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Forumandiano..!!
fortuna c'è krasic
anche se credo che abbia imparato presto il fair play
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Forumandiano..!!
a da juventino...DEL NERI nn è all'altezza
11/01/2011 00:13
 
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Lutto in casa Delneri: morto a Gorizia
il fratello dell'allenatore della Juventus


UDINE (10 gennaio) - È morto a Gorizia Rudi Delneri, fratello di Gigi, allenatore della Juventus. Lo ha riferito Alviano Scarel, sindaco di Aquileia (Udine), città dove risiede la famiglia di Delneri. Per questo motivo l'allenatore bianconero ha abbandonato stamani i lavori della riunione tra la Figc, gli arbitri e i rappresentanti delle società di serie A, a Roma.

Fonte: IlMattino


07/05/2012 13:36
 
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... amala,


questa grande Juve


amalaaa ...





30/06/2012 22:16
 
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Del Piero: "Grazie ragazzi
Da domani un'altra avventura"

Da oggi Ale ufficialmente non è più bianconero e dal suo sito saluta compagni e tifosi: "I giocatori passano, la Juve resta. Sono felice per chi indosserà la maglia numero 10 l'anno prossimo". Sul suo futuro: "Sono carico come 19 estate fa..."

Ci eravamo lasciati là, lo scorso 13 maggio, con quel 3-1 all'Atalanta, ultima gara di Ale Del Piero allo Juventus Stadium, con lo scudetto già sulla maglia, ma con ancora un gol in canna e tanta voglia di festeggiare. La squadra di Conte chiude imbattuta a quota 84 il suo campionato trionfale. Ale realizza il suo gol numero 289 in maglia bianconera, in 704 partite e 19 stagioni con la Juve, ed è protagonista di un addio commovente tra cori e giri di campo, quando al 12' della ripresa viene richiamato. Ma stavolta la panchina non fa per lui: varcata la linea bianca comincia per lui un'altra partita, fra standig ovation, scene di giubilo e disperazione sugli spalti, baci e applausi che da parte sua sono carichi di infiniti "grazie" e vorrebbero anche essere un "arrivederci", pur sapendo che si tratta di un'andata senza ritorno. Perché quando imboccherà il tunnel degli spogliatoi sarà per lui davvero l'ultima volta, allo Juventus Stadium con la mitica maglia numero 10. Un addio che durerà 29 minuti d'orologio, intessuto fra i quattro angoli del campo quasi a voler salutare i suoi tifosi ad uno ad uno. Mai visto un saluto così lungo, sentito, intensamente vissuto. Con la partita che scorre lenta e sfuocata in secondo piano, semplice sfondo dell'uscita di scena del campione. Perché questo è stato lo Juve-Day, ma più di tutto il Del Piero-Day. Per gli annali, l’ultima apparizione in campo di Ale in bianconero porta la data del 20 maggio, finale di coppa Italia dell'Olimpico che vede la vittoria del Napoli. E rieccolo, Del Piero, in versione virtuale, attraverso le pagine del suo sito. E' il congedo finale, nel giorno in cui il suo contratto con la Juve scade ufficialmente. Ma non è - a quanto sembra - il suo ultimo atto...

"Finisce qui, il mio contratto con la Juventus scade oggi. Non è una notizia, ma sapere che è “ufficiale” fa comunque effetto. Per me non è un momento triste, non c’è rimpianto né nostalgia. Non più. Perché in questi giorni ho avuto modo di ripensare a tutto quello che è successo nella mia ultima stagione in bianconero, poi di lì tornare indietro, e rivivere il più bel sogno che avrei potuto sognare.
Tutti i ricordi, tutte le gioie, tutti i trionfi e – per dirla tutta – anche qualche recente amarezza… oggi tutte queste immagini mi passano davanti e a un certo punto si appannano e si dissolvono in quell’abbraccio meraviglioso della mia ultima partita a Torino. Quella è la fotografia che racchiude tutto, l’istantanea che voglio portare sempre con me, quella che dal 13 maggio mi si è stampata nel cuore. Incancellabile.


