Doha - ''Io sono il re. E il re non puo' prendere ordini da nessuno...''. Diego Armando Maradona spiega cosi', in un'intervista concessa all'agenzia tedesca Dpa durante il viaggio in Qatar, la decisione di non entrar a far parte dell'organigramma della nazionale argentina. Al Pibe de Oro, il presidente della federcalcio di Buenos Aires, Julio Grondona, recentemente ha proposto un ruolo nello staff tecnico diretto dal commissario Jose' Pekerman.
''Pekerman -dice Maradona- e' un buon allenatore. Lavorare con lui farebbe piacere a tutti... Ma io, in Argentina, sono il re del calcio e non potrei lavorare sotto la direzione di un'altra persona. Come potrei farlo sotto Pekerman? Il mio ruolo dovrebbe essere di direttore tecnico, dovrei essere io a scegliere i miei collaboratori''.
Secondo l'ex stella del Napoli, l'Argentina non parte in pole position ai prossimi Mondiali, in programma in Germania dal 9 giugno al 9 luglio 2006. A sorpresa, pero', nemmeno il Brasile e' il candidato principale al trionfo finale. ''Si gioca in Europa -spiega- e le nazionali del Vecchio Continente sono favorite. D'altronde, guardate cos'e' successo recentemente ogni volta che il Mondiale si e' giocato in un paese europeo. Nel 1998 in Francia ha vinto la Francia... Nel 1990 in Italia ha vinto la Germania e nel 1982, in Spagna, ha trionfato l'Italia. Le nazionali sudamericane ultimamente hanno vinto quando si e' giocato fuori dall'Europa. Per me, in Germania le favorite sono Inghilterra, Francia e Italia''.
L'Argentina, proprio grazie a Maradona, ha vinto in Messico nel 1986. Nel '90, invece, il cammino si e' concluso con la sconfitta contro la Germania nella finale di Roma. ''Nel '90 -dice il Pibe- la Fifa manipolo' il sorteggio. Era tutto preparato, il sorteggio fu solo uno show. Havelange (all'epoca presidente della Fifa, ndr) me la fece pagare''.
La Germania vinse 1-0, grazie ad un rigore contestato che fu trasformato nel finale da Andy Brehme. ''L'arbitro che diresse la finale (il messicano Edgardo Codesal, ndr) esegui' alla lettera gli ordini di Havelange. Le decisioni dell'arbitro, pero', vanno rispettate sempre e comunque... A Roma ho pianto molto, perche' sentivo di essere stato trattato in maniera scorretta. In campo non giocammo meglio della Germania, ma non avremmo meritato di perdere in quel modo. Nessuno vorrebbe vedere arbitri corrotti in campo''.
Anche oggi, Maradona continua a non condividere le strategie della federazione internazionale. ''Ho sempre detto che la Fifa e' molto ricca. Per questo, dovrebbe spendere i soldi per favorire lo sviluppo del calcio nei paesi poveri, che in questo modo potrebbero diventare competitivi sulla scena internazionale''. La chiacchierata si chiude con un'invasione in campo politico. Maradona non e' interessato ad una nuova carriera. ''Io un politico? Fare questo lavoro in Argentina e' solo una perdita di tempo. L'unica cosa che si ottiene e' perdere il rispetto dei tifosi''.
(Spr/Adnkronos)