Romario, mille e non più mille
I tifosi del Baixinho si interrogano: li ha fatti o non li ha fatti questi benedetti mille gol? La Fifa non ha omologato il primato che consegnerebbe Romario alla storia (pur lasciandolo comunque a oltre 280 reti da Pelè), però l'ex attaccante di Psv e Barcellona non se ne cura. Lui con la coscienza si sente a posto e, partite ufficiali o meno, ritiene di aver timbrato per mille volte il cartellino del bravo goleador. Altroché 921 centri come sostiene l'organizzazione del calcio mondiale guidata da Joseph Blatter. E pazienza se tra le sue perle, mancano prodezze nella notte di Atene 1994, quando il suo Barça venne schiantato dal Milan in finale di Champions per 4-0. Partirono con la convinzione di suonare e vennero suonati, malgrado la doppia assenza di Franco Baresi e Billy Costacurta al centro della difesa: un regalo che non venne sfruttato dal mini-bomber (166 centimentri) e dal compagno di reparto Hristo Stoichkov (poi premiato con il Pallone d'Oro al termine della stagione).
Pazienza pure se la massima competizione europea manca completamente dalla sua bacheca: Romario si sente a posto così, con il Campionato del Mondo conquistato indossando la maglia del verde-oro insieme al gemello Bebeto (sempre nel '94, vittima l'Italia di Arrigo Sacchi con Roby Baggio che sbagliò il rigore decisivo, ndr), le vittorie nei campionati nazionali - Liga, torneo olandese e brasiliano. Una serenità talmente forte nell'animo del vecchio guerriero da fargli annunciare l'addio al mondo del pallone: compiuta la missione, suona l'ora di appendere le classiche scarpette al chiodo."Giocherò fino alla fine del campionato (a dicembre, ndr), giocherò ancora qualche partita, ma ho deciso di ritirarmi", ha confessato. E di tutta questa polemica sul mille e non più mille, alla fine ci resterà solo la nostalgia di vedere un vero fuoriclasse, capace di regalare spettacolo per anni, dover cedere alle leggi del tempo (sono 41 le primavere) e chiudere il suo personalissimo show...
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