Udeur e Rosa nel pugno restano su posizioni opposte
Unioni di fatto, scontro nella maggioranza
Mediazione fallita nella capigruppo: tramonta la mozione unitaria. Il Prc: «Battaglia durissima contro il ddl Bindi-Pollastrini»
ROMA - Restano immutate le distanze, all'interno del centrosinistra, sulla questione delle unioni di fatto. Alla vigilia della discussione in aula delle mozioni sulla famiglia, l'Unione non è riuscita a trovare una linea unitaria nonostante una capigruppo convocata ad hoc. In particolare, sono Rosa nel pugno e Udeur a essere determinati a presentare in aula un ordine del giorno a testa.
SCONTRO - «Rimaniamo sulla nostra posizione, non c'è motivo di cambiarla», ha detto Mauro Fabris dell'Udeur al termine della riunione. «È un po' difficile che una cosa che non ha albeggiato, tramonti», gli ha fatto eco il rosapugnista Roberto Villetti parlando dell'ipotesi di una mozione comune del centrosinistra. Nel dettaglio, l'Udeur sostiene che la questione delle unioni civili non faccia parte del vincolo di maggioranza e preme perché la materia sia lasciata alla libera discussione parlamentare. La Rosa nel pugno, invece, spinge per una soluzione più vicina alla formula originaria dei Pacs rimasta, però, alla fine, fuori dal programma dell'Unione. A questo punto, secondo una parte dell'Unione, la soluzione potrebbe anche essere una mozione della maggioranza del centrosinistra con i due odg di Udeur e Rnp. Alla vigilia della discussione in aula, le mozioni presentate erano otto: Verdi, Prc, Rosa nel Pugno, Udeur, Udc, Fi, An e Lega.
PRC SULLE BARRICATE - Intanto anche Rifondazione Comunista sale sulle barricate annunciando «una battaglia durissima» contro il ddl Bindi-Pollastrini sulle coppie di fatto, che il governo si è impegnato a presentare entro il 31 gennaio. Ad annunciarlo la deputata di Rifondazione, Titti De Simone, secondo cui il Prc «è pronta ad aprire un conflitto all'interno della maggioranza nel caso in cui non si arrivasse ad una proposta più dignitosa». L'esponente di Rifondazione, Wladimir Luxuria, entrando nel dettaglio, ha sottolineato che il Prc chiederà che sia esplicita l'indicazione che prevede l'estensione dei diritti «a persone anche dello stesso sesso», mentre la norma del ddl Bindi-Pollastrini in cui si stabilisce solo l'accertamento delle coppie di fatto e non il riconoscimento «è da respingere». «Accertamento è un concetto che ha carattere quasi inquisitorio - ha detto Luxuria - come se si trattasse di un delitto». Un secco no arriva anche sul punto che prevede almeno cinque anni di convivenza prima di poter usufruire della pensione di reversibilità del convivente. «È un tempo troppo lungo - ha concluso Luxuria- chiederemo che i tempi siano più brevi per ottenere la pensione».
25 gennaio 2007
Corriere.it