| | | OFFLINE | Post: 25.196 Post: 21.198 | Registrato il: 13/12/2005 Registrato il: 03/01/2007 | Città: MILANO | Età: 36 | Sesso: Femminile | Occupazione: ForumAdmin | | | |
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Norme precauzionali per alcuni paesi: cosa fare per non rovinarsi l'estate con malattie che si possono evitare.
Il caso è emblematico e, assicurano i sanitari, autentico. Una giovane coppia, con bimbo di 12 mesi, parte per due settimane in Costa d'Avorio. Lì riesce a collezionare, nell'ordine: un colpo di calore (padre); una disidratazione (figlio), con corsa all'ospedale locale; una congestione (madre), per un bagno di mare subito dopo pranzo; una lavanda gastrica (ancora il padre) da eccesso di confidenza alimentare alle bancarelle di un mercatino del luogo. Il settimo giorno è quello della resa e del rientro precipitoso in Italia. E allora? L'appello usuale è alla sicurezza.
Soggiorni e prevenzione
Tutto ruota, infatti, sulla prevenzione, da esercitare prima e durante il soggiorno, ovunque si sia deciso di spenderlo. Iniziamo dai fondamentali: le vaccinazioni. Sia per le obbligatorie, sia per quelle consigliate, ogni paese di destinazione ha le sue regole. "Valgono però per qualunque latitudine l'antidifterica-antitetanica-antipertosse, da richiamare se sono trascorsi più di 10 anni dall'ultima vaccinazione. I bambini devono aver fatto la triplice antimorbillo-rosolia-parotite. Anche l'antitifica è sempre raccomandata (una sola dose per via intramuscolo protegge per tre anni; va fatta 20 giorni prima della partenza), così come l'antiepatite A e B, disponibili anche in un preparato unico (sono previste tre dosi, ma bastano le prime due, da fare a distanza di un mese, per essere protetti in vacanza; la terza sarà programmata a 6-12 mesi di distanza dalla seconda)" ricorda Emanuela Zamparo, presidente della Simvim (Società italiana medicina dei viaggi e delle migrazioni). "Unica vaccinazione obbligatoria, nelle aree delle foreste tropicali in Africa equatoriale e Sudamerica, è quella contro la febbre gialla". Da ricordare sempre che non soltanto l'Aids, ma anche l'epatite B (e la pericolosa epatite C, contro cui non c'è vaccino) si trasmettono per via sessuale: il condom è perciò obbligatorio nei rapporti sessuali occasionali, utilizzando prodotti acquistati in Italia e conservati correttamente (il caldo li rende inservibili).
Capitolo malaria
Un capitolo a sé lo fa la malaria: non c'è vaccino, ma si fa prevenzione con farmaci, da assumere prima della partenza, per tutta la permanenza nell'area a rischio e per un certo periodo (dipende dal farmaco) dopo il ritorno. "Nel 2004 (ministero della Salute) in Italia ci sono stati 659 casi di malaria importata e quattro decessi" informa Vicenzo Nicosia, segretario Simvim. "La profilassi è perciò imperativa. Questi i farmaci: proguanil e clorochina (che però sono inefficaci in alcune aree dove la malaria è diventata resistente), meflochina (efficace sempre, ma con effetti collaterali da non sottovalutare in gravidanza, in chi soffre di malattie di fegato o neurologiche), doxiciclina (antibiotico da assumere con molti liquidi e a stomaco pieno, per proteggere esofago e intestino) e l'associazione atovaquone più proguanil (farmaco recente, funziona anche nelle zone di clorochino-resistenza, senza effetti collaterali importanti, ma non può essere usato per più di un mese)".
Protetti dalle zanzare
Ai farmaci vanno sempre affiancate misure di protezione generale: "Le zanzare pungono soprattutto dal tramonto all'alba. Quella che trasmette la malaria (anofele) diventa ancora più aggressiva tra l'una di notte e le sette del mattino" sintetizza Nicosia. "È essenziale proteggersi con repellenti di ultima generazione (a base di KBR 3032; citronelle ed estratto di geranio sono inutili), da riapplicare ogni sei ore; indossare abiti lunghi o pantaloni di fibre naturali e colori chiari; utilizzare zanzariere rimboccate sotto i materassi e impregnate di permetrina o deltametrina; se c'è, usare l'aria condizionata, perché è il microclima più ostile a questi insetti. Una volta tornati in Italia da un paese a rischio di malaria, attenzione a una febbre che compare in modo subdolo: consultare un centro di medicina dei viaggi".
Tbc, allerta per i debilitati
Un cenno finale va alla tubercolosi (Tb). "Casi di forme resistenti ai farmaci tradizionali sono state segnalate anche in Italia" ammette Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano. "Ma va detto che la Tb non si trasmette facilmente, come il raffreddore o l'influenza. Ci vogliono ore di contatto stretto in un ambiente chiuso, umido, senza ricambio d'aria e senza esposizione ai raggi solari ricchi di Uv, che distruggono il bacillo. La Tb è senz'altro un'emergenza, ma per i soggetti già debilitati: malati di Aids, o di altre forme di grave deficit immunitario, persone denutrite, indebolite da malattie croniche. I territori a maggior rischio sono comunque Cina e India". Lavarsi spesso le mani, esporre al sole indumenti e sacchi a pelo, nutrirsi e idratarsi in modo adeguato, combattere subito un'eventuale diarrea del viaggiatore, mantenersi insomma in forma sono le prime precauzioni. |