Rai, passa l'emendamento anti-Santoro
Michele SantoroVietata la presenza in video, durante la campagna elettorale, anche a "persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle situazioni dell'ultimo anno". E' il passaggio chiave dell'ultimo emendamento approvato dalla Commissione di vigilanza della Rai, con il voto della sola maggioranza di centrodestra e un solo no, quello del presidente Paolo Gentiloni. Testo non proprio chiarissimo, quello approvato. Che vuol dire?
E' presto spiegato: durante la campagna elettorale, o subito prima, non potrà fare televisione chi ha ricoperto ruoli di portavoce o di attivista politico, a vario titolo, durante il 2005. In poche parole, il provvedimento affonda in primis il ritorno in tv di Michele Santoro, atteso a febbraio con un talk show nuovo di zecca su Rai Tre. I rappresentanti dell'Unione hanno lasciato i lavori durante il voto all'emendamento. Lo stesso Santoro ha detto: "Non tocca a me commentare quanto deciso, attendo le decisioni del Consiglio d'amministrazione".
Tra i consiglieri scandalizzati dal provvedimento anti-Santoro, c'è Nino Rizzo Nervo (Margherita): "Siamo di fronte a una lesione gravissima dell'autonomia editoriale nel servizio pubblico radiotelevisivo. Non si era mai visto che una maggioranza parlamentare arrivasse al voto per eliminare dal video un solo giornalista". Lo stesso Rizzo Nervo ha aggiunto: "Segnalo una pausa del Consiglio per consentire al presidente Petruccioli di acquisire l'esatta portata di quanto approvato. La decisione della Commissione parlamentare di vigilanza, pertanto, non è ancora in vigore". Lo stesso Cda Rai ha poi dato mandato a Petruccioli di dar corso alle trasmissioni di Santoro entro la primavera, il ritorno in video del presentatore potrebbe dunque slittare a dopo le elezioni.
Per Sandro Curzi, consigliere Rai, l'emendamento è "un attentato all'autonomia della Rai" mentre per Oliviero Beha, altro giornalista allontanato dalla tv pubblica nell'era Berlusconi: "Esiste un tipo di censura attiva che riguarda l'allontanamento di persone come Santoro e altri. Ed esiste una censura passiva che colpisce il pubblico, il quale viene privato di una serie di informazioni". Di tutt'altro segno il parere di Michele Bonatesta, senatore di An e membro della Commissione vigilanza: "Cos'è, non dovevamo approvarlo, consentendo a tutti i politici travestiti da giornalisti di drogare la campagna elettorale, solo perché tra questi ce n'è uno che si chiama Santoro ed è un ex parlamentare europeo dei Ds?".
notizie.tiscali.it/articoli/politica/06/01/25/santoro_emendamento_...