Fonte: gazzetta


11/08/2012 22:32
 
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La Supercoppa è della Juve
4-2 al Napoli dopo 120'

I bianconeri a Pechino rimontano due volte: prima con Asamoah il gol di Cavani, poi con Vidal su rigore quello di Pandev. Poi l'arbitro Mazzoleni espelle il macedone per ingiurie a un guardalinee, Zuniga per doppia ammonizione e Mazzarri per proteste. Nei supplementari la Juve sfonda: autogol di Maggio e rete di Vucinic. Gli azzurri non partecipano alla cerimonia di premiazione


La Juventus alza il primo trofeo della stagione, la Supercoppa italiana. A Pechino batte il Napoli 4-2, dopo i tempi supplementari. Una partita intensa, nella quale si è visto di tutto: gol stupendi, errori difensivi marchiani, "mazzate" pesanti, sei reti, tre espulsioni, tutte a carico del Napoli - Pandev, Zuniga e Mazzarri in panchina - e le inevitabili conseguenti polemiche, già iniziate in campo e proseguite nel dopopartita con la mancata partecipazione del Napoli alla cerimonia di premiazione. La Juventus ha visto premiata la sua volontà di fare la partita dall'inizio alla fine, come atteggiamento tattico. E il suo carattere indomito: non ha mollato, quando è finita sotto per due volte, dopo le reti di un super Cavani prima e di Pandev poi. Asamoah, positivo al debutto ufficiale, e Vidal su rigore conquistato da Vucinic, hanno rimesso le cose a posto. Poi nei tempi supplementari la doppia superiorità numerica ha fatto la differenza, così come l'autorete di Maggio e la rete di Vucinic, inserito da Conte (ma in panchina c'era Carrera, per la squalifica del tecnico bianconero per omessa denuncia nell'ambito dello scandalo calcioscommesse) all'inizio del secondo tempo. Il Napoli ci ha creduto, in un secondo successo consecutivo, ripartendo da quello ottenuto contro la Juve a maggio nella finale di Coppa Italia, ma alla fine ha pagato un atteggiamento forse troppo rinunciatario e di sicuro troppo nervosismo. E poi recrimina per le decisioni arbitrali, sulla legittimità del rigore e sulla valutazione della protesta di Pandev. Ma quantomeno ha dimostrato, se ce ne fosse bisogno, che quest'anno se la giocherà sino in fondo con le migliori in Italia, a cominciare dai campioni in carica.

MODULI A SPECCHIO E SCELTE — Conte sceglie Matri e Giovinco in avanti, Vucinic parte dalla panchina. Asamoah titolare da esterno sinistro. Mazzarri sceglie Britos come terzo difensore e schiera Pandev a supporto di Cavani. Entrambe le squadre giocano con la difesa a 3 e due punte, anche se Pandev gioca qualche metro più indietro di Giovinco.


SEGNA CAVANI — I primi 20' sono di studio, sotto la pioggia, allo stadio Nido D'Uccello di Pechino. Matri reclama un rigore, Mazzoleni non ci sente. Poi la Juve prova a forzare i tempi e guadagna metri, costringendo il Napoli a giocare nella sua metà campo. Ma la prima palla gol è per il Napoli, in contropiede. E Cavani, che ha saltato le vacanze pur di essere in campo in Cina, porta in vantaggio i suoi, timbrando il cartellino da Matador. La difesa della Juve, con tre giocatori non rapidi, alti e possenti, si schiera altissima, l'uruguaiano elude il fuorigioco, partendo addirittura dalla sua metà campo su una palla lunga in verticale, non lo segue nessuno: Buffon lo ferma una prima volta in uscita, non la seconda. Napoli in vantaggio: 1-0.

