| | | OFFLINE | Post: 23.629 Post: 10.866 | Registrato il: 16/11/2006 Registrato il: 08/01/2007 | Sesso: Maschile | Occupazione: xD..studente | | | |
|
ROMA - Lo schieramento delle forze dell'ordine era quello dei sit-in "caldi" e partecipati, la presenza dei mass-media quella delle grandi occasioni, ma i partecipanti al sit-in in piazza Montecitorio, a Roma, contro l'ampliamento della Base Usa a Vicenza, erano al massimo 50, diventati il doppio solo con l'arrivo dei militanti veneti dell'assemblea permanente Dal Molin. Nonostante la parola d'ordine del comitato organizzatore nei
giorni scorsi fosse stata "tutti in piazza", di "romani" al sit-in se ne sono visti pochi: rappresentanti dei Cobas, delle Rdb/Cub, della Rete dei Comunisti, del Comitato per il Ritiro dei Militari Italiani e di Radio Città Aperta.
Alle 16, orario d'apertura della manifestazione, c'era soltanto una decina di militanti, due grandi striscioni con scritto: "Governo Prodi vergogna, via le basi Usa e Nato dall'Italia" e "No alla Base Usa, fare come in Val di Susa" firmato dal Partito Alternativa Comunista, e una decina di bandiere, alcune conficcate nelle transenne, dei Cobas, dell'Rdb e del Prc. Alle 16:30 i manifestanti hanno raggiunto quota 50 unità e sono cominciati gli interventi al megafono. Solo verso le 17 la piazza si è animata: un caloroso applauso ha accolto i 50 vicentini che hanno scandito slogan, accompagnati da campanacci, fischietti e sventolando bandiere bianche con scritto "No Dal Molin", dove la "O" era un segno di divieto con dentro disegnato un aereo.
A quel punto la parola è passata a coloro che la battaglia contro la decisione del Governo la stanno vivendo in prima persona, i quali hanno colto l'occasione della trasferta romana per annunciare una manifestazione nazionale per il 17 febbraio a Vicenza. Un corteo, hanno spiegato, aperto a tutte le realtà associative e sindacali, a tutti quelli che ritengono che ci sia un filo sottile che lega il No alla guerra alla difesa del territorio. "Abbiamo scelto di venire in delegazione - ha spiegato uno di loro - perché riteniamo che non sono i grandi numeri a legittimarci viste le tante iniziative che stiamo organizzando". Pochi anche i politici: Giovanni Russo Spena, Lidia Menapace ed Elettra Deiana del Prc; Marco Rizzo del Pdci e, arrivato quasi alla fine, Angelo Bonelli dei Verdi. Presenti anche Piero Bernocchi dei Cobas e Marco Ferrando del Partito Comunista Lavoratori. |