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SUPERSUPREMO
Dal Portogallo alla Siria, dalla Gran Bretagna a Israele
Parte Circe, il piu' grande progetto di ricerca sul clima del Mediterraneo
Studiare l'evoluzione del 'Mare Nostrum' dal punto di vista scientifico ma anche economico e sociale



Roma, 7 mag. - (Adnkronos) - Studiare l'evoluzione del clima del Mediterraneo dal punto di vista scientifico ma anche economico e sociale. E' questo l'obiettivo di Circe, il Climate Change and Impact Research: the Mediterranean Environment, il progetto europeo appena lanciato a Bologna presso la sede del Cnr.
Il lancio, avvenuto in concomitanza con la pubblicazione della terza parte del IV rapporto dell'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), il Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici. A Bangkok, infatti, sono state rese note le tecniche e le risoluzioni che possano mitigare gli effetti del cambiamento climatico, descritti nei precedenti capitoli di lavoro dell'Ipcc, pubblicati in febbraio e aprile di quest'anno.
E lo stesso metodo di studio integrato dell'Ipcc e' una delle novita' introdotte all'interno di un unico progetto proprio dallo staff scientifico multidisciplinare di Circe.
Dal Portogallo alla Siria, dalla Gran Bretagna a Israele, Circe coinvolgera' ben 65 partner, europei e nordafricani, di cui 62 sono centri di ricerca, che lavoreranno insieme per quattro anni con l'obiettivo di valutare gli impatti climatici nel Mediterraneo e le migliori strategie di adattamento e mitigazione. Di fondamentale importanza sara' il coinvolgimento delle realta' locali, dei contadini, dei pescatori, delle aziende che saranno interessate dai cambiamenti climatici nei prossimi anni.
Tramite competenze provenienti da diverse discipline, inoltre, Circe studiera' le previsioni climatiche nell'area mediterranea in relazione al piu' vasto cambiamento globale, per capire quale sara' l'evoluzione delle radiazioni atmosferiche, del ciclo dell'acqua, delle nuvole e degli eventi estremi, come precipitazioni intense o inondazioni. Verranno valutati inoltre gli impatti su agricoltura, ecosistemi, foreste, qualita' dell'aria e salute umana.
Grande attenzione verra' data nel corso del progetto di ricerca alle conseguenze economiche e sociali dei cambiamenti climatici. Ed in particolare saranno analizzati gli scenari che riguardano il turismo, il mercato energetico e l'eventuale migrazione delle popolazioni locali, per indicare possibili strategie di adattamento e mitigazione.
Il progetto europeo, finanziato con 10 milioni di euro nell'ambito del VI programma quadro della Unione Europea, e' coordinato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), rappresentato da Antonio Navarra. Le linee tematiche di ricerca di Circe sono tredici, quattro delle quali sono guidate da centri italiani.
''Circe produrra' ricerca e conoscenza sul clima del Mediterraneo e sui suoi impatti'' dichiara Navarra. ''I risultati, frutto della collaborazione tra matematici, fisici, climatologi, agronomi, economisti e informatici, -prosegue lo scienziato italiano- saranno messi a disposizione sia della comunita' scientifica che dei decisori politici. Con questo progetto, la ricerca diventa strumento per supportare, con i dati scientifici e la previsione di scenari futuri, le azioni di risposta, ovvero le strategie di mitigazione, ai mutamenti indotti dai cambiamenti climatici.''
Molti i partner che concorrono al lavoro del progetto Circe e per l'Italia partecipano, oltre all'Ingv, il Centro Euro-Mediterraneo dei Cambiamenti Climatici, la Fondazione Eni Enrico Mattei, l'Enea (Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente), il Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), l'Asl di Roma con il Dipartimento di Epidemiologia, le Universita' degli Studi della Tuscia, de L'Aquila, di Bologna e del Salento e l'Ogs, l'Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste.
E se con Circe si potenzia la ricerca sul clima, molteplici sono le linee di studio intraprese dalla scienza. I nuovi studi sul cambiamento climatico prevedono non solo l'acquisizione e la valutazione di dati scientifici sullo stato fisico del clima mondiale ma anche la previsione di scenari possibili in base all'impatto che il cambiamento esercita su uomo e natura. Le evoluzioni future infatti possono dipendere largamente dalla capacita' di reagire al cambiamento del clima: e' fondamentale quindi studiare i metodi e le tecniche di mitigazione, ovvero tutte le risoluzioni possibili in campo politico, sociale ed economico per eliminare o quanto meno ridurre le emissioni di gas serra, responsabili dell'aumento della temperatura sulla Terra.
Una delle novita' introdotte dal progetto di ricerca europeo Circe, e' proprio l'integrazione di diverse conoscenze per fornire una valutazione scientifica dei cambiamenti climatici globali in atto, dei suoi impatti e gli eventuali sistemi di mitigazione nel Mediterraneo, in linea con la strategia di studio adottata dal piu' grande organo mondiale, l'Ipcc appunto.