PARI DI ASAMOAH — La Juve rischia su un sinistro al volo di Pandev (Buffon attento), poi pareggia con una spettacolare conclusione al volo dal limite dell'area di Asamoah, molto volitivo. Il ghanese carica il sinistro, la palla schizza sul terreno bagnato, De Sanctis si fa superare sul suo palo. 1-1.


RADDOPPIO PANDEV — La gara adesso è improvvisamente vibrante. Ogni occasioni diventa gol. E così arriva il raddoppio di Pandev, che segna con un pallonetto mancino ispirato, approfittando di un precedente erroraccio di Bonucci, che ha mandato in porta il macedone. Per Pandev è il 7° gol alla Juve, di cui è bestia nera.

QUANTE OCCASIONI! — Da una parte e dall'altra, nella ripresa. La Juve attacca a testa bassa, ma concede spazi, dove Cavani impazza. Il Napoli si difende "basso", spesso con le cattive. Vucinic, subentrato a Matri dopo l'intervallo, va subito vicinissimo al pari: il suo sinistro è deviato sulla traversa da De Sanctis. Poi Cannavaro salva a porta sguarnita dopo un numero del montenegrino.

RIGORE E PARI VIDAL — La Juve pareggia su rigore. Concesso da Mazzoleni per un intervento di Fernandez su Vucinic. Dal dischetto impeccabile Vidal. 2-2.


TRE CARTELLINI ROSSI — Pandev viene espulso nel finale per aver detto una parola di troppo al guardalinee. Poi Zuniga viene cacciato per un plateale e ingenuo fallo su Giovinco, da già ammonito. Altro "giallo" e doccia anticipata. Mazzarri non ci sta, e protesta: espulso pure lui.

LA JUVE SEGNA E RISEGNA — Sfruttando la doppia superiorità numerica. Prima la premia un'autorete di Maggio, di testa, su punizione spiovente di Pirlo, poi segna Vucinic, su splendido assist di Marchisio. La Juve vince 4-2. È suo il primo trofeo, quello che apre la stagione.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta


12/08/2012 20:53
 
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Da quanto ho capito ha ricominciato in tutti i sensi




Quod Me Nutrit, Me Destruit

Est unusquisque faber ipsae suae fortunae

"hai qualcos'altro da darmi ?" "mah, potrei darti un calcio....."
18/08/2012 16:43
 
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SUPERSUPREMO
Vigilia “doppia” in casa Juve

Alla vigilia dell’ultimo test prima dell’esordio in campionato, la Juventus ha iniziato a lavorare di buon mattino, con la prima delle due sedute in programma prima della partenza per Milano, dove, domenica sera, andrà in scena la 22° edizione del Trofeo Berlusconi.

Per prepararsi alla sfida contro il Milan i giocatori si sono divisi in due gruppi. Il primo, ha affrontato prima il riscaldamento, poi una partitella sei contro sei, con quattro porte piccole disposte ai lati del campo, ovviamente ridotto come dimensioni. Quindi, dopo il “ripasso” di schemi e movimenti, ha lasciato il campo all’altra parte della squadra, che ha iniziato con un riscaldamento tecnico, per poi proseguire con una serie di scambi rapidi e conclusioni in porta.

Anche per il secondo gruppo si è poi dedicato alla tattica, provando i meccanismi offensivi e concludendo la seduta dopo circa due ore di lavoro.

Giusto il tempo di riprendere fiato e rifocillarsi e la Juve tornerà in campo. Alle 15.00 è infatti previsto un altro allenamento. Fonte





16/07/2014 01:13
 
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Juventus, Antonio Conte clamoroso si è dimesso
'Ho maturato delle percezioni e delle sensazioni che mi hanno portato a questa decisione. La nazionale? Penso al presente'



Clamoroso alla Juventus. Antonio Conte si è dimesso da allenatore. Si è trattato - come ha specificato lo stesso Conte - di una rescissione consensuale. In una video intervista rilasciata al canale tv ufficiale della Juventus, il tecnico ha motivato il gesto spiegando: 'C'è stato un percorso in cui ho maturato delle percezioni e delle sensazioni che mi hanno portato a questa decisione'.

