luoghi comuni e anche le facili declamazioni a gola rossa. Hanno tirato in ballo Springsteen per quest’album, ma non sento la sua retorica fiammeggiante. Ci sono invece metafore dylaniane e articolati discorsi in cui la ragione cerca di capire quello che accade prima di sferrare i colpi dell’indignazione - uno sguardo lucido che sembra evocare piuttosto Phil Ochs e certi minori del Village, quando i temi erano così diversi e così uguali, la pace e un lavoro equo, i diritti civili e il rispetto delle persone. L’Iraq è sullo sfondo, a Morello interessano di più i giovani disoccupati e sfruttati, le battaglie civili di Amnesty International e di Greenpeace: e per loro si è esibito in pubblico più volte negli ultimi mesi, per una testimonianza che vale più di un tour di supporto.
Ha prodotto Brendan O’ Brien, che saggiamente ha scelto il basso profilo: pochi strumenti, nessun effetto speciale, quasi il vuoto intorno alla chiara voce di Morello e ai suoi testi. Chissà se questo disco è un prezioso unicum o l’inizio di una storia che potrebbe essere interessante. "E’ quando i tempi sono agitati" spiega il Guardiano "che vengono gli esempi migliori e più ispirati d’arte. Le canzoni qualche volta sono uno specchio che riflette le tue emozioni o la società, ma una grande canzone è un martello che scolpisce il tempo che vivi. Lo scopo di questo progetto è brandire quel martello con tutta la mia forza."
Riccardo Bertoncelli
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