I capitoli di studio corrispondono ai tre gruppi di lavoro (Working Group - Wg) dell'Ipcc: il Gruppo di lavoro I (Wg I) sul sistema clima e sui cambiamenti climatici, il Gruppo di lavoro II (Wg II) sulla vulnerabilita' dei sistemi naturali e socio-economici, gli impatti dei cambiamenti climatici e il Gruppo di lavoro III (Wg III) sulle opzioni di adattamento e mitigazione.
L'Ipcc, organo intergovernativo che conta la partecipazione di 100 nazioni con i suoi membri di governo e piu' di 2000 scienziati, nato nel 1988 e costituito dalle Nazioni Unite e dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale, produce periodicamente rapporti internazionali sulla situazione del clima sul nostro Pianeta. Per questo, ogni nazione ha un Focal Point Ipcc che coordina le attivita' relative all'Ipcc nel proprio paese. La sede in Italia del Focal Point e' presso il Centro del Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (Cmcc).
Riguardo i Rapporti di Valutazione, quest'anno si stanno pubblicando i capitoli del IV Rapporto, mentre il primo Rapporto e' stato pubblicato nel 1990, il secondo nel 1995 ed il Terzo nel 2001. Ogni rapporto, inoltre, e' costruito in base alle precedenti valutazioni fatte dall'Ipcc e, nel caso del IV, incorporando anche i nuovi risultati delle ricerche degli ultimi sei anni, dovuti a un grande numero di dati piu' nuovi e completi, analisi piu' sofisticate dei dati stessi, miglioramenti nella comprensione dei processi e la loro simulazione tramite modelli e un'esplorazione piu' estesa dei gradi di incertezza. Ma Ecco i principali risultati dal Working Gruop I del IV rapporto dell'Ipcc.
Secondo gli esperti del primo gruppo di lavoro, la probabilita' che l'effetto globale medio delle attivita' umane dal 1750 sia stato una causa di riscaldamento, e' del 90-95%. Inoltre, undici degli ultimi dodici anni (1995 -2006) sono stati indicati fra i piu' caldi mai registrati da quando si hanno misure globali della temperatura alla superficie terrestre (dal 1850).
Negli ultimi 100 anni (1906-2005) hanno ancora verificato gli epserti, la temperatura terrestre e' aumentata in media di 0,74 ° C e in particolare, negli ultimi 50 anni, e' salita di di 0,76 °C. Nei prossimi 20 anni, gli scenari mostrano delle proiezioni di un riscaldamento di circa 0.2° C per decade ed il livello medio globale dei mari e' cresciuto ad un tasso medio di 1.8 mm per anno dal 1961 al 2003.
Importanti anche i risultati raggiunti dal secondo Working Gruoup. Per gli scienziati, riguardo gli impatti del cambiamento climatico su ambiente umano e naturale, allo stato attuale, i dati osservativi su tutti i continenti e la maggior parte degli oceani, mostrano che molti sistemi naturali risentono gravemente dei cambiamenti climatici in corso e in particolar modo dell'aumento delle temperature. Ad esempio molte regioni di permafrost sono in scioglimento e il pericolo valanghe nelle zone montuose e' in crescita. I tempi naturali e stagionali sono mutati tanto da avere primavere e fioriture precoci, cosi' come cadute delle foglie in tempi sfasati. Anche gli animali soggetti a letargo o migrazione hanno mutato la loro stagionalita'. E ancora.
Gli impatti del cambiamento climatico su ambiente umano e naturale nel futuro fanno ritenere che nel 2050 la disponibilita' di acqua aumentera' dal 10 al 40% alle alte latitudini, mentre diminuira' in media del 20% circa nelle regioni a basse latitudini e ai tropici, andando a colpire la produzione agricola locale. Le zone colpite da siccita' aumenteranno in estensione, mentre in altre zone del mondo, soggette a cicli naturali di piovosita', le precipitazioni abbondanti e frequenti favoriranno il rischio di allagamenti.
Le coste, inoltre, saranno le zone che risentiranno maggiormente dei cambiamenti del clima (soprattutto i delta dei grandi fiumi asiatici e africani) e entro il 2080 diversi milioni di persone dovranno lasciare la propria regione per inondazioni causate dall'innalzamento del livello del mare.
Circa il 20-30% delle specie animali e piante saranno a rischio estinzione se la temperatura media terrestre aumentera' ancora di 1.5° C. Il cambiamento climatico avra' poi un forte impatto anche sulla salute umana causando malnutrizione, mortalita' (dovute a ondate di calore, inondazioni, cicloni, incendi e siccita') e malattie cardio-respiratorie legate a una concentrazione molto alta di ozono nell'aria.
Nel caso dell'Europa meridionale, per gli scienziati il cambiamento climatico accentuera' le condizioni di siccita' e le alte temperature, riducendo la disponibilita' di acqua, il turismo estivo e la produttivita' agricola, ma incrementando i rischi per la salute causati da ondate di caldo e incendi spontanei. Ecco, di seguito tutti i Paesi ed i relativi centri di ricerca che partecipano al progetto Circe.