"La nazionale? Penso al presente"
"Penso al presente", ha risposto Conte al giornalista che gli chiedeva se il suo futuro potesse essere quello di allenatore della Nazionale

"Ho dimostrato di essere vincente"
Rispetto alla sua esperienza da allenatore alla Juventus Conte ha detto: ''Vincere prima di tutto e' difficile. Comporta tanta fatica, specie in una societa' come la Juventus dove c'e' l'obbligo della vittoria rispetto ad altre societa'. Ma ho dimostrato di essere un vincente''. ''Ora penso al presente e alla decisione presa. Un enorme grazie - ha proseguito - va ai ragazzi per quello che mi hanno dimostrato negli anni da allenatore da calciatore. Abbiamo fatto qualcosa di storico, che niente e nessuno potra' toglierci. Ringrazio la societa' che mi e' stata vicina, Andrea Agnelli e a tutti quelli che hanno reso vincente questa Juventus''. ''Cosa faro' adesso? Ci pensero' domani'', la risposta di Conte.

Agnelli: 'Grazie'
"Grazie Antonio": così il presidente della Juventus ha accolto le dimissioni. Il tecnico: 'ho maturato delle percezioni e delle sensazioni che mi hanno portato a questa decisione'

La comunicazione di ANTONIO CONTE



TRE STAGIONI DA RECORD, IL PUNTO

Spettacolare o cinica, quasi sempre impeccabile nell'organizzazione del gioco e spesso 'feroce' - come pretende il suo allenatore - la Juventus ha centrato l'obiettivo storico del terzo scudetto consecutivo. Non le accadeva da 80 anni. Ed ora anche per le istituzioni calcistiche la Vecchia Signora puo' fregiarsi della terza stella. Per il club bianconero ed i suoi tifosi, invece, sono gia' 32. In Italia un record dietro l'altro, che hanno lenito le amarezze europee: 17 vittorie in casa (finora) in altrettante partite, meglio dei cugini del Torino nell'anno dell'ultimo scudetto; 93 punti, piu' di quelli collezionati dalla Juve di Fabio Capello. Nel mirino i 97 dell'Inter del 2006/2007.

Solo la Roma e' riuscita a impensierire la macchina da guerra preparata da Conte e dal suo staff: con un filotto di 10
successi a inizio stagione e mai doma anche nel finale - almeno fino ad oggi, alla sconfitta di Catania - quando solo un'esile
speranza 'aritmetica' la teneva in corsa. La vera svolta della stagione e' stato proprio il ko giallorosso (3-0) allo 'Juventus Stadium', nella prima partita del 2014. E' stata l'accelerazione decisiva che ha portato i campioni d'Italia a +8 sulla squadra di Garcia, mentre il Napoli perdeva sempre piu' quota e le altre finivano lontane anni luce. Due sole sconfitte in tutto il torneo ed un solo momento
veramente difficile, l'harakiri di Firenze: 4-2 per la Viola, tre gol subiti in una manciata di minuti, la difesa in bambola, il centrocampo pure. "Ci serva da lezione": era stato duro con i suoi Conte, come lo sarebbe poi stato forse solo un'altra volta, dopo il 2-2 di Verona, con la vittoria sfuggita al 93'.

La Juve e' stata brava a rimettersi presto in carreggiata dopo il rovescio di Firenze, oliando la macchina ovunque si erano avvertiti scricchiolii: "Non una crisi, ma un momento di appagamento", aveva sentenziato l'ad Beppe Marotta. I bianconeri erano finiti a -5 dalla Roma lanciatissima, con 10 reti al passivo in 8 giornate, cosa che non le capitava da 20 anni.
Il riscatto e' stato immediato e dal successivo 2-0 sul Genoa e' partita una corsa che ha portato la Juve prima ad agguantare la Roma poi a sopravanzarla. Anche il Napoli nel frattempo si era poi afflosciato a Torino, subendo lo stesso passivo dei giallorossi.
Le mosse dell'ultimo mercato si sono rivelate vincenti, in particolare l'acquisto di Tevez. Non solo una prima punta di grande valore, ma un leader, che si sbatte per 90', correndo per tutto il campo.

