30/01/2007 22:55 |
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ROMA - Niente registro delle unioni civili, ma certificazione anagrafica delle convivenze. Sarebbe questa la strada imboccata dal governo per sciogliere il nodo delle coppie di fatto. In questo modo, i conviventi (dunque coppie non sposate, anche dello stesso sesso) si presenterebbero all'anagrafe fornendo una dichiarazione congiunta che andrebbe ad integrare la scheda anagrafica. Una dichiarazione per certificare che sono legati da vincoli affettivi e dalla quale deriverebbero i loro diritti e doveri reciproci, una volta che la loro convivenza sia considerata stabile.
Il testo a cui lavorano i ministri Pollastrini e Bindi supererebbe in questo modo la questione dei Pacs (Patti civili di solidarietà), puntando invece ad una legge sui Diritti dei Conviventi. Nel programma elettorale del centrosinistra si affrontava in questi termini la questione delle convivenze: "L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di un'unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali e di solidarietà), la loro stabilità e volontarietà".
ULIVO CHIEDE A ALLEATI RITIRO MOZIONI
L'Ulivo chiederà ai propri alleati di ritirare le proprie mozioni sulle coppie di fatto e di aderire a quella dello steso Ulivo che "fa riferimento al programma dell'Unione". Lo ha riferito il capogruppo dell'Ulivo alla Camera, Dario Franceschini, al termine di una riunione del gruppo a cui ha partecipato anche il ministro Rosy Bindi. Durante la riunione sono intervenuti alcuni esponenti del "Correntone" dei Ds, che hanno espresso una preferenza per le mozioni della Rosa nel pugno o del Prc, giudicate "più avanzate". |
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30/01/2007 22:57 |
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LA CEI: "SUPERFLUA UNA LEGGE AD HOC"
Una legge sulle coppie di fatto? "E' superflua". Lo ha detto il segretario della Cei mons. Giuseppe Betori sottolineando che la strada del diritto comune "é ampia ed adattabile alle diverse situazioni" e "a eventuali lacune o difficoltà si può porre rimedio modificando il codice civile". La Cei, inoltre, ha apprezzato l'intervento del capo dello stato Napolitano. "Egli ha parlato di sintesi, e una sintesi si fa nel rispetto delle identità, altrimenti diventa un compromesso o una medazione", ha affermato mons. Giuseppe Betori in una conferenza stampa, concludendo i lavori del consiglio permanente della Cei.
"Un cattolico - ha aggiunto - non può rinunciare ai propri principi". Sia col governo che con i partiti "non ci sono contatti specifici" anche se "il dialogo con le persone che fan parte della vita pubblica è una costante della Chiesa". Monsignor Giuseppe Betori, risponde così a chi gli chiede se in questi giorni, dietro le quinte, sono stati promossi interventi da parte della Chiesa al fine di impedire che si faccia largo in parlamento un testo di legge sulle unioni di fatto non rispettoso del punto di vista dei cattolici. "Il dialogo è una costante - ha ripetuto l'arcivescovo in una conferenza stampa alla Radio Vaticana al termine del Consiglio Permanente della Cei - ma non è in corso nessuna trattativa né coi partiti, né col governo".
Per ora, tra i vescovi, "non si è parlato di un eventuale referendum", se dovesse passare una legge sulle unioni civili non soddisfacente agli occhi del mondo cattolico. Al termine del Consiglio Permanente della Cei, il segretario generale, monsignor Giuseppe Betori, rispondendo ad un cronista afferma che "se la legge non ci soddisfa non sappiamo ancora quale sarà l'atteggiamento dei cattolici a riguardo. Non abbiamo in previsione nessuna iniziativa del genere. Innanzitutto - ha aggiunto l'arcivescovo - bisogna vedere quale sarà il testo di legge. Aspettiamo. Ma per ora non si è affatto parlato di referendum". |
30/01/2007 22:58 |
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PRODI: MI PONGO LO STESSO PROBLEMA DI NAPOLITANO
"Ma figuriamoci, io mi sono sempre posto questo problema". Così Romano Prodi commenta le parole del capo dello Stato Giorgio Napolitano sui timori della Chiesa per la legislazione sulle coppie di fatto. "Me lo sono sempre posto fino in fondo - continua il premier - e l'ho sempre avuto presente ogni volta che abbiamo toccato questo problema. Quindi non cesserò di averlo presente in futuro".
FASSINO, SORPRESO DA REAZIONE CEI
"Sono sorpreso per i commenti alle parole di Napolitano e per la reazione della Cei; le parole di Napolitano erano estremamente precise". Lo ha detto il segretario dei Ds Piero Fassino, a proposito del confronto sulle coppie di fatto, intervenendo alla presentazione del libro di Pierluigi Castagnetti e Savino Pezzotta "Come esserci".
MARINI: LEGITTIMO PRESENTARE IL DDL
E' "legittimo" che il governo voglia presentare un disegno di legge sulle coppie di fatto, perché a questo è stato impegnato da una mozione parlamentare. Lo ha detto il presidente del Senato Franco Marini, il quale ha auspicato che il provvedimento venga approvato comunque da una maggioranza più ampia di quella di governo. Marini ha difeso l'intervento di Napolitano. "La sua capacità di rapportarsi alla società non può essere strumentalizzata". |
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