ITALIA
-Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) che ne e' il Coordinator
-Enea (ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente)
-Fondazione Eni Enrico Mattei
-Cnr (consiglio nazionale delle ricerche) - Istituto Biologia Agro-Ambientale e Forestale, Istituto di Biometeorologia, Istituto di Ricerca Sulle Acque, Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima
-Asl Roma- Dipartimento di Epidemiologia
-Universita' degli studi della Tuscia
-Universita' degli studi de L'Aquila- Centro d'Eccellenza Cetemps
-Universita' degli studi di lecce
-Cmcc (Centro euro-mediterraneo dei cambiamenti climatici)
-Ogs (istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale)
-Alma Mater Studiorum (Universita' di Bologna) - Dipartimento di colture arboree
SPAGNA
-Universitat de Les illes Balears -Departament d'Economia Aplicada
-Universidad de Alcala -Grupo de Fisica del Clima
-Universitat politecnica de Calalunya -Laboratori d'Enginyeria Marittima
-Universidad de Pais Vasco -Ingeniera Quimica y del Medio Ambiente Escuela Superior de Ingeniera de Bilbao
-Parc Cientific de Barcelona -Laboratori de Recerca del Clima (LRC)
-Universidad Politecnica de Madrid -Department of Agricultural Economics and Social Sciences
-Universidad Complutense de Madrid -Departamento Fisica de la Tierra II
-Fundacion Centro de Estudios Ambientales del Mediterraneo
-Consejo superior de investigaciones cientificas, instituto de ciencias de la tierra, "Jaume Almera" -Instituto de Ciencias de la Tierra "Jaume Almera"
-Universidad de santiago de compostela - Instituto de Estudios e Desenvolvemento de Galicia (Idega)
GRECIA
-University of crete, environmental chemical processes laboratory -Faculty of Sciences, Chemistry Department, Environmental Chemistry Processes Laboratory
-Institute of accelerating systems and applications -University of Athens, School of Physics, Atmospheric Modelling and Weather Forecasting Group
-National observatory of Athens -Institute for Environmental Research and Sustainable Development
-National and kapodistrian university of Athens -Dept. of Hygiene and Epidemiology
-Hellenic centre for marine research -Institute of Oceanography
-Institute of communication and computer systems Economics-Energy-Environment Modelling Laboratory (E3M LAB)
-University of the Aegean -Department of Geography
GERMANIA
-GKSS -Institute for Coastal Research
-Potsdam institut fuer klimafolgenforschung - Department of Global Change and Social Systems
-Max-planck-society for the advancement of science -MPG MPICH: Max-Planck-Institut fuer Chemistry, MPG MPIMET: Department of Atmospheric Chemistry, MPG MPIBGC: Max Planck Institute for Meteorology, Max-Planck-Institute for Biogeochemistry
-Universitaet Hamburg - Research Unit Sustainability and Global Change
-Freie Universitaet Berlin - Institut fuer Meteorologie
-European climate forum
FRANCIA
-Centre de cooperation internationale en recherche agronomique pour le developpement
-Centre national de la recherche scientifique -Laboratoire de Me'te'orologie Dynamique
-Institut du developpement durable et des relations internationales
-Meteo-France
REGNO UNITO
-University of Southampton -School of Civil Engineering and the Environment
-University of east Anglia -School of Environmental Sciences, Climatic Research Unit
-University of Birmingham -Department of Economics
-Stochkolm environment institute - Univeristy of York -Biology Department
-Met office - Research Process
-Natural environmental research council -National Oceanography Centre
ISRAELE
-Ben-Gurion university of the Negev -Dept. of Geography & Environmental Development
-THe hebrew university of Jerusalem - Institute of Plant Sciences and Genetics in Agriculture
-Tel-Aviv University -Department of Geophysics and Planetary Sciences
-University of Haifa -Natural Resource and Environmental Research Center
SVIZZERA
-Paul scherrer institut -Laboratory of Atmospheric Chemistry
-University of Bern -Institute of Geography, Climatology and Meteorology
TUNISIA
-National institute of marine sciences and technologies - Marine Environment Laboratory
-Institut pasteur de Tunis -Department of Epidemiology
PORTOGALLO
-Insituto de ciencia aplicada e tecnologia da facultade de ciencias da universidade de Lisboa
DANIMARCA
-Danish meteorological institute- Danish Climate Centre
ISTITUTI INTERNAZIONALI
-World health organisation, regional office for europe- Global Change and Health Special programme for Health and Environment
-European commission dg joint research centre
AUSTRIA
-University of natural resources and applied life sciences- Department of Water, Atmosphere and Environment, Institute of Meteorology
EGITTO
-Centre for environment and development for arab region and europe
OLANDA
-Vrije univeristeit Amsterdam- Department of Hydrology and Geo-environment
ALGERIA
-Association pour la recherche sur le climat et l'environment- Groupe d'Etudes et recherche Climat Applications au De'veloppement
SIRIA
-The international center for agricultural reserarch in the dry ares- Water Scarcity and Drought Management
Info: www.ingv.it


http://www.adnkronos.com/IGN/ext/SpecialFrame.php?id=http://www.adnkronos.com/Speciali/Scienza/index.php


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