A conti fatti, il top player che la Juventus cercava, o qualcosa di molto vicino. Con lui ha brillato Llorente, piu' lento a carburare ma poi ugualmente decisivo. Alle spalle dell'attacco ha brillato di luce propria un centrocampo da urlo in campo italiano, dove Marchisio, che in tante altre squadre sarebbe titolare inamovibile, ha dovuto adeguarsi al ruolo di primo cambio. Troppo bravi Pirlo, con le sue punizioni pennellate e la regia a tutto campo, Vidal (in doppia cifra nei gol), e Pogba, di cui tutti hanno ammirato la forza e la tecnica, l'eleganza e la sostanza. Proprio il francese sara' con ogni probabilita' l'uomo-mercato. Dietro, Buffon ha guidato la difesa a tre, superando senza grandi conseguenze qualche giorno difficile.
Alla fine, pero', la difesa bianconera ha subito appena qualche gol in piu' rispetto al bunker della Roma.

Fonte: ANSA


18/05/2017 00:17
 
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Coppa Italia, Juve-Lazio 2-0: gol di Dani Alves e Bonucci, storico tris bianconero

Alex Sandro ispira i gol di Dani Alves (stupendo) e Bonucci nel primo tempo.
Per i biancocelesti palo di Keita in avvio e poco altro


Tripletta chiama triplete. In attesa di poter urlare la parola proibita, la Juventus vince la Coppa Italia 2017. Trionfano loro, sempre loro: come nel 2015 e nel 2016, per la terza volta di fila. Allegri e i suoi ragazzi riscrivono la storia di un torneo che portava già il marchio bianconero nell'albo d'oro: le vittorie sono 12, meglio di chiunque altro, ma la tripletta di successi consecutivi sono un record assoluto. All’Olimpico, contro la Lazio finisce 2-0: la prima casella di una stagione che può diventare leggendaria si è riempita in 45 minuti: decidono i gol di Dani Alves al 12’ e Bonucci al 25’.

PERCHE’ HA VINTO LA JUVE — Perché se hai due tra i più forti terzini al mondo, se non i più forti, puoi permetterti anche di azzannare una finale da grandissima anche se non hai a disposizione i titolarissimi della mediana. Il gol dell’1-0 nasce così, un ventaglio perfetto da Alex Sandro a Dani Alves, con l’ex Barça ancora implacabile: gol al volo, meno bello ma più pesante di quello al Monaco. Al brasiliano, due gol in campionato e altri due in Champions, mancava un sigillo anche in Coppa Italia: eccovi serviti. E non è casuale che proprio in questa fase della stagione, con Barzagli a coprirgli le spalle e Cuadrado ad aspettare in panchina, Alves sia diventato incontenibile: altra mossa azzeccata da Allegri. Alex Sandro pennella e “macchia” pure, quando serve, come quel pallone toccato appena il giusto per mandarlo dalle parti di Bonucci (senza maglie blu tra i piedi: dov’erano?) per il 2-0. I terzini spaccano, ma nel mezzo del primo tempo c’è una Juve che torna dominatrice assoluta come ci ha abituato a vederla in Italia: tra i due gol della banda Allegri è una pioggia di palle gol bianconere, che solo l’istinto di Strakosha riescono a neutralizzare. Qualità mostruosa e fisicità debordante, più spinta sulle fasce: la notte bianconera si illumina, la Lazio dovrebbe provare a rimontare ma finisce per abbassarsi senza trovare spunti e tempi giusti per ripartire.

