Patrick Fischer e il suo momento d’oro
Con un bottino personale di quattro reti e cinque assist l’attaccante svizzero Patrick Fischer è in crescendo nel campionato della NHL, dopo un avvio di stagione perlomeno… timido. Come è d’altronde stato anche per la sua squadra, quella dei Phoenix Coyotes, che dopo aver mancato nettamente l’entrata in materia si sono ripresi a suon vittorie, tanto da tornare a sperare in un biglietto per i playoff. Ora promosso nella prima linea d’attacco della squadra guidata alla transenna dal mitico Wayne Gretzky, Patrick Fischer pare aver convinto anche i più scettici, dopo che alla non più verde età di 31 anni, sportivamente parlando, ha deciso di tentare a sua volta l’avventura nella massima lega nordamericana dell’ hockey su ghiaccio.
Come valuta lo stesso Patrick Fischer il suo inizio di campionato?
«Quando sono arrivato in Nordamerica, il mio principale obiettivo era di darmi da fare per rimanere nell’effettivo principale dei Coyotes e quindi di non essere dirottato nei San Antonio Rampage, la loro squadra-satellite dell’ AHL. In occasione delle mie prime partite mi sono stati dati compiti soprattutto difensivi, chiedendomi in particolare di giocare durante le inferiorità numeriche della mia squadra. E questo non è stato particolarmente facile per me, anzi…»
Comunque, da alcune partite a questa parte le cose stanno andando decisamente meglio…
«Sì, è proprio vero. Gioco nella prima linea d’attacco e posso fare quello che più mi piace, stando a fianco di giocatori come Ladislav Nagy o Ed Jovanovski. Quindi, non mi sorprende che in qualità di scorer abbia ora raggiunto quota novepunti,tragoleassist.Sevengo impiegato in un ruolo offensivo, si attende da me di segnare o effettuare passaggi decisivi e in questo senso credo di aver soddisfatto le attese in me riposte. Di conseguenza, posso dirmi proprio soddisfatto di come si sono messe le cose».
Che ricordo ha Patrick Fischer della sua prima rete nella NHL, firmata contro i New York Rangers?
« È stato qualcosa di indescrivibile, quello che ho provato dentro di me! Sfortunatamente, però, sono andato a bersaglio quando gli avversari erano già sul 6-1 in loro favore e il mio gol, di conseguenza, non è servito a un granché, per la mia squadra. La felicità di aver spedito il disco in porta per la prima volta qui oltre Oceano è stata però grandissima, di quelle che non dimenticherò proprio mai»
E come è stata l’integrazione in seno alla squadra dei Coyotes?
« È stato molto facile. Sono arrivato a Phoenix dieci giorni prima dell’inizio del campo di allenamento e così ho potuto incontrare e imparare a conoscere i miei nuovi compagni nel migliore dei modi. Quella di arrivare in netto anticipo è stata un’idea proprio buona. Comunque, c’è anche da dire che io sono una persona molto aperta e dunque è pure per questo motivo che sono stato accolto subito bene, non solo perché conoscevo già la lingua inglese».
Alla transenna il vostro «head-coach» è il grande Wayne Gretzky: quali sono i rapporti con lui?
« È un allenatore molto calmo e lavorare con lui è quindi piacevole. Di tanto intanto lo incontro per quelle che sono le discussioni a livello individuale o insieme ad altri giocatori. Di conseguenza, è soprattutto con i suoi assistenti in seno allo staff tecnico che ho i maggiori contatti».
Come è la vita a Phoenix?
«Siamo nel mese di dicembre e la temperatura dell’aria è di 25 gradi, così che occhiali e crema da sole sono obbligatori, qui nell’ Arizona. Che cosa volete di più? Meglio proprio non si potrebbe stare!».
Patrick Fischer è ancora in contatto con lo Zugo, la squadra che ha lasciato per tentare l’avventura nella NHL?
« Parlo abbastanza spesso con dei giocatori e mi informo sempre sui risultati della squadra. Non è facile rimanere aggiornato giorno per giorno, ma mi fa sempre piacere avere notizie dai miei ex compagni di squadra».
I Phoenix Coyotes devono continuare a crescere
L’avvio di quest’edizione del campionato della NHL per i Phoenix Coyotes è stato tutt’altro che brillante. La squadra guidata da Wayne Gretzky, a causa della mancanza di risultati, si è dunque trovata sotto pressione, dopo quelle che sono state le sue prime venti partite. In seguito, però, sono finalmente arrivate le buone prestazioni e anche le vittorie ed è così che i Coyotes si sono aggiudicati quattro degli ultimi sei incontri. La compagine di Phoenix sta quindi risalendo la china, dopo che fra l’altro è riuscita a risolvere i problemi sul piano del gioco difensivo.
Ancora sotto tono è comunque il rendimento in trasferta dei Phoenix Coyotes, che fuori casa finora hanno messo a bilancio tre sole vittorie contro dieci battute a vuoto. Ad ogni modo, la vittoria ottenuta recentemente con il punteggio di 2-1 e dopo i rigori sul ghiaccio dei Chicago Blackhawks dovrebbe averli rinfrancati anche su questo piano.
Nella squadra di Wayne Gretzky lo slovacco Ladislav Nagy -già citato dal nostro Patrick Fischer, del quale l’elvetico è attualmente compagno di linea - è il migliore marcatore. In effetti, sinora Ladislav Nagyha firmato4retie18assist, facendo dimenticare le controprestazioni di riconosciute stelle come Owen Nolan e Jeremy Roenick, i quali con i Coyotes non sono andati oltre i 13 rispettivamente i 6 punti nella graduatoria degli «scorer », almeno per il momento.
Tredicesimi nella classifica della Western Conference con un distacco di 8 lunghezze nei confronti della compagine canadese dei Calgary Flames, i Phoenix Coyotes, grazie a quanto hanno fatto negli ultimi tempi, hanno appunto dimostrato di poter ancora ambire alla conquista di un posto nei playoff. E con più di 50 partite ancora da disputare, tutto è davvero possibile per la compagine dell’ Arizona. La quale, però, dovrà continuare sulla strada che ha imboccato, perché anche la concorrenza non sta certo a guardare, in un campionato duro come quello della NHL. Insomma, i Coyotes per accedere ai giochi più importanti del campionato dovranno ancora lottare a denti stretti
Per il portiere Gerber match da incubo con i Senators
Se Patrick Fischer sta vivendo un periodo felice con la maglia dei Phoenix Coyotes, altrettanto non si può dire per il portiere bernese Martin Gerber, che domenica, contro i Columbus Blue Jackets, ha vissuto una serata da incubo con i suoi Ottawa Senators, battuti con un perentorio – per non dire umiliante – 6-2. Martin Gerber è rimasto a difesa della gabbia dei Senators fino a quando i Blue Jackets non si sono portati sul 4-0, con una doppietta dell’ex del Davos Rick Nash e scoccando 13 tiri verso l’estremo difensore elvetico, che dunque ha intercettato nove dischi. Al 28’ Gerber è stato quindi costretto a cedere il posto al collega Ray Emery, che nulla ha però potuto per salvare una situazione che ormai era decisamente compromessa. Comunque, a Martin Gerber vanno perlomeno concesse alcune attenuanti. Infatti, ogni volta che ha visto il puck finire alle sue spalle sui tiri vincenti dei Blue Jackets, gli avversari stavano giocando in superiorità numerica, così che il suo compito non è stato propriamente di quelli facili, in quella che è stata in ogni caso una serata da dimenticare.
Grégory Beaud (Spinf)
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