PERCHE’ HA PERSO LA LAZIO — Alla vigilia, capitan Biglia aveva parlato di approccio da non fallire: l’intonazione all’orchestra di Inzaghi prova a darla subito il primo violino Keita col palo che grazia Neto al 6’ (il passante sulla sinistra di Milinkovic è da applausi, il tocco di Barzagli che sporca il tiro è provvidenziale), ma è nei minuti successivi che la Lazio stecca. La bandiera bianca alzata da Parolo dopo 20’ è un brutto colpo per un centrocampo che perde qualità, il cambio con Radu è la toppa per provare ad arginare Dani Alves ma serve a poco in fase di costruzione. Lo stesso Biglia, proprio lui che di finali ne ha perse fin troppe e dovrebbe avere il diavolo in corpo, manca di idee e di coraggio: quando De Vrij prova a dare la scossa da difensore-play, è più efficace di lui. I cambi giusti, Inzaghi li fa nella ripresa e sembra già tardissimo, dopo così tanta supremazia juventina. Felipe Anderson e Luis Alberto spaventano la curva bianconera, ma nel frattempo Dybala e compagni hanno preso in mano il telecomando del match, alzano e abbassano il volume quando vogliono loro. Lo rimettono su, più forte che mai, quando il primo trofeo è ufficialmente conquistato, e all’Olimpico si sente solo un coro: “Ce ne andiamo a Cardiff!”

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport


04/06/2017 12:41
 
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Si può perdere contro il Real ma non così.
La dura lezione del Cardiff


E’ incredibile come il muro juventino, capace di disarmare Messi, Neymar e Suarez, sia crollato,
letteralmente crollato, davanti a Cristiano Ronaldo e gli altri



di Roberto Beccantini

Si chiama lezione. Tutto il resto, bar sport. Compreso il mio borsino, casto come i rosari di certe perpetue (Real 51, Juventus 49). C’è stata partita per un tempo, quando Juventus e Real si sono mescolati sul ring, pugili che cercavano di fiutare il senso del combattimento, che spesso, quando si tratta di una finale, combacia con il respiro della storia.

Il Real, dodici Champions su quindici finali. La Juventus, due su nove. Il senso era e rimane questo. Molto semplice, molto netto. Mi affrancai subito da coloro che scrissero che, in questa Juventus, Cristiano Ronaldo avrebbe fatto la riserva a Higuain e Dybala. Morale: doppietta di Cristiano, e fumo - tanto, tanto fumo - dai camini del Pipita e di Omarino (e pure di Dani Alves).

Niente triplete: è il meno. Restano il sesto scudetto consecutivo e la Coppa Italia. Non male. Rimane però, anche e soprattutto, la resa di Cardiff. E’ incredibile come il muro juventino, capace di disarmare Messi, Neymar e Suarez, sia crollato, letteralmente crollato, davanti a Cristiano Ronaldo e c. Di fronte ai quali, sia ben chiaro, si può perdere, e tanti hanno perso, ma non così (almeno, se sei una grande squadra).

Allegri si è giocato le sue carte, alla sua maniera, Zidane le sue. Ha vinto Zizou, un allenatore che spesso abbiamo trattato come un unto del Signore. Invece era, è, un signor allenatore.

Rimane la cesura tra primo e secondo tempo. Spiegabile solo, o soprattutto, con la crescita di una squadra intera rispetto all’altra, non di questo o quel leader, di questo o quel gregario. Capisco la delusione di un popolo, che è anche il mio, ma c’è poco da dire e, risultato alla mano, molto da fare. Il Real si era mimetizzato, la Juventus cercava di nascondere le sue paure. Che sono esplose e hanno polverizzato le risorse. Dovrà ricominciare da qui. Non è una novità. E’ la realtà.

Fonte: Tiscali


15/07/2017 23:05
 
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Bonucci-Milan, adesso è ufficiale: contratto di 5 anni

Sul sito dei rossoneri la conferma.
Visite mediche nei prossimi giorni, Leo a San Siro fino al 2022


Adesso è ufficiale: Leonardo Bonucci sarà un giocatore del Milan per i prossimi cinque anni. Alla Juve andranno 42 milioni di euro, pagabili in tre esercizi, mentre il giocatore percepirà un faraonico ingaggio da 7.5 milioni netti l'anno più i bonus. Nel dare la conferma, il sito dei rossoneri ha pubblicato una foto che ritrae l'ex difensore bianconero insieme all'amministrare delegato Marco Fassone accanto a una Champions League gigante: "AC Milan comunica di aver sottoscritto con Juventus FC un contratto di trasferimento a titolo definitivo del giocatore Leonardo Bonucci - si legge sul sito ufficiale del Milan -. Il giocatore, previo il superamento delle visite mediche previste nei prossimi giorni, si legherà al Milan con un accordo di 5 anni".

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport


14/08/2017 13:04
 
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Juventus-Lazio 2-3: Murgia al 94' decide la Supercoppa

Lazio sul 2-0 con Immobile, poi Dybala nel finale rimonta prima della zampata del baby nel recupero


Tre mesi fa la Juve batteva la Lazio in finale di Coppa Italia. Migliore in campo Dani Alves, professione terzino destro. Prima partita del 2017/18: sempre Juve-Lazio, stavolta Supercoppa. Decisivo, al contrario, Mattia De Sciglio. Professione terzino destro. L'ex Milan viene saltato secco da Jordan Lukaku, che al 94' serve a Murgia la palla del 3-2 con cui la Lazio alza il primo trofeo dell'anno. Ovviamente c'è molto di più nell'arco di 90' molto intensi, a sprazzi anche belli. In cui la Juve sbanda, va sotto 2-0, impatta con la classe di Dybala e prende un gol che la vera Juve non avrebbe mai incassato. Gode la Lazio, che nell'arco della partita è molto più continua e merita il successo.

FASE DIFENSIVA — Sparare sentenze da calcio d'agosto è quanto meno imprudente, ma una fragilità difensiva simile non si era mai vista nel triennio di Allegri. E i difensori c'entrano fino a un certo punto: i problemi non nascono da errori individuali (De Sciglio a parte), ma di sistema. Centrocampisti in difficoltà, esterni troppo alti sul recupero palla della Lazio. E i problemi sono gli stessi del precampionato: palla persa, imbucata di Milinkovic per Immobile, fallo da rigore di Buffon e gol dello stesso centravanti. Barzagli e Benatia sovrastati da Immobile nello stacco del 2-0. E sono due situazioni non da Juve, prima della frittata del recupero.

MA CHIUDE ANCHE L'OLIMPICO? — La Lazio è una squadra più debole di quella che solo tre mesi ha perso la finale. Lucas Leiva non ha ancora l'impatto di Biglia, Keita (mercato) e Felipe Anderson (infortunato) sono indisponibili.Simone Inzaghi infiocchetta la partita tatticamente perfetta (fino al cambio del baby Murgia), con Milinkovic e un ottimo Luis Alberto dietro a Ciro Immobile, cercato subito in verticale appena si recupera palla. La difesa regge bene dopo 4' in cui Strakosha fa un capolavoro su Cuadrado. Menzione speciale per gli esterni e per De Vrji, che cancella Higuain dal campo. Ma il migliore, al netto dell'uomo partita Immobile, è un Milinkovic Savic a cui manca solo di chiudere lo stadio dopo la mezzanotte. Recupera palla, mette qualità (il filtrante per il rigore di Immobile è suo) fisicamente domina.

DOUGLAS, ALTRO PASSO — Allegri ci prova coi cambi, De Sciglio per Benatia (Barzagli centrale) e Douglas per un confusionario Cuadrado. Saranno entrambi decisivi. L'ex Bayern dà la scossa: accelerazioni da fermo impressionanti, cross tagliati che farebbero la felicità di qualunque attaccante. Anche se il pari arriva col sinistro fatato di Dybala, prima su punizione e poi su rigore (bravo Sandro a procurarselo).

CAMBIO DI ROTTA — Ma il primo trofeo stagionale sfuma comunque. E ora si dovrà svoltare. Il tono dei sussurri delle amichevoli di agosto è già salito di un paio di ottave. Per evitare che si passi a urla a squarciagola serve partire subito bene in campionato. In attesa del grande centrocampista annunciato nel pre-partita. E di registrare una difesa che è stato il primo fattore di questi sei anni.

Jacopo Gerna

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Si è scritto di tutto, che la Juventus (con la testa) è ancora a Cardiff. Senza dubbio comincia a venir fuori una specie di sindrome da partita secca, da finale che conta. Ma quest'anno temo che per i bianconeri ci saranno ben poche occasioni da festeggiare. L'addio di Bonucci dopo anni di successi, pilastro del reparto difensivo che ha fatto la fortuna di Conte e Allegri, ha lasciato il segno ben oltre la mancanza del singolo giocatore. Le vicende nello spogliatoio bianconero a Cardiff hanno messo in luce le crepe che fino ad alloro i trionfi avevano mascherato. Il giocattolo si stava rompendo e quando la società ha prefeirito tenersi l'allenatore e cedere Bonucci ai rivali del Milan (in cambio di un evanescente De Sciglio) tutte le crepe sono diventate improvvisamente fratture quasi insanabili. E l'estate del riscatto, del provarci nuovamente, prende sempre più forma di una lunga rifondazione con poche velleità di primato, e di una lunga campagna acquisti/cessioni che si completerà soltanto a gennaio.


11/07/2018 13:04
 
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Ronaldo alla Juventus: è ufficiale!
Al Real Madrid 100 milioni di euro

Il club bianconero verserà altri 12 milioni come contributo di solidarietà previsto dal regolamento Fifa.
Al portoghese quadriennale da 31 milioni netti a stagione. CR7 sarà a Torino lunedì



Cristiano Ronaldo è un giocatore della Juventus. La trattativa per il più forte giocatore del mondo si è perfezionata nel pomeriggio di oggi, martedì 10 luglio 2018. Una data che resterà nella storia del calcio italiano.

IL COMUNICATO REAL — Lo ha reso noto, alle 17.32, il Real Madrid con un comunicato sul proprio sito, precisando che è stato proprio il giocatore a manifestare la volontà di trasferirsi a Torino.

LA GIORNATA — La Juventus ha consegnato nelle mani di Mendes una offerta di 112 milioni al Real Madrid (100 vanno ai blancos, oltre il contributo di solidarietà previsto dal regolamento Fifa e oneri accessori per 12 milioni). La cifra di cui si è discusso tanto nei giorni passati era quella buona e il sì del presidente del Madrid è arrivato. L’accordo con Cristiano non è mai stato un problema: lui e la Juve si sono già stretti la mano per un quadriennale da 31 milioni netti a stagione.

FOLLE MARTEDÌ — La giornata, come e più di alcune della settimana scorsa, è stata piena di piccole-grandi notizie. La più importante: il viaggio di Andrea Agnelli, presidente della Juventus, verso Kalamata per incontrare Cristiano Ronaldo, in vacanza a Navarino, poco distante. Agnelli è salito stamattina su un volo privato, in partenza dall’aeroporto di Pisa. Una tratta insolita che però verrà ricordata da tutti gli juventini. Con lui la compagna Deniz Akalin, fotografata assieme al presidente da un dipendente dell’aeroporto toscano.

ARRIVA ANCHE MENDES — La seconda notizia, strategica: la presenza al vertice di Jorge Mendes, agente di Cristiano, l’uomo che da giorni gestisce la trattativa con Florentino Perez, presidente del Real Madrid. Mendes nel silenzio generale è volato in Grecia e questa tripla presenza ha fatto capire come la trattativa fosse alle fasi finali.

ARRIVA LUNEDÌ — Le visite mediche e la presentazione ufficiale di Cristiano si terranno lunedì prossimo, il 16 luglio, a Torino nel corso di un grande evento.

Bianchin-Conticello-Gerna-Laudisa

Fonte: Gazzetta dello Sport


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